All'unanimità la Giunta Dipiazza, in coerenza con le promesse elettorali, ha deliberato il ritiro del Gioco del Rispetto dalle scuole comunali. Per Amedeo Rossetti ha vinto il buon senso, ma la libertà educativa dei genitori andrà ancora difesa.

Trieste: la giunta Dipiazza ritira il Gioco del Rispetto. Intervista ad Amedeo Rossetti




La Giunta del Comune di Trieste ha oggi approvato all’unanimità il ritiro, con effetto immediato, del “gioco del rispetto”; molto banalmente, come ha accolto questa notizia?

Non posso che accogliere con soddisfazione questa notizia, anche se devo però riconoscere che è una soddisfazione purtroppo solo parziale.

Perché? Il progetto è stato annullato ed è stato deliberato anche il ritiro materiale di tutti kit, ovvero di tutte le scatole…

Questa è assolutamente una notizia molto positiva e va sottolineata la coerenza tra programmazione ed azione mostrata dal Sindaco e dalla Giunta; a venti giorni dall’insediamento la promessa fatta in campagna elettorale è già diventata realtà. Quello che mi dispiace è che nei mesi scorsi, da quando ho denunciato il caso, il dibattito è scivolato tutto sul piano politico, mentre i veri aspetti di certe problematiche non sono mai stati affrontati proprio da quelle parti politiche che sempre hanno detto di stare dalla parte del popolo.

Lei si riferisce all’aspetto dell’ideologia gender ?

Potrei riferirmi a questo, o meglio questo è quello che mi hanno messo in bocca quelle persone che criticavano la mia presa di posizione, senza però avermi mai cercato per un confronto  o per ascoltare le mie ragioni.

Sta parlando delle ideatrici del “Gioco del rispetto”?

Guardi, le ideatrici del progetto hanno solo fatto il loro lavoro: hanno costruito un kit e lo hanno proposto, a quanto pare non con intenti filantropici avendolo il Comune pagato; un qualsiasi imprenditore difende il suo lavoro o i suoi prodotti. Ben diversa è la posizione del Comune, la gestione precedente del Comune: credo non sia mai accaduto nella storia politica triestina che rappresentanti istituzionali abbiano con così tanta leggerezza dato del bugiardo ad un cittadino, un genitore che difendeva il suo sacrosanto diritto ad educare il proprio figlio.

Un attimo fa ha detto, se ho capito bene, che non si riferiva all’aspetto “gender”…

Sfido chiunque ad esibire una mia dichiarazione in cui facevo riferimento a questo; io ho sempre sostenuto di educazione: la mia percezione come genitore, e primo educatore di mio figlio, è stata quella di un contenuto altamente diseducativo. E poi, me lo lasci dire, non è che il Comune allora abbia fatto una grande figura dal punto di vista di esempio.

Lei è stato costretto a ritirare suo figlio dall’asilo…

No, guardi… Noi non abbiamo ritirato proprio nessuno; piuttosto è stato il Comune che ha cancellato nostro figlio dalle liste di iscrizione…

Però non lo avete mandato all’asilo dall’inizio dell’anno fino a novembre inoltrato…

Verissimo, ma è proprio qui che l’istituzione scolastica comunale ha smentito sé stessa; vede, il regolamento comunale prevede che dopo un’assenza non giustificata di 15 giorni, il bambino perda il diritto all’iscrizione; nostro figlio alla ripresa dell’anno scolastico lo abbiamo tenuto a casa, scrivendo al Comune che, nel supremo interesse del benessere psico fisico del bambino,  non lo avremmo mandato a scuola fino a che non sarebbe stato reso noto il POF per l’anno scolastico in corso ( 2015/16 n.d.r.); un’anomalia il fatto che si renda noto il programma a sei settimane dall’inizio dell’anno scolastico, privando di fatto le famiglie del diritto di scelta in base all’offerta formativa.

Quindi poi suo figlio è stato cancellato dalle liste!

Il bello è che non è stato cancellato per questo, e questo è l’aspetto più importante della vicenda: fino a fine ottobre la giustificazione che ho dato, ovvero la mancanza del POF, è stata riconosciuta come valida! Negli ultimi giorni di ottobre è stata presentata la bozza del POF e poco dopo l’Ufficio Scuola del Comune ha sollecitato una mia decisione, tuttavia  impossibile da prendere basandosi su una bozza priva di qualsivoglia valore giuridico; e così hanno riconosciuto anche questa come giustificazione valida.

Quando ai primi di novembre è uscita la versione definitiva del POF, mi hanno dato il termine di 15 giorni per decidere; ci ho riflettuto e dopo qualche giorno ho richiesto delucidazioni su alcuni contenuti del POF approvato; per questa richiesta hanno impiegato un paio di settimane per rispondere ed anche in questo lasso di tempo hanno considerata valida la giustificazione.

