Unioni civili Il primo sindaco disobbediente




Il sindaco di Favria, in provincia di Torino, ha deciso di passare dalle parole ai fatti e si è rifiutato di celebrare un’unione civile tra due persone omosessuali che si erano rivolte a lui. In queste ore il cellulare di Serafino Ferrino, sindaco di centrodestra eletto con una civica al suo quarto mandato da primo cittadino, è bollente. “Meno male che ci sono dei giornalisti che non mi massacrano”, sorride al telefono con la Nuova BQ che, come tanti giornali ieri lo ha chiamato per sapere se è impazzito o no.

“Ma quale matto! – prosegue – ho semplicemente obbedito alla mia coscienza. E adesso mi stanno facendo la guerra tutti, ma pazienza. Vorrà dire che daremo la nostra testimonianza in questo modo”.

La vicenda dell’obiezione di coscienza per i sindaci di fronte alla legge Cirinnà, che non la prevede e stando a quanto dichiarato dall’esponente Pd madrina delle unioni civili, non verrà mai concessa, è questione che sta facendo arrovellare giuristi e politici. E che non sarà risolta a breve perchè implica molte questioni morali di cui tenere conto, ma l’uscita per certi versi clamorosa di Ferrino, istigata da un preciso disegno di colpire i sindaci più esposti, è destinata a creare un vero e proprio caso esemplare.

La Nuova BQ lo ha intervistato scoprendo, tra l’altro, che la coppia che si è presentata nel suo ufficio, non ha neppure la residenza a Favria. Coincidenze?

Sindaco, adesso come si muoverà?

Francamente non lo so. Ho avuto un colloquio con l’avvocato Gianfranco Amato dei Giuristi per la vita che mi assisterà in questa vicenda. C’è una sentenza della Corte Costituzionale del ’91 che tutela chi ha scrupoli di coscienza per ragioni religiosi e ideologiche, anche se la legge non lo prevede.

Perché l’ha fatto?

Per ragioni etiche e morali, perché sono cattolico praticante e perché come sindaco ho il dovere di oppormi ad una legge ingiusta.

I giornali stanno scrivendo che lei è un habitué delle Sentinelle in Piedi, come se fosse un marchio di appartenenza…

E’ vero, partecipo alle veglie di Ivrea. Sono un cattolico che cerca di fare il politico seguendo il Magistero della Chiesa. Nessuno può impedirmi di professarlo.

Adesso che cosa succederà?

Il responsabile dell’anagrafe procederà con la registrazione dell’atto senza passare dal mio consenso.

Quindi non concederà la delega?

No, questi signori sono venuti da me chiedendo l’unione civile. Io ho detto soltanto che la mia coscienza me lo impediva e che non l’avrei fatta. Così si sono rivolti all’ufficiale di stato civile che non sapeva come comportarsi.

Di chi si tratta?

Di una coppia omosessuale.

Di Favria?

No, si sono rivolti a noi perché a Favria c’è una villa del ‘700 che viene spesso utilizzata come luogo per i matrimoni.

Cioè: sta dicendo che l’unico motivo per cui vogliono sposarsi a Favria è per la location?

Così hanno detto, ma è chiaro che forse avevano altri obiettivi.

Quali?

Bè, io avevo già espresso la mia contrarietà…

Sostiene che ci può essere un disegno preordinato di andare a colpire i sindaci contrari?

Tutto può essere. Ma non mi curo di queste strategie.

La stanno massacrando mediaticamente…

Lo vedo…Arcigay ha già detto che mi denuncerà.

Lei solleva una questione spinosa: se concede una delega ad un altro, come per un matrimonio civile, non si tratta di una vera obiezione di coscienza, perché dal punto di vista morale sta cooperando ad un atto che la sua coscienza ritiene malvagio, se non la concede deve intervenire d’ufficio il Prefetto che incarica un altro. Ma si potrebbe configurare l’ipotesi di violazione di un obbligo di legge. Lo sa che provvedimenti potrebbe prendere gli Interni?

Sì. Sono consapevole che potrebbe arrivare anche lo scioglimento e il conseguente commissariamento.

Non la preoccupa?

Certo, ma se decideranno di farmi cadere per questo, vorrà dire che perderò la poltrona, ma avrò dato una testimonianza cristiana vera.

E lei ha delegato qualcuno?

No.

Il Prefetto è già intervenuto?

No, può darsi che mi chiamino. Lo dico col cuore in mano: non sto violando la legge, sto rispettando il mio credo.

Che cosa dicono in famiglia?

Mia moglie mi sostiene anche se è molto preoccupata dell’esposizione mediatica a cui sto andando incontro. In 37 anni di attività politica e amministrativa non era mai accaduto.

Lo sa che il leader del Family Day Massimo Gandolfini sta mappando i sindaci che vogliono chiedere l’obiezione di coscienza per proporre una modifica alla Cirinnà che contempli una forma di obiezione di coscienza?

No, anzi se mi dà un contatto lo cerco. Sono sicuro che siamo in tanti.

di Andrea Zambrano

Fonte: http://www.lanuovabq.it

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