Discorso finale della Presidente della Marcia per la Vita Virginia Coda Nunziante




Cari amici, Siamo arrivati alla fine di questa straordinaria giornata e voglio innanzitutto ringraziare di cuore tutti coloro che ci hanno accompagnato da piazza della Repubblica fino a qui. Molte sono le persone da ringraziare e principalmente quelle che per tanti mesi hanno lavorato e lavorano nell’ombra.
Molti dei presenti sono venuti da molto lontano per essere oggi con noi.
Ringrazio in particolare i numerosissimi ospiti stranieri e in particolare i partecipanti al Rome Life Forum, che come ogni anno si è tenuto a Roma alla vigilia della Marcia. Il Rome Life Forum è divenuto un appuntamento internazionale che quest’anno raccoglie i rappresentanti di circa 100 organizzazioni Pro-life, provenienti da oltre 20 Paesi di tutti i continenti!
Ringrazio tutti i nostri relatori di oggi.
Ringrazio le migliaia di amici venuti da tutta Italia, da Udine a Palermo, da Torino a Lecce, in pullman, in treno in macchina, in aereo, sopportando spese, fatica e disagi.
Ringrazio tutti coloro che hanno concretamente collaborato per la realizzazione di questo evento: le Voci del Verbo, gli Universitari per la Vita, Vita Umana Internazionale, Notizie ProVita, CitizenGo, Nessuno tocchi la Famiglia, Generazione Famiglia, il Popolo per la Vita, i Circoli della Croce e il quotidiano il Tempo.
La nostra Marcia si unisce idealmente a tutte le marce del mondo. Centinaia di migliaia di uomini e donne di buona volontà manifestano ogni anno la loro protesta contro leggi ingiuste e omicide.
I risultati, della legge 194, introdotta in Italia nel 1978 per legalizzare l’aborto sono devastanti.
Oggi si parla grosso modo di 100.000 aborti l’anno (dati del 2016), cioè 273 aborti al giorno, 11 ogni ora, un bambino ucciso ogni 5 minuti e mezzo. E in Europa la situazione è ancora più tragica: un aborto ogni 11 secondi, 327 ogni ora, 7854 al giorno.
Ebbene, sarò politicamente scorretta e so già che ci saranno molte persone che si stracceranno le vesti ma è inutile non affrontare di petto le questioni: i nostri governi, le nostre società, stanno calpestando la legge naturale, stanno calpestando i diritti di Dio, creatore della Vita. E’ vero che il valore della vita è un valore condiviso anche con non credenti e atei, e li ringraziamo per la loro presenza qui in piazza, ma non possiamo per questo dimenticare che nessuno di noi si è dato la vita da sé stesso ma l’ha ricevuta in dono e questo dono è indisponibile. Non possiamo togliere la vita agli altri perché questo si chiama omicidio e noi vogliamo ribadirlo qui, oggi, pubblicamente, che l’aborto è un omicidio perché distrugge una vita umana che non ci appartiene. Che questa vita sia di un giorno, di un mese o di tre mesi nel seno materno è uguale perché il valore della vita inizia dal momento del concepimento.
La nostra presenza vuole essere perciò un grido di protesta contro l’ingiustizia commessa nei confronti dei deboli e degli indifesi. Dobbiamo difendere i deboli contro cui si accaniscono i cultori della morte: non solo i bambini non nati, ma gli anziani, i malati, i disabili, vittime oggi dell’eugenetica, dell’eutanasia, un delitto che segue logicamente quello dell’aborto, come conseguenza naturale della negazione del diritto primario alla vita.
E questo perché viviamo in una società che spesso si è dimenticata cosa vuol dire l’amore per il prossimo, l’altruismo, la generosità. Viviamo in una società materialista, edonista, e spesso relativista.
Questa piazza così numerosa vuole invece ribadire la bellezza della vita ma con altrettanta determinazione vuole chiedere ai nostri politici, ai nostri governanti, che smettano di finanziare con le nostre tasse il suicidio della nostra nazione: invece di uccidere i nostri figli che diano aiuti concreti alle famiglie per crescere i loro bambini. E siamo certi che anche l’economia riprenderebbe.
Una nazione che non aiuta e non promuove la vita è una nazione che muore. E questa è la previsione demografica per il nostro Paese. Dobbiamo allora rimboccarci le maniche e ciò lo dobbiamo principalmente ai nostri figli, alle future generazioni perché è a loro che lasciamo l’eredità più pesante.
Uniamo dunque i nostri sforzi, il nostro entusiasmo, le nostre energie per difendere la vita, per promuovere la vita, per lottare per la vita e per non dimenticare quei sei milioni di bambini che non ci sono più in Italia.
Chiediamo ai nostri uomini politici e agli uomini di Chiesa, ai nostri Pastori, un impegno maggiore di fronte a quello che è il più spaventoso genocidio della storia in termini di vite umane.
Sappiamo che le Marce per la Vita non bastano: occorre anche un impegno continuo, sistematico, coerente, per gli altri 364 giorni dell’anno, per modificare leggi, costume, mentalità, non solo di chi ci governa, ma di ognuno di noi.
Carissimi, il prossimo anno saranno i 40 anni della terribile legge 194. Prepariamoci fin da subito convinti che l’impegno di ognuno di noi può fare la differenza.
Affidiamo tutto, e principalmente la causa della Vita, alla Madonna di Fatima in questo centesimo anniversario delle sue apparizioni. Fatima è l’evento più straordinario della nostra epoca. La Madonna è venuta a chiederci di non offendere più Dio e in cento anni la situazione è decisamente peggiorata perché tutte le nazioni si stanno dotando di leggi contro la vita, contro la famiglia, contro la natura stessa dell’uomo. Una delle veggenti di Fatima, suor Lucia, in una lettera degli anni 80 indirizzata al card. Caffarra, scrisse che la battaglia finale tra Dio e il demonio, sarebbe avvenuta sul tema della vita e della famiglia. Noi vogliamo raccogliere questa sfida nella certezza che con l’aiuto di Dio la Vita vincerà sempre contro la morte. Grazie ancora a tutti!
di Virginia Coda Nunziante
Fonte: http://www.marciaperlavita.it

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