I numeri di Ro-do-tà




Il movimento di Beppe Grillo dice di aver portato la democrazia di internet. Roberto Casaleggio sostiene che tra poco tempo eleggeremo direttamente il Presidente della Repubblica da casa nostra via internet. Il sono è conturbante. La tecnica che libera e che ci rende veramente tutti uguali, tutti che contano uno. Basta tessere, basta congressi, basta notabili, basta uffici di segreteria. Solo un clic e la democrazia di Rousseau – che lui diceva essere però più adatta agli angeli che agli uomini – sarebbe realtà.

Poi però abbiamo visto come sono andate le cose. Stefano Rodotà è stato indicato dal popolo a 5 stelle come suo candidato alla presidenza della Repubblica e Grillo continuava a dire: “il popolo vuole Ro-do-tà”. Gli accreditati al Movimento 5 Stelle erano, al tempo delle primarie interne, 48.292. Di questi si sono espressi con un clic in 28.518. Di questi 5.756 hanno scelto la Gabanelli che, commossa, ha ringraziato ma ha declinato l’invito. Rodotà è stato indicato da 4.677 grillini. Dico 4.677. Alle primarie del PD a Roma, il vincitore Ignazio Marino ha ricevuto 50 mila preferenze. E pazienza che fossero col vecchio rito della scheda. Eppure, per un momento, anche il PD era stato tentato di convergere con i propri voti in parlamento sul candidato scelto dal “popolo”: Ro-do-tà.

Torniamo un attimo indietro nella storia della nuova democrazia via internet. Il popolo grillino ha dovuto fare clic per due volte per individuare il proprio candidato alla Presidenza della Repubblica. Infatti, si era votato una prima volta, ma poi Casaleggio aveva detto che c’era stato un assalto hacker che aveva stravolto i dati. Quindi sono ripartite le procedure e si è votato nuovamente esprimendo Ro-do-tà (anche se qualche osservatore sostiene che il vero vincitore sarebbe stato Gustavo Zagrebelsky, ma che Grillo abbia invece scelto Ro-do-tà perché il suo nome si scandiva facilmente in slogan, mentre Zagrebelsky era impronunciabile nei comizi). Molti si sono chiesti: ma se nella futura democrazia di internet, quando da casa con un clic eleggeremo il Presidente della  Repubblica, ci sarà qualche assalto hacker, che faremo? Eppoi: questo assalto hacker è davvero avvenuto? E chi ha il disco fisso con l’esito delle votazioni? Grillo e Casaleggio?

Aveva ragione Rousseau: la democrazia, specialmente quella via internet, è cosa da angeli, non da uomini.

Un’altra componente della democrazia via internet è la diretta streaming. Bersani e i Grillini faccia a faccia. Poi Letta e i Grillini faccia a faccia. Tutto faccia a faccia. Ma questo comporta l’eterodirezione: il capo che sorveglia se i mandatari fanno come ha detto lui. La linea è dettata dal blog di Grillo. Crimi e la Lombardi hanno dovuto fare mille volte marcia indietro perché sconfessati e spiazzati dalle dichiarazioni di Grillo nel suo blog. Le trattative vere non si fanno mai in diretta, ma al bar o nei corridoi, là dove niente rimarrà di quanto si dice nella trattativa e là dove nemmeno il capo ha diritto di accesso.

Non vorremmo partiti telecomandati. Non vorremmo trattative politiche inutili o propagandistiche perché fatte in diretta. Non vorremmo che i controlli e le garanzie naufragassero nel mare di internet. Non vorremmo che la trasparenza custodita dalla cara vecchia scheda elettorale fosse svenduta agli ingegneri della rete.

Una risposta a “I numeri di Ro-do-tà”

  1. Stefano ha detto:

    Non vorrei nemmeno un Parlamento costituito da parlamentari che fino al giorno prima si scannavano e poi per il “bene” del paese e con senso a di “responsabilità’ ” sono pronti a spartirsi le poltrone per il bene superno. Ma la responsabilità come mai viene scoperta e tirata fuori dal cassetto proprio ora? Erano forse irresponsabili i parlamentari che ci hanno portato a una condizione di “default” del sistema? Si’ erano proprio irresponsabili. Ben venga un movimento che porti un poco di aria nuova

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