In attesa di pubblicare le contro-precisazioni del genitore Amedeo Rossetti alla dichiarazione della Vicesindaco, stabiliamo insieme alcuni criteri di minimo buon senso

Dopo le “precisazioni” della Vicesindaco, con un po’ di buon senso




La settimana prossima pubblicheremo le contro-precisazioni di Amedeo Rossetti – il genitore che su Vita Nuova ha contestato contenuti e modalità dell’implementazione del “Gioco del Rispetto” nella scuola dell’infanzia frequentata da suo figlio – alle “precisazioni” della Vicesindaco, trasmesse tramite l’ufficio stampa del Comune di Trieste e da noi subito pubblicate su Vita Nuova on line. Per intanto, leggendo le affermazioni della Vicesindaco, mi permetto alcune considerazioni generali.

La prima cosa riguarda l’approvazione degli organi competenti. Non si può far partire un progetto senza che ci sia l’approvazione di chi lo deve approvare. Non si può cominciare a formare gli insegnanti a quel progetto, il che significa che il progetto è partito, senza le necessarie approvazioni.

La seconda osservazione riguarda i tempi. La cronologia ha ancora la sua importanza. Se prima faccio partire il progetto e poi informo i genitori, posso sì dire di aver informato i genitori, ma non tempi corretti. Se faccio partire un progetto senza dire niente ai genitori, poi un genitore protesta e quindi informo i genitori, posso sì dire di aver informato i genitori, ma non nei tempi corretti. In queste cose i tempi sono sostanza.

Terza osservazione sui contenuti. Se nel progetto c’è espressamente scritto che esso riguarderà anche le dinamiche di genere e la sfera affettiva e sessuale e se le parole hanno ancora un senso, diventa faticoso poi dire che quel progetto non riguarda la sfera affettiva e sessuale. Scripta manent.

Sono solo considerazioni di origine generale. Quelle puntuali arriveranno lunedì.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *