Il patriarca cattolico dei caldei alla trasmissione di Tv2000, “Soul”: «I musulmani devono fare una nuova lettura dei versetti che chiedono la violenza, che pensano che solo l’islam sia la vera religione, che le altre religioni siano false»

Cardinale Sako: «Voi non sapete niente dell’Isis, si basa sul Corano»




«Per me non è cambiato nulla, sono un patriarca, e il titolo è superiore a quello di cardinale. Ma c’è un messaggio dietro a questa nomina: il Papa non può venire in Iraq, l’ambiente non è pronto». Lo ha dichiarato domenica il neocardinale Luois Raphael I Sako, patriarca cattolico iracheno, a “Soul”, il programma intervista di Tv2000. Il cardinale ha ringraziato papa Francesco, che «ha voluto essere vicino ai cristiani iracheni con la sua amicizia e con la preghiera, creando un ponte tra la chiesa irachena e la Santa Sede».
Per quanto riguarda quello che i cristiani hanno dovuto soffrire per mano dello Stato islamico, che li ha cacciati dalle loro case, arrestati e torturati cercando invano di far rinnegare loro la fede, ha dichiarato: «Non ho avuto mai paura. Anche io ho parlato con alcuni dell’Isis, per fare delle trattative, ho salvato tanta gente così. Io penso che bisogna conoscere le ragioni del perché c’è l’Isis o Al Qaida. È tutto molto complicato. Voi non sapete niente su che cos’è l’Isis. L’Isis è cieco. L’Isis è politicizzato, è chiaro, ma si basa sui versetti del Corano. I musulmani devono fare una nuova lettura dei versetti che chiedono la violenza, che pensano che solo l’islam sia la vera religione, che le altre religioni siano false. Se ci sono versetti del tempo di Maometto bisogna inserirli nel contesto, fare una esegesi, come noi abbiamo fatto».
Sako ha poi aggiunto che «non tutti i musulmani sono fanatici, non bisogna generalizzare, e per natura gli iracheni sono moderati, abbiamo vissuto 35 anni in un regime laico». A rovinare tutto ci hanno pensato «gli americani, che hanno aperto le frontiere e sono entrati tutti questi fondamentalisti dalla Giordania, dall’Egitto, dallo Yemen, dall’Arabia Saudita».
Fonte: https://www.tempi.it

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