Momenti di acuta tensione per la Ferriera, con molti operai in cassa integrazione. La soluzione pouò venire solo dalla chiarezza su chi fa cosa.

Ferriera: chi fa cosa




Quella della Ferriera di Servola è una questione drammatica e complessa. Drammatica perché centinaia di operai sono già in cassa integrazione. Drammatica perché nonostante tutti gli accordi di programma firmati a Roma il futuro, anche quello immediato, è ancora molto incerto. Drammatica perché l’impatto sulla città può essere distruttivo, data la situazione generale del settore industriale a Trieste. Ma anche complessa perché finora non si è ancora trovato un accordo su chi fa cosa. La soluzione, alla fine, è sempre lì: chi fa cosa. Solo che per Servola il chi-fa-cosa non è stato ancora definito con precisione.

Qualcuno dice che non era stato definito con precisione quando a Roma ben cinque ministeri e le parti interessate hanno firmato l’accordo di programma sul destino portuale e industriale della Ferriera. Chi paga per le bonifiche propedeutiche, l’allungamento della banchina, il trattamento dei rifiuti? Nella riunione del Comitato portuale del 3 febbraio scorso è stato dato mandato alla presidente dell’Autorità Portuale di fare un’ulteriore verifica di questi punti a tutela amministrativa del Porto, il che però non inficia la validità dell’accordo di programma firmato a Roma. Speriamo che entro breve anche questo capitolo del chi-fa-cosa venga chiarito.

Poi ce ne sono altri: i tempi del bando per la vendita da parte della Lucchini, i commissariamenti previsti, chi sono gli acquirenti (e se ce ne saranno), cosa sarà chiesto agli acquirenti (o, forse più realistico, all’acquirente), che sorte subiranno gli operai, come e di quanto sarà la cassa integrazione. Gli accordi di programma di solito danno le grandi direttive, non sempre entrano nei particolari, che vanno affrontati con responsabilità da tutti, per stabilire con sufficiente certezza chi-fa-cosa. Precisare chi-fa-cosa affinché le cose non rimangono nel vago è il modo vero e concreto per risolverle.

Il nostro è un settimanale. Noi facciamo un prodotto giornalistico. Il chi-fa-cosa per noi vuol dire questo. Nel prossimo numero di Vita Nuova dedicheremo un ampio approfondimento, facendo parlare i protagonisti, per cercare, con le nostre possibilità, di aiutare a capire. Anche la stampa, infatti, ha un suo ruolo nel chi-fa-cosa. Che non sempre assolve, preferendo il chiacchiericcio nel back-stage, la dietrologia, le contrapposizioni personalistiche, i toni allarmistici ma non realistici. Si preannunciano riunioni al Comitato portuale da far scintille, e poi esce una delibera approvata all’unanimità.

Anche la Chiesa di Trieste ha un suo ruolo nel chi-fa-cosa per la Ferriera. Ha cercato di svolgerlo favorendo,  anche informalmente, i contatti, invitando al dialogo e sostenendo le parti in una tensione morale verso il bene comune. In questi giorni il Vescovo ha incontrato i sindacati e gli operai, sostenendoli con la parola e la preghiera fatta insieme a loro e seminando speranza. Non si tratta di un capitolo marginale della vita di Trieste e su questo capitolo la Chiesa cercherà di rispettare la propria parte del copione chi-fa-cosa.

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