(Articolo di Chiara Mantovani)
Il 25 luglio Louise compie trentacinque anni. Louise non è una qualunque. Di cognome fa Brown ed è la prima persona umana ad essere stata concepita al di fuori dell’utero di sua madre. Qualche anno fa è diventata mamma a sua volta, senza ricorrere alla fecondazione artificiale. In molti sono stati felici, per questo, perché così si è dimostrato che anche i nati con tecniche raffinate possono farne a meno.
Da allora, si parla di cinque milioni di bimbi nel mondo nati con le tecniche di fecondazione artificiale. Ma per ognuno di essi, almeno altri otto-nove hanno avuto la vita interrotta allo stadio embrionale oppure sono ancora sotto azoto liquido.
Tanti auguri, Louise! Ad multos annos e tanta felicità: te li sei guadagnati tutti, con il percorso ad ostacoli che hai superato per nascere!
Con il ricordo di questo compleanno speciale si è messo in moto un vortice di pensieri. Bisognerebbe fare tanti auguri di pace e serenità alle persone che hanno iniziato e mai concluso con successo un percorso difficile e doloroso, dopo aver ricevuto tante promesse, per avere un “bel bambino”, con l’affettuoso sussurro di lasciarsi prendere dall’entusiasmo per il dono di sé piuttosto che dalla frenesia di un risultato agognato.
Bisognerebbe ricordarsi di quei tanti fratellini e sorelline che si sentono – nessuno sa come abbiano fatto a capirlo – dei sopravvissuti alla roulette della vita che ha invece eliminato gli altri.
Bisognerebbe dire una parola che invita a riflettere almeno sui numeri a chi, follemente infatuato della scienza che fa tutto ciò che riesce, ha speso una vita nella ricerca sulla fecondazione in vitro: qualcuno ora si domanda perché mai lo ha fatto.
Bisognerebbe. E nel frattempo, alcuni ferocemente desiderano un incremento della fabbrica degli uomini, con gli inevitabili scarti di produzione; altri hanno appena approvato una legge che in buona sostanza dice: fecondazione per chiunque la voglia! E pensare che il Brasile è denso di bimbi che nessuno vuole.
Bisognerebbe è un condizionale vigliacco. Dice quello che si spera che altri facciano.
Chi vuol fare davvero dice: bisogna. E dunque fa. Così si occupa di ciò che sembra, a pelle, teorico e inutile e invece è, ragionevolmente, l’unica cura per la malattia del “tutto quel che desidero, presto, bene e di ottima fattura”: una seria e affascinante educazione dell’umano, una coltivazione del valore profondo e meraviglioso della vita umana. Altri vegliano, silenziosi di parole ed eloquenti di presenza, per ricordare che senza qualcuno che si prenda cura degli uomini tutto va a catafascio.
Buon compleanno Louise! Tu potrai spegnere le candeline della torta raccontando a tuo figlio che per te la cicogna non è una favola: si chiamava Robert Edwards e ha preso anche un Nobel per questo. Forse per questo. Di certo perché era un tipo all’avanguardia.
Comunque tu ci ricordi che ogni nuova vita, quali che siano le circostanze che la hanno generata, è sempre un grande dono! Basta ricordarsi Chi davvero lo fa.
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