Pellegrinaggio diocesano post sinodale dal Papa: l'omelia del Vescovo alla celebrazione eucaristica nella Basilica di San PIetro.

“Non abbiate paura di aprire le porte a Cristo”




DIOCESI DI TRIESTE
PELLEGRINAGGIO GIUBILARE A ROMA
+Giampaolo Crepaldi
Basilica di San Pietro, 29 aprile 2015

1. Carissimi fratelli e sorelle, predragi bratjie in sestre, dopo aver varcato la Porta della Misericordia allestita in questa Basilica Patriarcale che custodisce la tomba dell’Apostolo Pietro, il nostro cuore è pieno di santa esultanza per la grazia di trovarci in questo luogo che conferma e rafforza la nostra identità di discepoli del Signore Gesù, lieti di professare la loro fede cristiana e di appartenere alla Chiesa Cattolica. Gesù ha detto: “Io sono la porta” (Gv 10,7). Di fatto, per il cristiano vi è una sola porta e questa porta è Gesù. A Lui solo si può attribuire la parola del Salmista: “È questa la porta del Signore, per essa entrano i giusti” (Sal 118, 20). Passare dalla Porta della Misericordia significa professare che Gesù Cristo è il Signore, rafforzando la nostra fede in Lui, per vivere la vita nuova che ci ha dato. San Giovanni Paolo II aveva annunciato al mondo, il giorno stesso della sua elezione: “Non abbiate paura di aprire le porte a Cristo”. Dovrà essere così anche per noi. Questo nostro pellegrinaggio, vuole essere espressione di questa convinta, rinnovata e gioiosa professione di fede in Cristo Signore e nel suo Vangelo.

2. Carissimi fratelli e sorelle, predragi bratjie in sestre, domani, nel contesto dell’Udienza con il Santo Padre Francesco, avrò la grazia di consegnare nelle sue mani il testo che contiene gli Atti del Sinodo diocesano – il Sinodo della fede – conclusosi l’anno scorso. Il motto del Sinodo è stato un versetto della Lettera ai Colossesi dell’apostolo Paolo: “Permanetis in fide fundati et stabiles – … purché restiate fondati e saldi nella fede” (1,23). Quel versetto ha illuminato il cammino sinodale consentendoci di legare i nostri cuori al cuore pulsante della fede, Gesù Cristo, nostro Signore e nostro Salvatore. E qui, in questo luogo singolare per l’esperienza di fede di ogni cristiano vogliamo, con convinzione interiore e gioiosa adesione dell’anima, confessare che Cristo è il mediatore unico e universale tra Dio e il mondo creato; che tutto avviene per mezzo di Lui, dalla creazione fino alla salvezza e alla riconciliazione; che il Padre celeste Lo ha posto a capo dell’intero universo; che noi – personalmente e come comunità cristiana – siamo stati uniti a Lui, morti e risorti con Lui; che, se fedeli a Lui, non dobbiamo temere nulla e nessuno; che radicati in Lui nessuna realtà terrena e mondana può ormai renderci schiavi, condizionarci o condurci a qualsiasi tipo di alienazione; che la fede in Lui ci procura, già ora, una vita buona caratterizzata da vera sapienza e serena libertà.
3. Carissimi fratelli e sorelle, predragi bratije in sestre, con questo nostro pellegrinaggio vogliamo confermare l’amore e la fedeltà della Chiesa che è in Trieste al Successore di Pietro e la sua unione con la Sede Apostolica. A dare valore e spessore spirituale a questi sentimenti, vi invito ad andare con il pensiero alla Porta giubilare della nostra Cattedrale di San Giusto che non sarebbe tale se non ci fosse come prima la Porta giubilare di San Pietro. E così in questa salutare prospettiva di comunione ecclesiale, la nostra Chiesa particolare si trova inscritta nell’ampio e cattolico orizzonte della Chiesa universale che, per volontà di papa Francesco, è ora impegnata nell’Anno Giubilare Straordinario caratterizzato dal riferimento alla sovrabbondante misericordia del Padre che si è pienamente rivelata e donata nei misteri santi dell’Incarnazione, Morte e Risurrezione del Figlio suo Gesù Cristo e che continua, con dono ininterrotto di grazia per il bene delle anime, ad essere vivificata dall’infaticabile azione dello Spirito Santo. Così papa Francesco: “Abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della misericordia. È fonte di gioia, di serenità e di pace. È condizione della nostra salvezza. Misericordia: è la parola che rivela il mistero della SS. Trinità. Misericordia: è l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro. Misericordia: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita. Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato” . L’aver riflettuto nei tre anni del Sinodo diocesano sulla fede – annunciata, celebrata e testimoniata – si rivela ora come la premessa che deve aprire la nostra Chiesa diocesana ad accogliere la grazia della misericordia divina e, nello stesso tempo, a farsi evangelizzatrice e missionaria della stessa grazia. Carissimi fratelli e sorelle, predragi bratije in sestre, affido alla materna protezione di Maria il nostro Pellegrinaggio diocesano, implorandola di renderlo fecondo di rinnovamento spirituale e pastorale, per le nostre persone e per la nostra Chiesa tergestina.

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