Papa Francesco è tornato a parlare dell’«ideologia di genere» lo scorso 8 giugno, nel Discorso agli Ecc.mi Presuli della Conferenza episcopale di Porto Rico.
Ha detto, in particolare, che l’«ideologia di genere» mette in discussione «la complementarità tra l’uomo e la donna, in nome di una società più libera e più giusta». Il Santo Padre ha precisato che tale complementarietà tra uomo e donna è il «vertice della creazione divina», come del resto si era già pronunciato all’Udienza generale del 15 aprile 2015.
Il Papa, cioè, non contesta la teoria che stravolge la realtà dei generi maschile e femminile con argomenti sociologici o pratici, ma ne denuncia tutta la pericolosità con argomentazioni di carattere teologico, che sono le più profonde in ordine alla verità naturale e soprannaturale. Non si tratta, pertanto, di contrastare una prassi di costume o una forma culturale passeggera, ma di un attacco organizzato contro l’ordine naturale della creazione e, in ultima analisi, contro Dio.
Il Santo Padre ha parlato delle differenze tra uomo e donna, che «non sono per la contrapposizione o la subordinazione», bensì per «la comunione e la generazione, sempre a “immagine e somiglianza” di Dio». Qui Papa Francesco fa riferimento, come disse il 15 aprile, al libro della Genesi (1, 27): «Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò».
Il problema sta dunque nel tentativo di sovvertire la volontà di Dio, da parte di alcune conclusioni dei teorici del «genere», che immaginano a volte una gamma infinita di generi sessuali, i quali possono essere scelti a piacere dal soggetto. L’«ideologia di genere», specialmente nelle sue espressioni contemporanee, guarda al bambino come a una sorta d’individuo asessuato, che col tempo sceglierà arbitrariamente il proprio genere maschile, femminile o misto, come se l’identità sessuale fosse un dato esclusivamente psicologico e non anche fisico-anatomico.
È vero che esiste un problema, in alcune persone, in cui l’identità sessuale fisica è dissociata da quella psichica, come ad esempio la «disforia di genere», riconosciuta dalla psicologia. Ma l’«ideologia di genere» intende forzare artificiosamente i singoli casi per estenderli a principio, trasformando un disturbo riconosciuto come tale (fino al “Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders IV”, 1994), in un diritto da rivendicare.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica, che è una delle espressioni del Magistero della Chiesa, afferma che «l’uomo e la donna sono creati, cioè sono voluti da Dio: in una perfetta uguaglianza, per un verso, in quanto persone umane, e, per l’altro verso, nel loro rispettivo essere di maschio e di femmina» (n. 369). