Nella storia bimillenaria della Chiesa molti sono stati i momenti critici, molte le pressioni che di volta in volta spingevano Roma verso la legittimazione del divorzio e delle seconde nozze, specie di personaggi di potere. Ma la Santa Chiesa, ferma sulle parole di Cristo, non ha mai rinnegato la Verità di cui è custode.

Flashes di storia sull’indissolubilità del Matrimonio




Il dibattito sulla Comunione ai divorziati risposati che si è avuto nel corso del Sinodo della famiglia dell’ottobre 2014 e che continuerà nel prossimo ottobre, trova, come già si sa, il suo punto d’appoggio nelle tesi del Card. Kasper, il quale il 24 febbraio 2014 ha tenuto un discorso al Concistoro straordinario sul Matrimonio e la famiglia nel quale ha portato a sostegno delle sue proposte alcune testimonianze nella prassi della Chiesa antica. A questa si aggiungerebbero anche altri casi occorsi nell’epoca patristica e medievale, fino al Concilio di Trento che avallerebbero la possibilità di risposarsi lecitamente anche nell’epoca moderna, anzi tanto più ora.

Ciò ha dato l’occasione ad alcuni Teologi e Vescovi per uno studio più approfondito della questione sia nella Chiesa antica sia in epoca posteriore. Da queste ricerche condotte con criteri storici emerge che si tratta solo di casi rari e isolati, di incerta determinazione storica. Il Prof. Jhon Rist, dopo una ricerca che abbraccia i primi secoli della Chiesa, conclude: «Sebbene tra gli antichi cristiani le seconde nozze, vivente il coniuge, fossero di norma proibite e si negasse la comunione a chi se ne rendesse responsabile, esistevano nella prassi eccezioni limitate ma evidenti che, tuttavia, erano quasi invariabilmente condannate. Anche se non conosciamo le ragioni di queste eccezioni, sulle quali possiamo solo speculare, possiamo senz’altro essere certi che si tratti, appunto, di eccezioni e che come tali vadano considerate – perché i cristiani dell’antichità vedevano qualsiasi comportamento “misericordioso” verso i divorziati risposati come direttamente opposto agli insegnamenti di Cristo stesso. Stando così le cose […] è chiaro che tali cambiamenti non possono essere sostenuti da una testimonianza significativa dal mondo dei primi cinque secoli di cristianesimo» (AA.VV., Permanere nella verità di Cristo, Siena 2014, pp. 85-86). Il suo discorso diventa ancora più categorico quando afferma: «Se ci chiediamo come sia possibile che ci si appelli alle testimonianze antiche come parte di una tesi a favore del cambiamento, possiamo concludere che coloro che lo fanno, o le fonti alle quali si affidano, sono responsabili di una infelice pratica fino troppo comune nel mondo accademico: quando l’evidenza storica in favore di una posizione è superiore in modo schiacciante, ma ci sono rari casi, per lo più di incerta determinazione, che ne indicano un’altra, allora si rivendica che l’evidenza stessa almeno lasci la soluzione aperta» (Ibidem).

Nel primo Medioevo soprattutto durante la dinastia carolingia ci furono dei Sinodi che permisero lo scioglimento del vincolo matrimoniale in alcuni casi gravi di adulterio, e la possibilità per il coniuge leso di contrarre un nuovo matrimonio; tuttavia c’è da rilevare che nei Documenti che contengono queste disposizioni si trova sempre questa annotazione: «Hoc Ecclesia non recipit – la Chiesa non approva queste norme». Bisogna tener presente che in questo periodo la Chiesa dovette affrontare molte pressioni dovute all’estrema superficialità con cui Carlo Magno considerava l’unità e l’indissolubilità del Matrimonio, e alla conseguente atmosfera culturale che si creò nel suo Impero.

Significativa a tal riguardo è la disputa fra Re Lotario II e il Papa Niccolò I negli anni 860-’69 riguardo al Matrimonio del Re con la moglie Teutberga. Il re che aveva contratto il Matrimonio con quest’ultima per motivi politici, e dalla quale non aveva avuto figli, voleva separarsi da Teutberga e sposare la sua precedente concubina Waldrada dalla quale aveva avuto figli nati prima del suo Matrimonio con Teutberga. La disputa si accese al punto tale che un esercito franco arrivò perfino ad aggredire Roma e a minacciare il Papa, ma egli nonostante queste gravi pressioni non cambiò mai la sua posizione: incaricò il Sinodo di Metz e due suoi legati di condurre una indagine per verificare se il Matrimonio con Teutberga fosse valido, o se era da considerare come Matrimonio l’unione contratta precedentemente con Waldrada che, secondo Lotario, gli era stata concessa in sposa dal padre. Il Matrimonio con Teutberga risultò valido: Lotario doveva ritornare con la sua vera moglie, ma non lo fece. Il Papa, dopo aver tentato in vari modi di far ravvedere Lotario, alla fine fu costretto a scomunicarlo insieme alla sua compagna Waldrada.

Ancora più famosa è la vicenda di Enrico VIII che tentò a tutti i costi di ottenere l’annullamento del Matrimonio con la consorte Caterina d’Aragona per sposare la dama di corte Anna Bolena. In questa vicenda il Papa Clemente VII si mostrò inflessibile, pur nella consapevolezza del pericolo di uno scisma. Dal canto suo il Re pretese il consenso dei Vescovi, del Clero e dei fedeli del suo Regno tramite la firma del cosiddetto Atto di supremazia, col quale innalzava se stesso a capo della Chiesa inglese, al fine di sottrarsi alla giurisdizione del Papa.

Per non aver voluto piegarsi alle istanze del Re tanti pagarono con la vita la loro fedeltà alla Legge divina e alla Chiesa di Roma: il Vescovo di Rochester John Fisher, il cancelliere Thomas More, i Certosini di Londra, i rami osservanti degli Ordini mendicanti, e anche alcune famiglie nobili. Il Vescovo Fisher, il cancelliere More e i Certosini di Londra, dopo processi falsi, subirono il martirio. Gli altri subirono una dura persecuzione che costò a molti la vita, mentre altri ridusse in estrema povertà.

Questi eroi della Fede subirono il martirio per lo stesso motivo per il quale venne messo a morte molti secoli prima Giovanni Battista. Ancor prima che Cristo instaurasse l’ordine nuovo della grazia, egli difese la verità sull’indissolubilità del Matrimonio, pagando con la vita.

La storia quindi ci insegna che, salvo poche eccezioni, di incerta determinazione, lo scioglimento del vincolo matrimoniale e le seconde nozze non sono stati mai consentiti dalla Chiesa e che a partire dal Precursore del Messia, fino a tempi ben più recenti ci sono stati Papi, Vescovi, Religiosi, fedeli che con eroicità hanno mantenuto ferma la loro fede e adesione incondizionata alla Legge divina.

Per questa fedeltà la Santa Madre Chiesa ha visto strapparsi dal suo seno una porzione eletta dei suoi figli, ma non ha tradito se stessa.

di Suor M. Gabriella Pia Iannelli

Fonte: http://www.settimanaleppio.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *