L'urna di San Giovanni Bosco è stata venerata sabato 30 nella chiesa di Maria Ausiliatrice. Fedeli, gruppi, autorità, i parroci della diocesi e il Vescovo hanno ricordato le tre strade che Don Bosco ci ha indicato.

Don Bosco: il sognatore




Moltissimi fedeli hanno reso omaggio nella chiesa dei Salesiani di Trieste all’urna di San Giovanni Bosco, che sabato 30 novembre ha fatto visita alla nostra città. Vita Nuova aveva anticipato la notizia già nel numero del 22 novembre, pubblicando il Messaggio del Vescovo e un’intervista a don Marek, parroco della parrocchia di Santa Maria Ausiliatrice.

L’urna è arrivata in Piazza San Giacomo alle ore 10,30, accolta dal Vescovo e dai fedeli, e da lì è partita la processione che l’ha condotta alla chiesa di Santa Maria Ausiliatrice. Durante tutto il giorno si sono tenute le visite di gruppi e di singoli fedeli. Due le celebrazioni eucaristiche: alle 16.00, presieduta da don Marek e alle 20.00, presieduta dal Vescovo, con i giovani, i parroci della diocesi e le autorità civili e militari. Dopo la messa c’è stata la fiaccolata fino a San Giacomo.

Nella sua omelia, il Vescovo ha parlato delle tre strade che don Bosco ci invita a percorrere: la strada della santità, la strada del coraggio educativo e la strada dei sogni.

Circa la strada della santità, il Vescovo ha detto che «San Giovanni Bosco fu un vero capolavoro della grazia di Dio. In lui la fede era vivissima. Era costantemente accompagnato dal pensiero della presenza di Dio; la sua Messa era celebrata con profonda devozione; senza limiti era la sua devozione verso la Vergine Santissima».

Circa la strada del coraggio educativo, il Vescovo ha invitato al «coraggio di andare contro la corrente, il coraggio di assumere posizioni non conformiste, il coraggio di dire no a un’onda lunga e larga di disvalori che finiscono per sfigurare l’umano». «E’questo il tempo anche per dire dei sì forti e coraggiosi:  dire  sì alla famiglia e al matrimonio, invertendo quella tendenza martellante e insipiente che va verso lo smantellamento di questi valori; dire sì a una generosa apertura alla vita, invertendo quella infausta tendenza che propaganda la diffusione massiva e coercitiva di ciò che è letteralmente ‘contro il concepimento’; dire che la persona si realizza nelle relazioni solidali e comunitarie, contro chi riduce il nostro vivere dentro le visioni anguste della società dei single».

Circa, infine, la strada del sogno, il Vescovo ha ricordato che «Egli fu un sognatore che faceva sognare i suoi ragazzi.  Sogni grandi, sogni magnanimi! Sogni pieni di fede, di speranza e di carità. Sogni impastati di gioia».

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