L'Onorevole Sandra Savino risponde ad alcune domande sulla sua attività di parlamentare, sulla situazione del suo partito a livello nazionale e in regione e le condizioni del centrodestra a Trieste

Occuparsi di Trieste a Roma




On. Savino, qual è la posizione dominante in Friuli Venezia Giulia circa il ritorno a Forza Italia? Prevale chi è d’accordo, nonostante i pericoli che questo comporterà per il governo? In regione c’è anche una quota di governativi che non vogliono che Letta corra rischi?

Ciò che posso dire è che nella nostra regione all’interno del partito c’è una diffusa prevalenza di consenso a favore del ritorno a Forza Italia. Le posizioni invece di chi sarebbe, come dice lei “governativo”, al momento appaiono più sfumate e quindi è difficile fare una conta. Per quel che riguarda i pericoli che incontrerebbe l’esecutivo a fronte della ricostituzione di Forza Italia io dico che il pericolo che corre realmente il governo è quello di non attuare dei provvedimenti realmente incisivi per risolvere i problemi dell’economia e del lavoro, e quindi di dimostrarsi sostanzialmente inutile nella sua opera quotidiana.

Letta e il Pd continuano a dire che bisogna tenere distinte le questioni giudiziarie personali dalle sorti del Governo. Lei ritiene che la questione giudiziaria di Berlusconi sia solo personale o abbia un forte valore politico?

Sostenere che le questioni cosiddette giudiziarie di Berlusconi possano essere a sé stanti rispetto al piano politico è un ragionamento ipocrita, perché il ruolo del leader del Pdl è determinante negli attuali equilibri che reggono l’esecutivo, in quanto lo stesso Pdl fa parte della maggioranza che sostiene il governo Letta. E poi, a mio avviso, i problemi giudiziari di Berlusconi dipendono dal suo impegno in politica, come è facilmente dimostrabile dal momento che le attenzioni nei suoi confronti da parte di certa magistratura iniziarono proprio con la sua discesa in campo del ‘94.

La storia dice che in Italia la sinistra vince solo quando il centrodestra è diviso. Ciò vale sul piano nazionale ma anche per Trieste. Cosa si può fare per tenere unito il centrodestra?

Credo che veniamo da una stagione difficile in questo senso, anche sul piano locale, dove personalismi e fughe in avanti non hanno portato né unità né serenità. E poi noto che in taluni casi molte energie, anche in termini di comunicazione, vengo impiegate più per dividere il partito che per fare opposizione al centrosinistra che governa tutti gli enti locali del territorio. Questo è un esercizio a cui personalmente non mi sono mai prestata e che mi auguro venga presto sostituito da un comportamento maggiormente responsabile. Comunque quella dell’unità del partito e delle sue anime è un obiettivo imprescindibile per presentarsi con credibilità davanti ai triestini nelle future competizioni elettorali e a questo dedicherò parte delle mie energie.

Qui a Trieste vede ancora dei personalismi eccessivi nel centrodestra? Cosa ci sarebbe da smussare?

Mi auguro che a seguito di un prossimo chiarimento complessivo a livello nazionale anche le posizioni locali si stabilizzino. Allo stesso tempo sarebbe auspicabile che le legittime aspirazioni e ambizioni di ognuno siano declinate a quello spirito di servizio che dovrebbe animare chi ha scelto di impegnarsi in politica a favore delle propria comunità.

Il suo impegno politico a Roma che beneficio sta portando alla città di Trieste? Può confermare che tra Lei (in quanto Onorevole) e il sindaco Cosolini non ci sia molto dialogo.

L’impegno da parlamentare a Roma in questi primi mesi ha riflettuto la mia esperienza da amministratore locale, prima al Comune di Trieste e poi in Regione, sui temi del bilancio e della finanza pubblica. Non a caso la proposta di legge a cui sto lavorando è quella dell’istituzione delle zone franche urbane, ovvero la possibilità di essere competitivi da un punto di vista della tassazione in un’area di confine come la nostra. Questo provvedimento, proprio per trovare il coinvolgimento di tutto il territorio regionale, riguarderebbe, oltre Trieste, anche Gorizia, Cividale, Tarvisio e Monfalcone.

Altro tema a cui mi sono dedicata è quello del gioco d’azzardo e delle situazioni di disagio ad esso legate. A tal proposito, per attribuire ai Comuni maggiori poteri sulle aperture di nuove sale di slot e video poker, ho presentato un emendamento che è stato poi recepito in sede di Commissione e approvato dal Parlamento e che conferirà maggiori poteri all’ente locale in ordine alla presenza di questo tipo di attività sul territorio.

Sempre sul fronte economico, nell’obiettivo di favorire le imprese e difenderle dalla burocrazia imperante, sono intervenuta sugli obblighi imposti alle aziende per quel che riguarda la tracciabilità dei rifiuti. Costi altissimi e appesantimenti regolamentari che vanno superati attraverso l’introduzione di una fase di sperimentazione e la ridefinizione dei parametri che determinano le tipologie di attività effettivamente impattanti da un punto di vista ambientale.

Infine ricordo la costante attività di pressione sul Governo, prodotta attraverso interrogazioni aventi per oggetto specifici temi del territorio, quali il futuro della Ferriera di Servola, il degrado del parco di Miramare e la ventilata chiusura dell’ufficio regionale del lavoro.

Per quel che riguarda il mio rapporto con il sindaco rilevo una certa difficoltà da parte sua ad accettare la presenza di una voce critica come la mia, che legittimamente cerca di mettere in evidenza quelli che sono — a mio avviso e non solo — i punti critici dell’operato di questa amministrazione comunale. Proprio il ruolo che deve svolgere chi sta all’opposizione, che ha il dovere di assolvere al compito di controllare e di stimolare chi governa. In questo, devo dire, il centrodestra era molto più disponibile e tollerante.

Lei è di recente intervenuta sul tema della famiglia. Su questo argomento a Vita Nuova insistiamo molto, opponendoci all’ideologia gender. L’Arcivescovo Crepaldi è più volte intervenuto con forza.

Condivido la critica nei confronti dell’intendimento di certi settori della politica di voler stravolgere il concetto di famiglia tradizionale partendo dal modello francese, con la sostituzione nei documenti delle parole madre e padre con quelle di genitore 1 e genitore 2. In pratica l’inizio dello scardinamento dei principi fondanti della nostra cultura, per un’idea di famiglia che non ha più dei riferimenti naturali. Il primo passo per l’azzeramento dei valori su cui si fonda la nostra comunità. Per questo ritengo che il voler scimmiottare scelte prese da altri Paesi, per il solo gusto di imporre alla maggioranza dei cittadini una prassi che demolisce il concetto di famiglia tradizionale, non solo non rappresenti una priorità rispetto ai problemi di cui soffre il Paese, ma che si tratti soprattutto di una scelta profondamente sbagliata.

On. Savino, l’uscita del senatore Camber come “senatore” ha inciso molto sul futuro del vostro partito?

Per prima cosa mi preme far presente che Giulio non ha mai usato titoli, ma solo il suo nome. Attorno a lui si aggrega una vasta area politica che non può essere equivoca in quanto a collocazione. Allo stesso tempo devo ricordare che da lui non sono mai partite dichiarazioni fratricide di sorta. Per questo lo ritengo una presenza, anzi un esempio del tutto singolare nel panorama politico locale. Vero!?

 

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