Nel numero in distribuzione di Vita Nuova ampia intervista a Corrado Passera che si prepara a sbarcare a Trieste.Il tecnocrate pragmatico nasconde una ideologia che sui valori non si distingue molto da quella culturalmente e politicamente dominante.

Corrado Passera: ideologia radicale travestita di tecnocrazia




Corrado Passera, già ministro dello sviluppo economico nel governo Monti, ha concesso a Vita Nuova una lunga intervista che viene pubblicata nel numero attualmente in distribuzione. Cosa c’entra Passera con Trieste? Sembra che anche qui verrà presentata una lista di Italia Unica, il partito di Passera, in sostegno della candidatura di Roberto Dipiazza.

Cosa dice Passera nell’intervista a Vita Nuova? Naturalmente giustifica il governo Monti di cui faceva parte. Però senza riuscirci a pieno. Indubbiamente la sua partecipazione a quel governo non lo avvantaggerà alle prossime amministrative triestine perché nell’opinione pubblica Monti è uguale a tasse, riforma Fornero delle pensioni, e congelamento della democrazia. E’ stato uno dei governi meno amati.

Poi critica Renzi, con parole piuttosto dure, e anche questo è comprensibile.

In terzo luogo si scaglia contro il cosiddetto “populismo”, termine oggi molto utilizzato dai tecnocrati quale Passera è. Al populismo Passera contrappone un illuminato programma liberale pragmatico: le cose da fare. Dall’intervista non si capisce bene se nella categoria del “populismo” Passera inserisca, oltre all’euroscetticismo molto diffuso, anche la manifestazione del Family Day del 30 gennaio scorso. A leggere con attenzione sembrerebbe di sì, dato che – alla domanda: “Qual è la sua posizione sulle unioni civili e sulla stepchild adoption?” – egli ha risposto di avere le idee molto chiare: no a quest’ultima e sì alla prima. Tecnocrazia liberale allo stato puro.

A ben vedere, però, il populismo è proprio della cultura oggi imperante e bene incarnata dal governo Renzi. Non è populismo quello del Festival di San Remo che ha propagandato l’omosessualità in lungo e in largo? Non è populismo quello di Renzi che vuole ricostruire la balena bianca del “partito della nazione” imbarcando tutti? Non è becero populismo quello della legge Cirinnà che si rifiuta di vedere le cose come stanno e spaccia la violenza per libertà?  A questo populismo, in fondo, aderisce anche l’asettico Passera. Tra i liberali è almeno più accettabile la posizione di Vittorio Sgarbi secondo cui la questione delle unioni civili poteva essere risolta dal notaio.

Con Passera si ritorna ad un pensiero che si presenta come tecnocratico e pragmatico e che invece sui valori di fondo esprime una forte posizione ideologica di tipo laicista, libertario e radicale.

 

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