A seguito di quanto apparso sui mezzi di comunicazione circa la ricostruzione imprecisa e parziale dei fatti che riguardano la chiusura della scuola materna Armida Barelli, il sottoscritto don Paolo Rakic, in qualità di legale rappresentante della parrocchia B.V. del Soccorso e dell’Associazione Armida Barelli dal 25 novembre 2012, precisa quanto segue:
1. la chiusura, comunicata ai genitori in data 10 gennaio, è motivata da una duplice ragione.
La prima è di ordine economico; l’asilo versa in una situazione di perdita nel bilancio che perdura da oltre un decennio. La parrocchia della B.V. del Soccorso ha posto in essere il massimo impegno – sebbene gli aspetti finanziari e patrimoniali della gestione della Scuola fossero a carico dell’Associazione – per coprire il deficit di bilancio, maturato nel corso degli anni dalla stessa Associazione Barelli. La seconda è di ordine amministrativo, laddove le ordinanze della Soprintendenza, che dispongono il ripristino di alcune parti dell’immobile, rendono automaticamente la struttura dell’asilo non più conforme alle normative di legge in materia;
2. la villa di viale III Armata non è mai stata donata alla parrocchia, ma è stata acquistata dal parroco di allora con regolare contratto di compravendita;
3. l’operazione definita «una speculazione edilizia senza fini di lucro», oltre ad essere una stridente contradictio in terminis, non corrisponde all’intenzione della precedente amministrazione
parrocchiale, la quale, al fine di consentire i lavori di adeguamento della Scuola per mantenerla usufruibile all’utenza, aveva prospettato di cedere dei piani superiori della struttura (in quanto inutilizzati) così ottenendo la copertura economica delle opere di ristrutturazione;
4. Sul tema dei collaboratori/dipendenti, né la parrocchia, né l’associazione hanno licenziato i soggetti interessati, non essendone i datori di lavoro;
5. l’associazione ha provveduto a riunire tutte le figure competenti in materia, assieme all’Assessorato dell’educazione del Comune di Trieste, per individuare le soluzioni possibili di reinserimento dei
bambini in altri asili comunali e privati per permettere, in tempo utile, ai genitori degli stessi l’iscrizione, al fine di limitare i conseguenti disagi all’utenza.
don Paolo Rakic
Lascia un commento