Tra i troppi silenzi dei consiglieri e assessori "cattolici", dei consiglieri della maggioranza obbedienti agli ordini di partito e di tanti esponenti (non tutti) del centrodestra, il Consiglio comunale ha istituito il deposito delle DAT.

Occasione persa




Nella serata di lunedì 31 arzo il Consiglio comunale di Trieste ha approvato la delibera proposta dalla Giunta sul deposito delle Dichiarazioni anticipate di trattamento (DAT), con due sole piccole modifiche. La delibera ha ottenuto un’ampia maggioranza di voti, solo sette i contrari. Ho assistito in diretta streaming alla discussione in aula e sono stato colpito dal fatto che tutti, non solo gli oppositori della delibera ma anche i suoi sostenitori, parlassero di eutanasia. Ma come?! La tesi ufficiale non era che tra la delibera sulle DAT e l’eutanasia non c’era nessun rapporto? Vuoi vedere che allora aveva ragione Vita Nuova a dire che il rapporto c’era, eccome?

Ho avuto l’impressione di un Consiglio che manca di coraggio, molto assuefatto al conformismo culturale che oggi va per la maggiore. Consiglieri “cattolici” compresi. Poche le voci dissenzienti e originali rispetto a delle veline che oggi nessun Minculpop dirama più, ma che esistono nella pre-comprensione dettata dal pensiero unico dominante e che riguarda tutti gli schieramenti politici. Un Consiglio che non anticipa i tempi ma che arriva in ritardo e confermare l’esistente. Spesso la politica ha bisogno di semplificazioni, i nostri amministratori leggono poco e si informano solo per lo stretto necessario. Fanno ragionamenti di partito e non approfondiscono. Del resto non è obbligatorio allegare la bibliografia di riferimento in calce ad un intervento in Consiglio comunale. Dalla società civile cerchiamo di fornire loro materiali e ragionamenti, ma essi sono distratti e sussiegosi e snobbano suggerimenti e spunti. In fondo, si trattava solo di DAT e non di cambiamento d’uso di terreni!

Però esistono anche Consigli comunali coraggiosi. Il Comune di Chieri, per esempio, ha approvato una delibera in cui mette al bando dal territorio comunale le disposizioni dell’OMS sull’educazione alla sessualità impostata all’ideologia del gender. Vita Nuova ha proposto che il Comune di Trieste esca dalla Re.a.dy: silenzio assoluto. Alcuni consiglieri comunali non sapevano nemmeno di cosa si trattasse. E’ evidente che se la società civile produce idee e la politica no prima o dopo il corto circuito si fa sentire. E’ questo il principale costo della politica.

Dicevo dei sette voti contrari. Ci si poteva forse aspettare che i partiti del centro destra, almeno per motivi politici, facessero una opposizione più seria. A pagina 3 pubblichiamo il testo di un intervento in aula da parte dell’opposizione. Però, durante il dibattito nei Consigli circoscrizionali, quando Vita Nuova faceva ampiamente la sua parte sul piano delle idee, anche nel centro destra è prevalso il partito del silenzio. Ci sono stati troppi partiti del silenzio: nel mondo cattolico, nell’opposizione e, devo dire, anche dentro la maggioranza. In troppi si sono defilati. Parlando in senso strettamente politico, il centro destra ha perso un’altra occasione per “esserci”. A sinistra gratti sul post-comunista e sempre di più trovi il radicale. A destra gratti sul liberale e sempre di più trovi anche lì il radicale. Se non si recuperano le vere identità si finisce tutti nella stessa palude. Quella delle DAT era una buona occasione. Persa.

Una risposta a “Occasione persa”

  1. Sara ha detto:

    Ma quali cattolici dai su X favore………………

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