Fianco a fianco con gli angeli




Creature celestiali, ornate da grandi e maestose ali, dai folti capelli biondi e dai grandi occhi colmi di amore e sollecitudine, quando non siano adombrati da una ferma severità espressione dello sdegno divino di fronte a opere umane contrarie alla Legge suprema che regge l’universo. Esseri puramente spirituali che aleggiano leggeri e sapienti tra cielo e terra, capaci di obbedienza assoluta nei confronti del loro Creatore e di un amore illimitato verso tutte le creature. Ora messaggeri, ora rivelatori di destini cruciali che devono cambiare la direzione della storia umana, ora provvidenziale aiuto nelle circostanze pericolose e mortali incontrate dall’uomo durante il suo viaggio terreno. Sono gli angeli della tradizione cristiana, presenti nelle Scritture e sublimati nella vasta e ricchissima iconografia che ha illustrato e celebrato nei secoli questa preziosa e mirabile presenza puramente spirituale e perfetta, sospesa tra cielo e terra e radiante tutto il suo splendore nella gloriosa Gerusalemme celeste. Recentemente è stata allestita, presso la Galleria Rettori Tribbio della nostra città, una mostra pittorica di Ottilia Saldana ad essi dedicata.
Dedicare una riflessione a queste creature, seguendo lo spartito della Bibbia con qualche piccola incursione nel mondo dell’arte, può risolversi in un felice e provvidenziale viatico per l’anno appena iniziato. Si augurano tante belle cose nella notte e nel giorno di Capodanno: felicità, salute, benessere, amore e fortuna. Senza negare l’importanza di questi auspici, sarebbe comunque bello dedicare qualche attimo anche ad altri beni: quelli non tangibili, non direttamente sperimentabili, ma non meno fecondi e importanti per la riuscita della nostra vita finché camminiamo ancora nel mondo. Si tratta dei beni spirituali, che appartengono ad un regno diverso da quello in cui viviamo ogni giorno: il trascendente, l’invisibile, il divino, sfere supreme ove regnano incontrastate la pace, la luce e la gioia eterne. Gli angeli incarnano queste sublimi qualità che, emanate dall’assoluta perfezione divina, vengono da questi irradiate in tutto l’universo, illuminando le creature disposte a riceverle, ma scendendo anche dentro le viscere fredde della terra e negli anfratti tenebrosi delle umane esistenze apparentemente sconfitte per risanarle e irrigarle con la promessa divina.
Oggi si parla molto di angeli e delle tante possibili vie di comunicazione con essi. Da questa esigenza di mettersi in contatto con gli angeli e in particolare con il proprio angelo custode sono fiorite tutta una serie di pratiche che destano molti interrogativi e perplessità. Comunicare con l’angelo, incontro tremendo e affascinate come è proprio del sacro e come ci testimonia in più parti la Scrittura — pensiamo alla lotta notturna di Giacobbe con l’angelo o agli angeli dell’Apocalisse —, non è un gioco o un passatempo per i quali bastano poche istruzioni per l’uso spesso inventate e improvvisate da fallaci interlocutori del mondo spirituale. Non si contano oggi i “professionisti” della comunicazione angelica, in inglese channeling, figure tra magia e furberia, che emettono miriadi di fatture salatissime, vista la richiesta crescente e la popolarità delle loro prestazioni. Il fatto che sempre più persone si rivolgano a questi “comunicatori straordinari” e cerchino di sintonizzarsi su frequenze incommensurabilmente più sottili e rarefatte di quelle ordinarie molto più grossolane, stonate e stridenti, denota l’insoddisfatto anelito al trascendente dell’uomo di oggi ostinato nel rifiuto dei tesori tradizionali del cristianesimo, culla e giardino tra i più fiorenti e ubertosi delle presenze angeliche.
Per attingere a queste miniere inesauribili e perpetue è necessario seguire un cammino di ricerca e di approfondimento, di preghiera e contemplazione, di disponibilità mistica e di ascolto profondo della Parola con cui Dio si è rivelato. È faticosa questa strada, richiede un costo troppo alto, una sfida la cui posta in gioco travalica ogni intelligenza e volontà umane esigendo al contempo un abbandono assoluto a questa Parola e una disponibilità totale a pronunciare quel “sì” radicale su cui non è dato più interrogarsi o dubitare. Una volta messa la mano all’aratro nei campi del Signore, non è più possibile volgersi indietro. Siamo diventati tutti più pigri, negligenti e assuefatti alle cose facili e veloci. L’attesa è parola antiquata e coperta di ragnatele, la pazienza è una virtù impossibile in un mondo che conosce solo le proprie rotazioni su se stesso, aspirando selvaggiamente a renderle più rapide ed efficienti. Pace, sapienza, gioia, bontà, speranza, amore, tutte le possibili virtù omaggiate dal mondo antico e sublimate dalla Rivelazione in una costellazione più radiosa e veritiera di ogni altra: non c’è tempo per coltivarle con la necessaria tranquillità, comprenderle con tutta la propria intelligenza e metterle in atto conformemente alla propria volontà purificata e illuminata dall’Alto.
