Governo Renzi: pro e contro




Oggi il Presidente del Consiglio incaricato Matteo Renzi si presenta alle Camere per la fiducia. Credo che la otterrà. Ma con ciò non saranno eliminati gli aspetti poco chiari di questo governo, che devono essere valutati insieme alle sue indubbie potenzialità e risorse politiche. Pro e contro, insomma.

Un primo punto di debolezza per Renzi è il modo che, direbbe Letta con Dante “ancor m’offende”. Si può girarla come si vuole, ma è certo che fino ad un attimo prima di andare a colloquio con Napolitano Renzi aveva assicurato Letta che non aveva niente da temere. Egli può addurre molti motivi a sua discolpa, e i suoi fedelissimi lo hanno già fatto, però la mossa non è stata una delle più limpide e lascia una serie di insoddisfazioni che prima o dopo emergeranno, specialmente dentro il PD. 

Un secondo punto è dato dalle due ore e mezzo che Rensi ha passato insieme a Napolitano prima di ottenere l’incarico. Non era mai successwo. E’ evidente che la composizione del governo e la sua  strategia è stata definita lì.  La cosa può essere interpretata come una tensione tra i due e come una forma di condizionamento del nuovo esecutivo da parte del Quirinale. In questo caso il governo Renzi sarebbe ancora politicamente molto dipendente dal Presidente, quasi un Governo Napolitano III e perderebbe lo smalto di essere veramente un governo finalmente politico.

Un terzo punto riguarda il fatto che Renzi non è stato eletto dal popolo. Sia chiaro, tutto è perfettamente nelle regole. Non c’è scritto da nessuna parte che il Presidente del Consiglio debba essere eletto. La nostra costituzione rimane di tipo parlamentare e quindi i governi muoiono e nascono in parlamento. Però ci sono due però. Uno è che veniamo da un lungo periodo di presidenti non eletti ma decisi da Napolitano. Il secondo è che gli italiani si erano ormai abituati ad eleggere di fatto il premier, la maggioranza di governo e il programma. Invece, questo Renzi è stato votato solo come sindaco di Firenze e dentro il suo partito con le primarie e il congresso. Questa cosa lo indebolisce di fatto e lo fa dipendere da un accordo di coalizione che, come tutti gli accordi, può rivelare delle fragilità.

Se queste sono le debolezze, Renzi ha anche dei punti di forza notevoli.

Il primo è dato dallo stremo a cui è ridotta la nazione. Non ce la si fa più. Il declino è molto forte da tutti i punti di vista. Le fabbriche continuano a chiudere e la burocrazia continua a imperversare. Il negoziante che si è ucciso perché è stato multato perché la moglie lo aiutava in negozio senza essere assunta la dice lunga sulla cecità presente in questo Paese. C’è una voglia  di cambiamento che ha consegnato a Renzi carta bianca, dato che il suo programa lo si conoscerà solo oggi alle Camere. Finora ci si è fidati per pura necessità e per la pressione dell’emergenza.

Il secondo punto di forza è che in questo momento nessuno vuole realmente andare alle elezioni. E comunque tutti sannno che ci si andrà solo se Napolitano fallirà la carta Renzi. Se Renzi riuscirà a sfondare sulla linea delle riforme potrà anche durare fino a fine legislatura, se si infangherà durerà solo un anno. Vedremo.

Il terzo punto di forza è che Renzi ha allargato le alleanze ben al di là della coalizione di governo. Oggi a sostenerlo convintamente sono più quelli di Forza Italia che i suoi del PD. Berlusconi lo vuole presentare com un altro “se stesso” e tra i due c’è stato il patto per le riforme. Si era perfino parlato di alcuni deputati di Forza Italia che potrebbero sostenere il governo al Senato.

Sullo sfondo poi permangono le preoccupazioni per i temi etici, in primis le Unioni civili che Renzi ha sempre detto di voler approvare. Un punto delicato di scontro.

 

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