Amedeo Rossetti, lei è stato protagonista stamattina di una strana e inquietante vicenda nella scuola materna comunale frequentata a suo figlio. Vuole raccontarci cosa è successo e perché?
Quando lo scorso 23 aprile ci hanno consegnato il foglio di richiesta autorizzazione a partecipare al “Gioco del rispetto” ero rimasto parecchio interdetto, perché lo stesso foglio non riportava possibilità di scelta tra “autorizzo” e “non autorizzo”; mancava anche il minimo cenno all’attività alternativa prevista; in data 27 aprile abbiamo consegnato una Raccomandata alla scuola ed all’Area Educazione del Comune di Trieste, restituendo il modulo e chiedendo, con specifica richiesta di risposta scritta, informazioni sull’attività alternativa, sul progetto di questa, sulle sue finalità, su materiali e sussidi eventualmente utilizzati, su data, ora e durata di tale attività e le persone che la porranno in essere.
Dopo tre giorni di assenza di mio figlio all’asilo, oggi l’ho riportato a scuola ed ho notato un avviso affisso in bacheca, con data 8 maggio, che avvertiva che il 13 sarebbe iniziato il progetto e che in alternativa si prevedeva la lettura di due libri.
Sono rimasto allibito dal fatto che mai ho avuto risposta ad una lettera che è un documento ufficiale inviato ad un ufficio pubblico e purtroppo non avevo modo di visionare i libri proposti, anche perché lo avrei comunque fatto insieme a mia moglie; io ho dovuto prendere ore di permesso dal lavoro e siamo stati nostro malgrado costretti a ritirarlo dalla lezione.
Secondo lei perché il Comune, o chi per esso, non ha risposto alla sua richiesta di chiarimenti?
Non riesco ad immaginarmi il motivo per il quale nessuno abbia risposto; questa domanda sarebbe da porre al Comune. Mi auguro soltanto che ciò sia dovuto ad una svista dell’istituzione, cosa già per sé non positiva, e che non ci sia un reale motivo legato a questo silenzio, perché sarebbe ancora più grave.
Lei alla fine è stato costretto a ritirare suo figlio … Ma le scuole materne del Comune non dovrebbero essere di tutti?
Mio figlio ha subito una vera e propria discriminazione e noi genitori, insieme a lui; tutti i bambini stanno subendo una discriminazione, perché in realtà si trovano divisi in gruppi, uno a fare un progetto che nemmeno è inserito nel POF e l’altro a fare attività alternative, presentate come rientranti nel POF; quindi un gruppo che riceve formazione in base ad un programma e l’altro no.
A Trieste stanno accadendo fatti scandalosi, i genitori devono difendersi dal Comune e devono proteggere i proprio figli dalla imposizione istituzionale di una ideologia. Come rispondere? Cosa fare?
I genitori devono entrare nell’ottica che non possono più delegare nulla! Purtroppo non possiamo più delegare l’educazione alla scuola basandoci sulla fiducia e prendendo tutto a scatola chiusa; troppa ideologia, troppe cose poco chiare e tenute nascoste a chi ha tutti i diritti di sapere; mi sento ferito, mi sento offeso nella mia genitorialità; trovo tristissimo e grave che siamo arrivati al punto che i genitori debbano proteggere i propri figli dalla Pubblica Istituzione. Un brutto, bruttissimo segnale.
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