Siamo molto preoccupati. Le direttive dell’Ufficio Scolastico Regionale non convincono. E non convince nemmeno la sentenza della Cassazione. L'intervento di Gianluca Stocchi.

Friuli Venezia Giulia: la scuola sta andando contro la famiglia su temi educativi fondamentali




Questo articolo vuole essere una riflessione aperta sulla libertà educativa dei genitori, sulla libertà della scuola e sugli indirizzi che questa sta prendendo. Il Responsabile dell’Ufficio Scolastico Regionale, il dott. Biasiol, dieci giorni fa ha effettuato un incontro con 300 neo docenti della Regione FVG, ed ha parlato anche di progetti scolastici. Nella presentazione tramite slide ha affermato che la scuola non deve occuparsi soltanto di istruire, ma anche di formare ed educare gli studenti e ha richiamato a questo proposito la sentenza della Cassazione 2656/2008.

Una sentenze molto problematica
Il caso giudicato riguardava un genitore di Bolzano che non voleva che il figlio frequentasse il corso di educazione sessuale inserito tra i progetti scolastici. La Corte ha ritenuto che “il diritto fondamentale dei genitori di provvedere alla educazione ed alla formazione dei figli trova il necessario componimento con il principio di libertà dell’insegnamento dettato dall’ art. 33 Cost. e con quello di obbligatorietà dell’istruzione inferiore affermato dall’ art. 34 Cost.”. Visto che questi articoli trattano dell’obbligatorietà dell’istruzione di base e della libertà di insegnamento di discipline come l’arte e la scienza non si vede come una materia così delicata come l’educazione sessuale, soggetta a un’etica che non può certo essere definita (o non definita dallo Stato), possa essere inclusa nel dettato costituzionale.
Più avanti la stessa sentenza richiama, secondo la legge n. 59 del 1997, l’autonomia scolastica che implica la scelta libera “di metodologie, strumenti, organizzazione e tempi di insegnamento, da adottare nel rispetto della possibile pluralità di opzioni metodologiche, e in ogni iniziativa che sia espressione di libertà progettuale”.

L’autonomia della scuola non può scalzare i genitori
Ora, siamo d’accordo che la scuola debba essere libera di scegliere le metodologie di insegnamento: i bambini, ad esempio, oggi spesso imparano a leggere e scrivere con metodiche differenti rispetto a venti anni fa e nessun genitore si oppone a questo. Di seguito, nella suddetta sentenza, il diritto fondamentale dei genitori viene “scalzato” dall’autonomia della scuola. La priorità educativa dei genitori non c’è più. La conclusione recita così: “E’ pertanto certamente ravvisabile un potere della amministrazione scolastica di svolgere la propria funzione istituzionale con scelte di programmi e di metodi didattici potenzialmente idonei ad interferire ed anche eventualmente a contrastare con gli indirizzi educativi adottati dalla famiglia e con le impostazioni culturali e le visioni politiche esistenti nel suo ambito non solo nell’approccio alla materia sessuale, ma anche nell’insegnamento di specifiche discipline, come la storia, la filosofia, l’educazione civica, le scienze, e quindi ben può verificarsi che sia legittimamente impartita nella scuola una istruzione non pienamente corrispondente alla mentalità ed alle convinzioni dei genitori, senza che alle opzioni didattiche così assunte sia opponibile un diritto di veto dei singoli genitori”.
Va sottolineato che insieme all’educazione sessuale vengono citate materie come la filosofia, la storia, l’educazione civica, le scienze che oggi nella scuola in linea di massima sono impartite con un taglio ben preciso: assolutamente laicista. E laicista non significa pluralista e neutrale, tutt’altro.

Oggi l’educazione sessuale porta ad una deformazione delle coscienze
La società, e ormai si può dire anche la scuola, preme sulla famiglia perché si adegui, si omologhi alla mentalità e alle pressioni da essa provenienti. È bene dirlo a chiare lettere: l’educazione sessuale, così come viene fatta e fruita in molti progetti, può portare ad una deformazione delle coscienze dei ragazzi verso valori lontanissimi da quelli cristiani. Gli esempi virtuosi sono davvero pochi e compito delle istituzioni scolastiche dovrebbe essere di prevedere le conseguenze di determinate indicazioni di insegnamento. La famiglia, che ha fatto mille sforzi per preservare i figli (spesso usando la strategia, ormai insufficiente, di non introdurli a certe tematiche), può vedere il proprio intento vanificato dall’autorità scolastica, oltre che dall’aria che tira. Nei progetti non si dà valore alla castità, alla continenza, al senso del pudore, alla padronanza di sé che rende davvero virile un uomo, al dono della vita che dall’atto sessuale può scaturire (la vita è “indesiderata”), all’esercizio della sessualità in funzione di un progetto di vita comune, si parla di contraccezione ma non di metodi naturali inseriti in un progetto di vita stabile.

La famiglia può e deve rifiutare modelli diseducativi
Oggi quindi in famiglia l’educazione all’affettività e sessualità non può che divenire esplicita: con l’esempio del comportamento e con le parole. Occorre parlare con i figli dell’amore come dono di sé e di molto altro ancora. Educarli in un ambito in cui un tempo la società stessa poteva fare da maestra. Fatta salva la legittimità della società e della scuola di proporre un proprio modello, deve altrettanto essere tutelata la facoltà delle famiglie di rifiutarlo se non conforme ai propri valori.

2 risposte a “Friuli Venezia Giulia: la scuola sta andando contro la famiglia su temi educativi fondamentali”

  1. ardovig ha detto:

    Scritto in un giornale di una chiesa che di fatto impone lo studio della religione cattolica nella scuola italiana quanto a libertà lascia il tempo che trova.

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