Però la risposta, sembra ricordare, non è stata molto esauriente…

Guardi, la risposta era degna di una delle migliori “aringhe difensive” del Conte Mascetti del film “Amici miei”; però faccio notare che quando questa mi è stata recapitata, il Comune aveva dato un’ulteriore proroga di 10 giorni per decidere cosa fare con nostro figlio; in pratica da settembre fino a fine novembre hanno considerato giustificata l’assenza!

Questo è un aspetto molto importante, perché significa che avevo ragione!

I fatti ora lo hanno dimostrato…

Ormai poco mi importa di questo; dobbiamo occuparci dell’aspetto più preoccupante, che riguarda tutte le scuole, di ogni ordine e grado: l’esclusione, o il tentativo di questa, di tutte le famiglie dall’educazione dei propri figli. Ed il problema sta molte volte nelle famiglie stesse, troppo leggere nel delegare l’educazione a terzi.

In conclusione quindi non possiamo dire “pericolo passato”?

Assolutamente no! Il pericolo più grosso, purtroppo, sono proprio quei tanti genitori che, per diversi motivi, non riescono a seguire i loro figli con l’attenzione necessaria; costa fatica ed è un impegno anche molto pesante, ma oggi non ci si può più fidare e delegare a scatola chiusa.

E quindi?

Quindi continuerò nel cercare di sensibilizzare le famiglie ed il Comitato genitori Trieste continuerà pure nella sua missione;  il prossimo 25 settembre a Trieste ci sarà  un incontro sul tema famiglie; saranno previsti due interventi: uno sarà il mio, in cui parlerò di alcuni aspetti di questo progetto, ormai “ex” per Trieste; poi ci sarà quello dell’Avv. Gianfranco Amato, che già è stato da noi lo scorso anno.

Ci sono tantissime famiglie che sono contrarie a tutti questi progetti, lo si evince anche dai risultati delle ultime amministrative,  ma che non se la sentono di esporsi; proporre e presentare esempi vincenti è importante per far prendere coraggio.

9 risposte a “Trieste: la giunta Dipiazza ritira il Gioco del Rispetto. Intervista ad Amedeo Rossetti”

  1. Michele Luzzatto ha detto:

    Non si riferiva all’aspetto “gender”?
    Non è lo stesso Amedeo Rossetti che secondo l’articolo pubblicato su questo sito il 19.4.16 “ha segnalato a livello nazionale la radice pro-gender de “Il Gioco del Rispetto””? Si vede che Silvio Brachetta era poco informato…

  2. Gianni Bua ha detto:

    Mi sembra,forse sbaglio, che l’80 % degli altri genitori REGOLARMENTE informati, avevano acconsentito al Gioco del Rispetto. Siamo arrivati alla dittatura delle minoranze ??

  3. Gloria ha detto:

    Di “regolarmente informati” erano ben pochi!!!

  4. Gianni Bua ha detto:

    Egregio Signor Fontana,se Ella non ha fiducia in quanto ho scritto provi a chiedere al Rossetti – che spero sia onesto nel risponderLe – quante convocazioni ha ricevuto dagli Insegnanti e dal Plesso Scolastico prima della partenza del progetto. Alla Signora/ina Gloria erano informati i genitori che,responsabilmente, hanno partecipato alle riunioni ( se è esatto quanto riferitomi da una delle fautrici del progetto ) sono state tre. Mi sembra, ma forse sbaglio, che chi tace o non si presenta acconsente e poi non ha più diritto di dissentire.

  5. Gianni Bua ha detto:

    Non vedo, con scarso piacere, nè il mio post pubblicato nè alcun commento.

    • Stefano Fontana ha detto:

      caro amico, non rispondo a tutti i commenti, è bene che i lettori si esprimano e dialoghino tra loro. Quanto alla informazione sul Gioco del Rispetto penso proprio che lei abbia torto.

      • Gianni Bua ha detto:

        Non ho nulla da obiettare al Suo post del 3/8, vorrei solo sapere (se posso) qual’è il mio torto (documentato, non “credo qui est absurdum). Ripeto, ad abundantiam, che la dittatura delle minoranze – illuminate,ça va sans dire – come ad esempio il post di Gloria de 28/7- è un classico esempio.

  6. Amedeo Rossetti ha detto:

    Egregio Signor Bua,
    intervengo adesso senza avere intenzione di perdere tempo in inutili e sterili diatribe con chi artatamemte cerca di manipolare la realtà dei fatti.
    Chiunque asserisce che i genitori siano stati convocati prima dell’avvio del ‘gioco del rispetto’ mente sapendo di mentire.
    Se Lei, evidentemente così bene informato, avesse letto la replica dell’allora vicesindaco Martini e la successiva contro replica mia, avrebbe l”evidenza che nessun incontro con i genitori ci sia mai stato pri
    ma he io abbia segnalato quanto stava accadendo nell”asilo su mio figlio.
    Prima di discettare su argomenti di cui evidentemente si ha poca conoscenza, sarebbe d’uopo informarsi preventivamente.
    Con questo chiudo il mio intervento esprimendo il mio stupore per cotanta improvvisa, e direi soprattutto tardiva, voglia o ricerca di un confronto che a me è stato negato per oltre un anno.

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