Putin si è detto interessato alle radici cristiane dell'Europa e alla difesa dei cristiani perseguitati, ma purtroppo i giornalisti gli hanno chiesto solo di Berlusconi.

Non solo accordi commerciali




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Trieste è tornata ad essere per un giorno il ponte tra est ed ovest e tra Mediterraneo e Baltico. Nel magnifico contorno di Piazza Unità d’Italia, martedì 26 novembre, si sono incontrati il presidente del Consiglio Enrico letta e il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin per l’annuale vertice italo-russo (che il prossimo anno si terrà a Soci). Con loro una decina di ministri per parte e, a latere, un incontro bilaterale tra attori dell’industria e del commercio. L’incontro tra Letta e Putin è avvenuto in Prefettura, la conferenza stampa, durata un’ora, nel Palazzo della Regione. Erano state annunciate manifestazioni di protesta contro Putin, che in Russia attenterebbe ai diritti civili, ma non c’è stato granché e, comunque, la zona rossa era sotto controllo.

Durante il summit sono stati firmati quasi 30 accordi di collaborazione produttiva bilaterale. Il vertice ha prodotto effetti economici significativi. Però ciò che ha particolarmente colpito è stato quanto affermato dal presidente Putin nel suo intervento alla conferenza stampa. Egli ha subito ricordato di avere incontrato il giorno prima Papa Francesco a Roma, dicendosi molto contento di questa opportunità, e di aver concordato con il Vaticano alcuni importanti iniziative culturali comuni. Ha quindi detto di essere interessato a rilanciare le radici cristiane dell’Europa. Anche con la Comunità Europea – ha continuato – bisogna discutere non solo di economia ma anche dei valori del nostro continente. Ha anche detto di aver parlato con il Papa della persecuzione dei cristiani e del problema della loro protezione in tanti Paesi del Medio Oriente, Siria in particolare. Si è detto molto interessato a favorire il dialogo interreligioso e a difendere le minoranze nel loro diritto alla libertà religiosa.

Tutto questo egli ha detto di sua iniziativa e non in risposta a domande dei giornalisti. Peccato, purtroppo, che invece le domande dei giornalisti italiani presenti si siano ripiegate sull’argomento Berlusconi.

Sul piano economico è stato sicuramente un incontro significativo che va di pari passo con una crescita nel partenariato commerciale del 25% in più rispetto allo scorso anno, per un interscambio stimato in circa 50 miliardi di dollari. L’Italia è il quarto partner commerciale della Russia.

Come si diceva, son stati siglati quasi una trentina gli accordi, firmati dai ministri del governo italiano e della Federazione russa, nonché da industrie dei rispettivi Paesi, quali, per l’Italia, ENI, Enel, Poste-Selex, Mediobanca, Fincantieri e Pirelli. Si va da collaborazioni in campo scientifico e sanitario, scambi a livello di alta tecnologia, commesse per l’industria navale sia in campo civile che militare, approvvigionamento energetico, scambi in campo culturale e turistico con l’Anno italiano per il turismo in Russia, contemporaneo all’Anno russo per il turismo in Italia che inizia proprio con questo evento. Sul tema non sono mancati anche accordi in merito alla sburocratizzazione delle dogane e della politica dei visti per favorire il turismo ed il commercio. Tutti accordi che, per un impegno economico complessivo per circa un miliardo di euro, dovrebbero avere importanti ricadute per le piccole e medie imprese dei due Paesi, anche in termini di posti di lavoro e conseguente lotta alla disoccupazione.

Il Presidente del Consiglio Italiano Enrico Letta ha parlato anche del partenariato strategico fra Italia e Federazione Russa su tanti scenari particolarmente significativi quali la questione siriana dopo la decisiione susseguente al G 20 che apre alla distruzione delle armi chimiche e che richiede un importante impegno umanitario verso la drammatica situazione delle popolazioni civili e i rifugiati.

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