Oggi 3 novembre 2015 nella Cattedrale di San Giusto si è celebrata la solennità di San Giusto Martire, patrono della diocesi e della città di Trieste. Presenti il Vescovo emerito, il Prefetto, il Sindaco, altre autorità e grande concorso di popolo. Quest’anno la commemorazione del Patrono è stata fortemente arricchita dalla solenne conclusione del Sinodo diocesano.Alla conclusione della celebrazione eucaristica, infatti, il Vescovo ha firmato il decreto con cui sottoscrive e rende pubblici i documenti del Sinodo, dichiara chiuso il Sinodo e ne promulga le decisioni normative. E’ stato inoltre letto il Messaggio del Sinodo alla Città.
Il lungo percorso del Sinodo era cominciato ben cinque anni fa, con la sua indizione da parte del Vescovo e con un cammino di preparazione durato due anni incentrati rispettivamente sulla Parola di Dio e sull’Eucarestia. A ciò è seguito il lavoro del Sinodo vero e proprio. Questo è iniziato l’11 ottobre 2012, – in concomitanza con l’avvio dell’Anno della fede, promosso da Benedetto XVI per fare grata memoria del 50° anniversario dell’inizio del Concilio Ecumenico Vaticano Secondo, ed è durato tre anni.
Nell’melia il Vescovo ha sottolineato il nesso tra la Festa di Sa Giusto, la conclusione del Sinodo e la simpatia della Chiesa di Trieste per questa Città: “il Sinodo diocesano ha guardato con simpatia alla vita civile della nostra Città e del suo territorio reso particolarmente ricco da una popolazione multietnica e multiculturale, confermando la volontà della Chiesa di essere, nel rispetto delle sue competenze religiose e morali, un fattore sincero e disinteressato del loro sviluppo e della loro necessaria rinascita”.
Egli inoltre ha ricordato che l’unica vera via del rinnovamento è solo la santità: “la fede cristiana è un dono inestimabile, un dono di grazia divina e di salvezza umana, un dono che libera le anime e le persone appesantite dal peccato, dal male e dalla disperazione, aiutandole a guardare con speranza al futuro e ad operare nella società con carità e amore. Da qui, il Sinodo propone come condizione basilare ed essenziale un itinerario di conversione proiettata verso una vita di santità personale.La vocazione delle vocazioni del cristiano è, infatti, la vocazione alla santità.Tutta la storia della Chiesa è lì a testimoniarci che le grandi stagioni di rinnovamento ecclesiale sono state animate dai santi“.
Il Sinodo, ha aggiunto il Vescovo, si conclude alle soglie dell’Anno Santo della Misericordia: “Per volontà di papa Francesco ogni Chiesa Cattedrale avrà la sua Porta della Misericordia. Anche la nostra Cattedrale avrà la sua Porta della Misericordia che avremo la grazia e la gioia di aprire il prossimo 13 di dicembre. In questo modo, il Sinodo diocesano, con i suoi intendimenti di rinnovamento spirituale e pastorale, avrà nell’indizione dell’Anno Giubilare una sua prima verifica”.
Il Messaggio del Sinodo alla Città, letto alla fine della celebrazione eucaristica, invita a non avere paura del Vangelo: “il Vangelo è il fattore più potente per lo sviluppo dei singoli e della società, anima che purifica le intenzioni e le relazioni, lievito che fa maturare il bene. Nessuno deve aver paura del Vangelo: ogni parola che esce dalla bocca di Dio e che viene annunciata dai suoi figli e dalle sue figlie è per il bene, la felicità, lo sviluppo di tutti”.
“L’invito che viene dal Sinodo diocesano – conclude il Messaggio – è quello di lavorare tutti insieme per dare alla nostra città di Trieste la feconda prospettiva di una rinascita. Trieste – lambita dal mare, sormontata dal Carso, vivacemente accarezzata o sferzata dall’intensità della bora; abbraccio di popoli e custode del vissuto spirituale di molte identità religiose e culturali; intensamente vivace in ogni impegno di alta ricerca scientifica e ricca di una molteplice e diversificata forma d’arte; attiva nello sport e nel tempo libero; vivace in ogni espressione esistenziale e, nello stesso modo, testimone consapevole e sensibile delle ancora troppe forme di povertà e di emarginazione che tracciano solchi di profonde solitudini personali e familiari – vuole imboccare le strade dello sviluppo integrale e solidale che consenta di guardare al futuro con fiducia. Di fronte a queste attese, come cristiani siamo ben consapevoli che spesso non siamo stati e non siamo all’altezza di far gustare tutta la benevolenza e la misericordia che incontriamo nel Signore Gesù Cristo. Anche per questo, al termine di questo nostro cammino sinodale, vi chiediamo la disponibilità a pensarci con rinnovata fiducia come buoni compagni di strada, perché voi lo siete per noi. Desideriamo che Trieste sia capace di riscoprire e valorizzare la sua vocazione di città disponibile a valorizzare l’umano nella sua integralità di piena apertura al trascendente, una città accogliente, vicina ai poveri, città che guarda ad Oriente ed è naturale ponte con l’Occidente. Il giovane laico Giusto, nostro santo patrono, vegli su Trieste e la protegga”.
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