“Poliamore”: Manuel, Victor e Alejandro oggi sposi




E’ stato ufficializzato in Colombia lo scorso 3 giugno il primo matrimonio “poliamoroso”: a dirsi “sì”, per tutta la vita, sono stati tre uomini. Gli sposi sono Manuel Bermudez, 50 anni, giornalista, Víctor Hugo Prada, 22 anni, attore, e Alejandro Rodriguez, 36 anni, personal trainer. L’atto è stato firmato dinanzi a un notaio, che ha formalizzato un’unione nata dal desiderio di “concordare un regime patrimoniale sulla base di una relazione a tre, a conferma che le persone possono stare insieme a prescindere dal loro colore, status, sesso, razza, credo religioso e appartenenza etnica. Questo non è vietato dal diritto internazionale né dalla legge in Colombia”.
E’ un vero e proprio matrimonio? Quasi. Il riconoscimento della famiglia “poliamorosa” colombiana si fonda sulla “trieja”, una normativa patrimoniale “a tre” in vigore nel Paese; ma oltre al tetto, i tre “mariti” condivideranno anche diritti e doveri. E dire che in Colombia il matrimonio omosessuale è stato legalizzato solo lo scorso anno: l’accelerazione verso la disgregazione dell’antico concetto di famiglia -il matrimonio tra uomo e donna, naturalmente aperto alla procreazione – è dunque velocissima. La notizia riaccende i riflettori sulla controversa questione della poligamia: la “trieja” è solo una variante del “poliamore” che ammette la possibilità di amori plurimi, senza specifica indicazione numerica, anche tra eterosessuali.
Non si tratta più dunque di “mimare” il matrimonio, fornendone una versione omosessuale, ma di smontare il senso stesso della famiglia, che è è da sempre il cuore della comunità umana. L’istituto del matrimonio -l’abbiamo ripetuto mille volte- è nato per inserire la filiazione in un quadro regolatorio certo, cioè per proteggere la prole, bene prezioso per la continuità delle generazioni e il futuro dell’umanità, e non per sancire ufficialmente l’amore di coppia o di gruppo, etero o omosessuale.
Quello che importava (e ancora dovrebbe importare) allo stato, è la certezza della genitorialità, il quadro di diritti e doveri in cui va inserita, la stabilità familiare in cui far nascere ed educare i bambini, e non certo se Ramon e Miguel si amano e vogliono vivere insieme, magari insieme a Juan. Ma oggi la società non è più proiettata verso il futuro, piuttosto spinta a consumare il presente, e dei figli, o della continuità delle generazioni, importa sempre meno. Ogni desiderio diventa diritto e spinge verso un nuovo desiderio: era inevitabile che il matrimonio, una volta modificato nella sua sostanza (l’apertura naturale alla procreazione insita nella coppia eterosessuale) potesse subire altre trasformazioni. La famiglia “poliamorosa” arriverà, prima o poi, anche da noi e si dirà che è semplicemente un nuovo diritto.
di Angela Napoletano
Fonte: https://www.loccidentale.it

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