Pasqua è il fondamento della fede e della speranza di ogni cristiano: Gesù di Nazaret, il Crocifisso, è risuscitato dai morti il terzo giorno, secondo le Scritture. L’annuncio degli angeli a Maria di Magdala e alle donne accorse al sepolcro, lo riascoltiamo oggi con rinnovata emozione

Messaggio dell’Arcivescovo per la Santa Pasqua




DIOCESI DI TRIESTE

+Giampaolo Crepaldi

 

Carissimi fratelli e sorelle in Cristo, cari amici!

1. Pasqua è il fondamento della fede e della speranza di ogni cristiano: Gesù di Nazaret, il Crocifisso, è risuscitato dai morti il terzo giorno, secondo le Scritture. L’annuncio degli angeli, in quell’alba del primo giorno dopo il sabato, a Maria di Magdala e alle donne accorse al sepolcro, lo riascoltiamo oggi con rinnovata emozione: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato!” (Lc 24,5-6). Senza la Pasqua la fede e la speranza sarebbero svuotate di ogni significato e si ridurrebbero al ricordo di un grande uomo vissuto più di 2000 anni fa, ma niente di più. Con la Resurrezione del Crocifisso, invece, nasce una nuova era: l’era in cui possiamo sperare, l’era in cui la speranza diventa fede certa che la vita vince la morte, che l’amore è più forte dell’odio. I potenti che pensavano di mettere fine in quel sepolcro all’avventura di un uomo straordinario che scardinava ogni oppressione, si ritrovano una tomba aperta e l’annuncio dirompente che cambierà la storia dell’umanità: “Cristo è Risorto dai morti”!

2.La Pasqua del Signore offre a tutti la possibilità di vivere una vita nuova e buona, coltivando la vocazione cristiana al dono di sé, la vocazione a donare la propria vita nella prospettiva della carità e della tenerezza come ci ha invitato a fare il nostro amato Santo Padre Francesco. Scrisse Chiara Lubich,  fondatrice del Movimento dei Focolari, raccontando gli esordi della sua vocazione: “Dopo averLo cercato a lungo, ho incontrato Gesù Risorto, mi sono consacrata a Lui come ad uno sposo, ho lasciato che mi guidasse, che mi parlasse attraverso il Vangelo che cominciavamo, con le mie compagne, a vivere concretamente e amando gli altri ci sentivamo amate da Lui fino a donare completamente la nostra vita per quell’unico ideale che non crollava davanti alle bombe della guerra o alle nuove ideologie: l’unità, il costruire rapporti di amore reciproco con ogni persona che incontravamo”. Ecco il miracolo della fede pasquale: lasciare che il Signore Gesù, il Risorto e il Vivente, entri nella nostra vita per renderla nuova e buona e ricevere da Lui quell’amore di cui ognuno di noi ha profondamente bisogno per poi essere in grado di donarlo al prossimo.

3. Papa Benedetto XVI ci ha ricordato che “La risurrezione non è passata, la risurrezione ci ha raggiunti ed afferrati. Ad essa, cioè al Signore risorto, ci aggrappiamo e sappiamo che Lui ci tiene saldamente anche quando le nostre mani si indeboliscono. Ci aggrappiamo alla sua mano, e così teniamo le mani anche gli uni degli altri… Io, ma non più io (cf Gal 2,20): è questa… la formula della risurrezione dentro al tempo. …se viviamo in questo modo, trasformiamo il mondo. È la formula di contrasto con tutte le ideologie della violenza e il programma che s’oppone alla corruzione ed all’aspirazione al potere e al possesso”. (Omelia nella Veglia Pasquale, 2006). Credere nella risurrezione di Cristo porta a impegnarsi per la risurrezione dell’uomo. Quante ferite, quanto dolore nel mondo: fame, violenza – talvolta in nome della religione -, disprezzo della vita, violazione dei diritti umani, sfruttamento della persona. Anche la nostra amata città di Trieste ha urgente bisogno di sperimentare uno spirito pasquale, uno spirito di vita e di speranza. Segnata da una preoccupante crisi demografica, incerta sulla propria identità culturale e sul proprio futuro, afflitta da crescenti ferite nell’ambito produttivo e del lavoro, Trieste ha bisogno di vita, di fiducia e di speranza. In questa prospettiva, a tutti giunga l’augurio di una buona e santa Pasqua, soprattutto ai bambini, ai giovani, alle famiglie, ai malati e a quanti hanno perso il lavoro o si trovano in situazione di povertà. A tutti assicuro la preghiera della Chiesa e tutti benedico nel nome del Signore Risorto.

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