Fino a pochi giorni fa era come se Francesco Russo dicesse a Cosolini: “Roberto, stai sereno … il candidato sindaco sarai tu”. Intanto tramava il colpo alla schiena. Proprio come Renzi con Letta.

A Trieste: “Roberto, … stai sereno!”. Colpire i renziani con lo stesso metodo di Renzi




Non credo che lo scontro – chiamato “primarie”, ma comunque scontro – tra il senatore Francesco Russo e il sindaco in carica Roberto Cosolini farà bene al Partito democratico di Trieste. Certamente non farà bene alla sua immagine.
Francesco Russo ha chiesto le primarie per la candidatura a sindaco alle prossime amministrative del capoluogo giuliano. Ma non ha (finora) portato un argomento di programma. Cosolini ha raccolto i suoi al caffè San Marco. Ha parlato ma non ha portato un argomento di programma. L’impressione è che o si tratta di una pura questione di volto (o di immagine elettorale, ma queste non erano cose da Forza Italia e non da PD?), oppure di una questione di potere. Si sa già che, comunque, al perdente sarà dato un premio di consolazione non da poco nella mappa del potere triestino.
Russo dice di avere in mano dei sondaggi (ma queste non erano cose da Forza Italia e non da PD?) che prevederebbero la perdita di Cosolini, quindi – così dice – bisogna cambiare volto. A parte il narcisismo dell’autoapprezzamento, la cosa suona da sconfessione di cinque anni di governo del Partito democratico a Trieste. Squadra vincente non si cambia. Se la si cambia è perché non la si ritiene vincente, ossia si pensa che i triestini esprimano un giudizio di condanna per la precedente giunta. Russo mette sotto accusa il partito – nella giunta Cosolini è presente anche la coordinatrice regionale – e non solo il “volto” del sindaco.
La storia presenta conferme ed anche rovesciamenti di fronte. Fino a pochi giorni fa era come se Russo dicesse a Cosolini: “Roberto, stai sereno … il candidato sindaco sarai tu”. Intanto tramava il colpo alla schiena. Proprio come Renzi con Letta. Questo ci ha fatto ricordare che Francesco Russo era in quota alla corrente di Enrico Letta, che ora non c’è più da quando il suo leader, affranto e disgustato da quel “Enrico, stai sereno …” del sindaco di Firenze, ha lasciato la politica. Una vendetta: quello che faceste a Letta ora io faccio a voi. Colpire i renziani con lo stesso metodo di Renzi. Geniale … ma sarà anche efficace?

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