Il nostro è un Tempo che ha eretto la mancanza cronica di tempo a sua legge: tutto il resto ne viene contaminato e viziato, dal modo di agire al modo di riposare, dalla cultura alla spiritualità, dalle arti alla fede. Un Tempo, il nostro, delle comparse che cambiano di continuo e che improvvisano sul niente, non più degli attori che restano in scena dal principio alla fine, rispettando il proprio ruolo senza mai tradire il senso profondo della storia rappresentata, il cui scopo è di portare alla luce la verità della vita e dell’uomo. Anche il ruolo e l’essenza degli angeli patiscono la stessa decadenza e lo stesso impoverimento, riducendosi molte volte nell’immaginazione di tanti illusionisti con pochi scrupoli a degli spiriti valletti messi a servizio delle ambizioni, delle pretese e dei desideri più mediocri e materiali dell’uomo. Si parla con gli angeli con lo stesso spirito con cui si evocano le anime dei trapassati, si consultano i tarocchi e si leggono le linee della mano. Non rimane nulla degli angeli della tradizione, quelli che troviamo affrescati nelle chiese, riflessi dalle vetrate delle cattedrali ed evocati con magnificenza dalle pagine miniate. Dal serafino che tiene sbarrata la porta del Paradiso terrestre, agli angeli che interagiscono con i patriarchi come Mosè, Abramo e Giacobbe, dagli angeli che sorreggono e accompagnano la corsa di Dio onnipotente nei cieli in tempesta dei Salmi agli angeli che sostentano Daniele nella fossa dei leoni, fino agli angeli che punteggiano come astri fiammeggianti il Nuovo Testamento. Un angelo annuncia a Maria l’Incarnazione del Verbo nel suo grembo e rivela verità ignorate e risolutive nei sogni di Giuseppe e dei Magi. Gli angeli servono Gesù dopo le tentazioni nel deserto, gli angeli annunciano alle donne accorse al Sepolcro la mattina di Pasqua la Resurrezione del Signore.
La scenografia sacra è stata poi ulteriormente arricchita dalla creatività degli artisti che hanno animato tutti gli episodi della Bibbia e anche la geografia dell’Aldilà con presenze angeliche ritratte di volta in volta secondo lo spirito e i canoni estetici delle diverse epoche. Ora figure dai tratti tracciati con la ieratica maestà delle corti bizantine, ora immaginette un po’ leziose e rubiconde simili ai putti ispirati agli amorini pagani nella pittura rinascimentale, ora stupendi fanciulli slanciati, dalle ali maestose, gli abiti eleganti e le chiome lucenti, ritratti con la spada quando portano sulla terra la giustizia divina oppure colti nell’atto di suonare o di cantare intorno alla figura della Vergine, dei Santi o del Cristo nelle diverse fasi della sua vita terrena. Soprattutto nella raffinata ed elegante arte gotica e poi nei dipinti fiamminghi spicca nella pittura degli angeli il preziosismo dei tessuti, la definizione accuratissima dei dettagli che si esprime in ampi panneggi di broccati d’oro ed argento, nelle chiome ricciolute e bionde e nell’armonia di linee delle ali, segno della loro eterea trascendenza e appartenenza ai domini puramente spirituali.
Ripercorrere le pagine bibliche che narrano gli interventi angelici e insieme meditare sui più bei dipinti che li hanno rappresentati in tutta la loro magnificenza visibile e tangibile — segno della loro amicizia, del loro amore e della loro assoluta fedeltà a Dio —, apre le quinte della storia su scenari rutilanti e sublimi. Questi ultimi prendono in prestito le più belle e sfolgoranti immagini di ricchezza, di fioritura, di fulgore e di maestà disseminate nel mondo dell’uomo e della natura, per renderci partecipi anche nei sensi di quell’eternità e di quella gioia che appartengono al Paradiso. Gli angeli sono la primizia della beatitudine infinita, i privilegiati messaggeri del volere e dell’amore divini presso l’umanità, i custodi e i rivelatori del senso delle cose lungo il nostro cammino, gli ispiratori di tante mozioni e illuminazioni spirituali, sempre pronti e solleciti a fare il nostro bene e ad aiutare il progresso delle nostre anime. Non occorrono tecniche studiate a tavolino, sforzi dettati da chissà quali strane cabale interiori o influenze esterne dalle mire poco nobili. Gli angeli portano la grazia di Dio sulla terra senza attendere che noi per primi la chiediamo: essi ci prevengono sempre, come il lampo prima del tuono nella tempesta o il pensiero prima che nasca l’azione. Sono come raggi del sole nella cui luce ci muoviamo e siamo, senza alcuno sforzo o tecnica artificiale. Che senso ha pagare dei presunti “amministratori” del numinoso che si presentano come latori della luce o dell’aria se questa luce e quest’aria già ce le abbiamo in abbondanza, profuse da Dio fin dalla creazione in tutto l’universo e riversate con misericordiosa prodigalità su tutte le creature?
Specchio dell’agire divino e scudo contro il male, per sentire e comprendere gli angeli, comunicando con loro, basta che ci sediamo tranquilli, in placida attesa e ben disposti, lungo la riva del mare della vita alle cui sponde gli angeli non cessano mai di portare, con i loro velieri celesti, i tesori divini, affinché già qui possiamo avere un assaggio del Paradiso che ci attende. Sta a noi decidere — ed è questo il senso profondo della libertà — che uso fare di un dono così gratuito, grande e magnifico.

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