Tre libricini per convincere i bimbi che le famiglie omosessuali sono naturali. Mistificare la realtà per normalizzare e tranquillizzare.

Due papà, due mamme e tanti figli




“Lo Sstampatello nasce per colmare un vuoto nell’editoria infantile, quello rappresentato dalle famiglie in cui i genitori sono due donne o due uomini che si amano. Sono sempre di più i figli di coppie omosessuali in Italia ed è fondamentale per ogni bambino specchiarsi nei racconti e nei libri illustrati”: con questo discutibile biglietto da visita, la casa editrice per l’infanzia Lo Stampatello si presenta ai lettori dalla sua bacheca online. Le modalità, i fini e i toni scelti per “colmare” questo “vuoto” — espressione in se stessa paradossale perchè il vero vuoto, assai più pericoloso,  proprio quello che stanno aprendo iniziative di questo genere tese a “svuotare” piano piano di ogni logica e sensatezza il naturale stato delle cose che i bambini rischiano di capire sempre meno —, sono ben rappresentati da tre brevi pubblicazioni con tutti i tratti comuni a questo nuovo genere di letteratura per l’infanzia.

Perché hai due mamme?

Firmato da Francesca Pardi, fondatrice della casa editrice Lo Stampatello da Annalisa Sanmartino e Giulia Torelli, il libro “Perché hai due mamme?”, come gli altri della stessa collana, si avvale di una storia semplice quanto improbabile vista la falsità con cui eventi e personaggi vengono presentati. Le illustrazioni, tutte sorrisi, girotondi e felicità, mirano a creare la solita atmosfera da famiglia felice del Mulino Bianco ma con un paio, se non più, di ruoli invertiti. “Meri e Franci si amavano e volevano fare una famiglia”: prende così avvio l’avventura —, presentata come la storia più comune, legittima e naturale che si possa immaginare —, di due donne che decidono di avere un bambino. Ma come potranno riuscirci? L’operazione manipolatoria, che mira a rendere semplice, naturale e addirittura “bello” ciò che assolutamente non lo é, si svela sin dalle prime battute: l’aspetto più subdolo é quello di camuffare da innocua storiella una realtà quanto mai pericolosa e deragliante.

Si nota subito la volontà di tranquillizzare, di ammorbidire, cos“ da far passare sotto questa apparenza inoffensiva le più palesi distorsioni della realtà naturale. Ma se per un adulto é più facile smascherare simili artifici retorici, certo non lo é per il bambino che é molto permeabile agli insegnamenti e alle tecniche persuasive della favola. Così si cerca di presentare la ricerca di un figlio da parte delle due donne come la cosa più naturale del mondo: poiché per fare un bimbo ci vogliono l’ovino e il semino, e le due donne hanno solo l’ovino — testuali parole — allora bisogna andare in Olanda dove “tanti signori gentili donano i loro semini”. Semplice no?

Il semino viene messo nella pancia di Meri e così nasce Margherita. Ma un figlio non basta e ne nasceranno tanti altri, perché Meri e Franci vogliono una famiglia numerosa. Le scene della successiva vita felice sono costruite seguendo gli stessi criteri falsificanti: tutti i pupi urlanti seduti a tavola con le due mamme raggianti di felicità, poi la gita in campagna, i viaggi in automobile che sono un vero tripudio di scherzi e allegria. Tutti tranquilli, beati, ridenti, come se la famiglia gay fosse la vera e sola famiglia felice.

Chi spiegherà ai bambini che le cose non stanno proprio così? E come si farà a spiegarlo, se c’è il rischio che a scuola, o già alla materna, simili libricini vengano letti in classe? Se i genitori dissentono rispetto agli insegnanti e ai programmi scolastici, a rimetterci saranno i bimbi, sempre più confusi e bombardati da informazioni false e snaturanti, tanto più invasive quanto più dotate dell’apparenza innocente, pacificante e “naturale” di storielle come queste.

Perché hai due papà?

Dicevamo che uno degli artifici più subdoli di questa sedicente letteratura per l’infanzia  è quello di addolcire, ammorbidire e far passare per naturale e legittimo ciò che va contro ogni legge naturale e ogni buon senso. Nel libricino “Perché hai due papà?”, gli stessi autori della storiella precedente sono alle prese con la normalizzazione di una famiglia numerosa con due papà. Dall’Olanda si passa in America e agli uteri in affitto. Franco e Tommaso si amano e vogliono dei bambini. Ma, come nella prima storia, il semino senza l’ovino non genera nulla. Già questo basterebbe a dirimere tutta la questione.

Ma oggi questa legge fondamentale non vale più perché ci sono tante donne “generose” in America e che vivono solo per dare alla luce dei figli. Che poi queste donne siano costrette a diventare madri e che i figli le vengano strappati alla nascita e allontanati per sempre, conta poco o nulla. La falsificazione qui tocca il vertice in quanto presenta come naturale e buona una pratica orribile quale quella degli uteri in affitto. Qui la madre surrogata ha anche un nome: si chiama Nancy, una “signora che aveva già dei bambini e una famiglia, ed era felice di aiutare Franco e Tommaso a costruire la loro”. Questo bel quadretto di amicizia e di generosità, artificio assai efficace sulla mente dei bambini, nasconde il dramma di tutte quelle donne che sono costrette, per la ristrettezza dei loro mezzi, ad affittare il proprio utero e a portare a termine delle gravidanze per ricche coppie omosessuali.

Così non si sovvertono solo le leggi di natura, ma si insegna sin dall’infanzia a mistificare e falsificare la realtà e a trovare mille espedienti per giustificare, anche di fronte a se stessi, simili manipolazioni e distorsioni presentandole come un normale e comunissimo stato delle cose.

Qual 蠏 il segreto di papà?

Il terzo e ultimo libricino “Qual è il segreto di papà”, firmato da Francesca Pardi e Desideria Guicciardini, racconta la storia di una coppia separata in cui il papà trova un fidanzato e con lui si ricostruisce una vita felice, appagante, serena. Per i figli la nuova coppia non è fonte di problemi e sin dal primo momento sono contenti e ben disposti verso la scelta del papà. Qui il meccanismo naturalizzante è così inverosimile da risultare farsesco. Se è già difficile e dolorosissimo per i figli accettare che, dopo una separazione, uno dei due genitori si ricostruisca una vita con un’altra persona, figuriamoci il caso in cui si trovino a vivere situazioni come quella raccontata in questo libro.

Nel racconto piano e rassicurante di questa intrusione l’artificio della falsificazione rassicurante si tinge dei suoi colori più smaccati: accoglienza immediata e subitanea sintonia, vita di famiglia vivacissima e armoniosa, con la nuova coppia che cucina e gioca con i bimbi festanti. Tutto ridipinto in rosa, con le spigolosità smussate, i nodi sciolti, le ombre dissipate. Fino alla chiusa esemplare in cui a scuola la maestra scrive sulla lavagna, in caratteri cubitali, le parole “Gay=allegro”. Peccato che, in tutta questa operazione fintamente educativa e normalizzante, non ci sia nulla di normale e di educativo e soprattutto niente, ma proprio niente, di cui rallegrarsi.

Una risposta a “Due papà, due mamme e tanti figli”

  1. Liliana ha detto:

    Tremo pensando alle prossime generazioni. Persone omosessuali ci sono sempre state ,ma mai nella storia si era giunti a una tale sfacciataggine . E i nostri politici e spesso anche i nostri pastori non fanno nulla se non aumentare le perplessità e la confusione nelle persone semplici. Che Dio ci aiuti!

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