Cannabis legale: disastro annunciato




E’ un rapporto corposo, pieno di grafici e tabelle, quello sugli “Effetti della legalizzazione della cannabis negli USA: primi dati epidemiologici”, diffuso da Giovanni Serpelloni, già direttore del dipartimento per le politiche antidroga del governo italiano. Sono i primi dati, statistici ed epidemiologici, che arrivano dall’America, cioè dagli Stati dove sono passate leggi sulla legalizzazione della cannabis. Il rapporto cita fonti accreditate, governative e non, con un bibliografia molto densa che passa dall’Fbi al CDC (Centers for Disease Control and Prevention), a università, ospedali, centri di ricerca. E sono dati pesanti.

I dati mostrano un aumento generale del consumo di cannabis negli Stato che l’hanno legalizzata rispetto alla media nazionale Usa, un abbassarsi della percezione del rischio indotta dal consumo libero, un incremento dell’uso di alcol collegato a quello degli spinelli, un balzo nei casi di intossicazione acuta per THC (più di quelli per alcol o addirittura per cocaina), e ancora un aumento degli incidenti stradali con alla guida persone “fumate”, giovani che saltano la scuola, che in classe manifestano problemi dal punto di vista disciplinare.

Aumenta l’uso delle “cannabis cards”, per avere erba e fumo in misura maggiore di quella prescritta dal medico, e magari per rivenderli (e torna lo spaccio) ad altre persone. Last but not least, il numero di arresti e di reati contro persone e proprietà soprattutto nella fasce di età più giovanili, anche questo un dato in crescita. Il Colorado, lo stato dove si smercia e si consuma più cannabis degli altri, è anche quello che sta praticamente inondando gli altri, dove la legalizzazione non c’è stata, di sostanze stupefacenti.

Ecco, subordinando tutto questo ai profitti economici che un Paese potrebbe trarre dalla legalizzazione, gli alfieri della cannabis legale, compreso il fronte, che è anche un po’ una lobby, attivo nel parlamento italiano, si smarcano da scienza, statistica ed epidemiologia, ripetendo che gli introiti fiscali per lo Stato che legalizza sarebbero una manna dal cielo. Si usa insomma la leva del fisco subordinando a questo presunto effetto positivo questioni certo non secondarie come la tutela della salute pubblica e della sicurezza delle comunità.

Ma a quanto pare il rapporto di Serpelloni dice un’altra cosa: che le belle teorie degli incassi stratosferici per lo Stato tramite accise e balzelli sono state smentite dai fatti. Secondo il Colorado Office of State Planning and Budgeting dopo la legalizzazione della cannabis terapeutica e “ricreativa”, l’incidenza in positivo sul monte complessivo delle entrate fiscali del Colorado è stata di circa un +1%. Davvero poco se si pensa alle ricadute sociali che abbiamo appena descritto.

Viene in mente quell’altra teoria, che con la legalizzazione il crimine sarebbe sconfitto, anche questa, fino adesso, non provata dai fatti. La verità è che siamo davanti a una clamorosa smentita dell’ideologia permissivista che vorrebbe importare anche in Italia modelli che altrove, com’era prevedibile, si stanno rivelando fallimentari. Un documento prezioso, quello di Serpelloni, in attesa di commentare la relazione annuale sulle droghe alla attenzione del parlamento.

di Elena de Giorgio

Fonte: https://www.loccidentale.it

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