Celebrata il 25 luglio scorso la Festa patronale a San Giacomo Apostolo. Il Parroco don Roberto Rosa ha parlato dello spirito di servizio come antipotere. Inaugurata la mostra “Alla scoperta del patrimonio culturale della parrocchia di San Giacomo Apostolo”.

Festa patronale a San Giacomo Apostolo




(Foto di Francesco La Bella)

Non aveva cominciato bene Giacomo, figlio di Zebedeo e di Salome, fratello di Giovanni, apostolo di Gesù Cristo e martire, nel 44 d.C., per mano di Erode Agrippa il Grande. Forse vergognandosi, si era ingenuamente presentato da Gesù assieme alla madre per farle ottenere, per se e per il fratello, un posto d’onore nel regno dei cieli (Mt 20, 20-28).

Ma nessuno di noi comincia bene il cammino di penitenza e di conversione, pur ponendosi alla sequela del Cristo. I figli di Zebedeo costituiscono, addirittura, un’«autentica categoria storica», ha detto Mons. Roberto Rosa, parroco della Chiesa san Giacomo Apostolo a Trieste, durante la S. Messa per la festa patronale del 25 luglio scorso. È la categoria di coloro – ci passiamo tutti – in attesa di fare l’unico atto di conversione che veramente interessa a Gesù: il passaggio dalla «logica» mondana della ricerca del «potere», per noi stessi, alla logica del «servizio», per la ricerca del bene altrui. Il servizio – ha detto Mons. Rosa durante l’omelia – è «un vero e proprio antipotere», per cui «il posto d’onore è quello del servo, non quello di chi esercita un dominio».

Il «profumo del Vangelo», dunque, si espande nella misura in cui il singolo e le comunità cristiane mettono in pratica lo «spirito di servizio», in modo che le relazioni umane divengano «generose e disponibili». Come il Signore volle servire fino alla Croce, bevendo il «calice» della sofferenza e della morte, così questo profumo si espande «là dove c’è qualcuno disposto a bere il calice come il Maestro» e ad «andare con Lui fino in fondo, anche a prezzo della propria vita». Gli apostoli, in particolare, hanno compreso tutto ciò nel tempo – ha osservato il parroco – e, «primo fra tutti, sarà proprio Giacomo a bere il calice, primo martire tra gli apostoli». Pertanto – ha concluso – «non dobbiamo accontentarci di un cristianesimo sedentario» ma, come San Giacomo, intraprendere il «cammino della fede», come il Signore ci ha indicato.

Al termine della solenne concelebrazione sacerdoti, diaconi e fedeli si sono di nuovo riuniti per la Processione Eucaristica. Mons. Roberto Rosa, prima della S. Messa, aveva inaugurato la mostra “Alla scoperta del patrimonio culturale della parrocchia di San Giacomo Apostolo”, curata dal responsabile dell’Ufficio diocesano beni culturali don Roberto Gherbaz e dall’archivista paleografa Franca Tissi. Decisivo è stato anche il contributo della Soprintendenza archivistica per il Friuli Venezia Giulia, presente all’inaugurazione nella persona del responsabile Pierpaolo Dorsi. I pezzi esposti – stendardi processionali, corredi sacri, paramenti liturgici e documenti di vario genere – sono parte dell’archivio storico della parrocchia e utilizzabili per ricostruire le vicende storiche legate alla Chiesa di San Giacomo, fin dal giorno della consacrazione e dedicazione (25 luglio 1854).

Orari di visita alla mostra: dal 25 luglio al 10 agosto (lunedì 17.00-19.00; martedì, mercoledì, venerdì, sabato 10.00-12.00), poi 1-7 settembre, medesimi orari.

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