L'incontro del mondo della scuola con il papa di domenica scorsa 10 maggio è stata sì una festa, come molti hanno scritto, ma non solo. C'era e c'è dell'altro.

Una festa, ma non solo




L’incontro del mondo della scuola con Papa Francesco di domenica 10 maggio e’ stata, come ha detto lo stesso Pontefice, una festa. Non si è trattato di una manifestazione “contro”, ma “per”. Ed infatti a vedere i gruppi festanti, gli insegnanti, gli alunni e le famiglie presenti si aveva proprio l’impressione di una grande festa “per la scuola” . Ciò tuttavia non vuol dire che i drammatici problemi della scuola italiana e della scuola cattolica in particolare non fossero presenti in piazza San Pietro e che i partecipanti – 300 mila stando alle valutazioni più accreditate – fossero lì solo per divertirsi insieme.
La scuola sta vivendo un momento molto difficile. Nuove ideologie stanno tentando di indottrinare i ragazzi e i giovani togliendo ai genitori la responsabilità primaria nell’educazione dei figli. Il recente fatto accaduto al “Giulio Cesare” di Roma, dove è stato letto un romanzo erotico e omo-erotico molto dettagliato è solo la punta dell’iceberg.
Nel frattempo le scuole cattoliche stanno morendo. Stamattina, al bar, sono stato avvicinato da una bimba di 10 anni e dalla sua mamma che mi hanno proposto di acquistare dei biglietti della lotteria a favore della scuola ” Virgo Carmeli”.  Le scuole cattoliche stanno facendo l’impossibile per sopravvivere e la legge sulla parità èè una presa in giro.
Le cronache ufficiali dell’incontro col Papa del 10 maggio – a cominciare dai TG principali – non hanno fatto emergere niente di tutto questo: sembrava che tutta quella gente fosse andata in piazza San Pietro per veder volare i palloncini.
Il Papa, però, non si è limitato a dire che si trattava di una festa. Ha avuto anche parole molto impegnative: “La famiglia e la scuola non vanno mai contrapposte! Sono complementari, e dunque è importante che collaborino, nel rispetto reciproco”, aggiungendo anche che “L’educazione non può essere neutra. O è positiva o è negativa; o arricchisce o impoverisce; o fa crescere la persona o la deprime, persino può corromperla”. La scuola, secondo Francesco, non insegna il relativismo, ma il Vero, il Buono e il Bello: “Se una cosa è vera, è buona ed è bella; se è bella, è buona ed è vera; e se è buona, è vera ed è bella”.
Nei giorni precedenti al grande incontro romano, anche il cardinale Angelo Bagnasco era intervenuto in varie occasioni sul tema della scuola. Anche in questo caso non si è esitato ha parlare chiaro, senza coprire gli acuti problemi della scuola. In una intervista al settimanale “Tempi”, il cardinale aveva detto: “Guardiamo all’appuntamento del 10 maggio prossimo in piazza San Pietro con il Papa. Davanti a lui e con lui riaffermiamo l’urgenza a del compito educativo; la sacrosanta libertà dei genitori nell’educazione dei figli; il grave dovere della società a tutti i livelli e forme, di non corrompere i giovani con idee ed esempi che nessun padre e madre vorrebbero per i propri ragazzi; il diritto ad una scuola non ideologica e supina alle mode culturali imposte; la preziosità irrinunciabile e il sostegno concreto alla scuola cattolica. Essa è un patrimonio storico e plurale del nostro Paese, offre un servizio pubblico seppure in mezzo a grandi difficoltà e a prezzo di sacrifici imposti dall’ingiustizia degli uomini: ingiustizia che i responsabili fanno finta di non vedere pur sapendo – tra l’altro – l’enorme risparmio che lo Stato accantona ogni anno  grazie a questa peculiare presenza”.
Si tratta, come si vede, di parole taglienti, che non sono in contrasto con la festa che si sarebbe celebrata in piazza San Pietro, ma che non riducono il senso di quel l’evento ad una semplice festa.
In precedenza il Cardinale Bagnasco aveva apertamente protestato per l’introduzione dei fascicoli UNAR, poi ritirati. “Quando si arriva a teorizzare simili amenità – ha detto il cardinale – e, addirittura, si pensa di imporle a tutti tramite la scuola senza tenere in alcun conto le famiglie, si capisce che si è superato il limite”.
Anche a proposito della scuola si deve sempre partire dal positivo e dalla voglia di educare, senza però dimenticare che la scuola non è un edulcorato mondo dei sogni, ma terreno di confronto, spesso aspro, tra diverse e perfino opposte  visioni del vero, del buono e del bello.

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