Gli avevamo consigliato di rivedere la legge elettorale e lui, da sempre contrario qualsiasi ritocco dell'Italicum, ci ha ascoltato. Renzi legge Vita Nuova, ma non sappiamo se sia un bene o un male.

Renzi legge Vita Nuova




E’ di questi giorni l’apertura del premier Renzi alla riforma della legge elettorale. “Aspettiamo le proposte di altri in Parlamento”, ha detto. Sentendolo al telegiornale, mi è perfino balzata alla mente l’ipotesi che Renzi legga Vita Nuova. Infatti in un editoriale di non molti numeri fa, avevo dichiarato di non capire perché egli si impuntasse a blindare la legge elettorale Italicum da ogni cambiamento. Infatti allora era stato molto chiaro: nessuna riforma all’Italicum. In quell’editoriale esponevo le mie ragioni che, in sintesi, si riducono ad una sola: mantenere così l’Italicum danneggerebbe il governo al referendum costituzionale. Infatti la combinata tra riforma costituzionale e legge elettorale fa paura ai molti che ritengono che possa aprire le porte ad un vero regime, ossia ad un eccesso di potere del governo sugli altri organi costituzionali. A mio avviso, se il governo rivede la legge elettorale, riducendo per esempio il premio di maggioranza al secondo turno senza soglia, eliminerebbe molte preoccupazioni negli elettori e i fautori del “si” potrebbero averne vantaggio. Era nell’interesse di Renzi farlo e io non capivo perché non lo facesse.

Anche perché alla Corte costituzionale è giunto dai giudici di Messina un ricorso proprio su questo punto. Un premio di maggioranza del 54 per cento al partito vincente al ballottaggio senza soglia – ossia con qualunque numero di voti ottenuti – appare evidentemente antidemocratico. C’è la possibilità concreta che un partito che prenda al secondo turno elettorale il 20 o il 25 per cento abbia in mano la Camera. E siccome la riforma costituzionale concentra nella Camera tutte le funzioni parlamentari politiche, si tratterebbe di un colpo troppo grosso. La sentenza della Corte costituzionale a questo proposito era attesa per il 4 ottobre, ma sembra che venga rinviata per non disturbare il referendum. In ogni caso il governo fa bene a tenerne conto.

Ecco allora la nuova decisione: l’Italicum si può cambiare, però, hanno detto gli stretti collaboratori di Renzi e i principali esponenti del PD, ciò non c’entra nulla con la riforma costituzionale e il referendum. Ed invece secondo me c’entra perché il mantenimento di questa legge potrebbe favorire i sostenitori del “no”.

La democrazia italiana attraversa un periodo di difficoltà. La partecipazione alle elezioni cala e alle ultime amministrative è scesa al di sotto del 50 per cento. Le nuove esperienze politiche sembrano intrappolate anch’esse nei legami poco chiari di sempre. I partiti sono divisi al loro interno e ogni maggioranza deve vedersela con la sua minoranza interna. La Corte costituzionale ha dichiarato incostituzionale l’attuale legge elettorale (il Porcellum), però il Parlamento, che era stato eletto con quella legge, vuole addirittura cambiare la Costituzione. Molte leggi sono approvate con l’apporto di senatori e deputati che erano stati eletti nella controparte e che nel frattempo hanno passato il Rubicone. Le elezioni politiche vengono continuamente, per legittime valutazioni dei Presidenti della Repubblica, rinviate data l’assenza di una valida legge elettorale. Anche valutando le cose solo sul piano delle procedure e delle garanzie c’è molto da lavorare perché la nostra democrazia riparta.

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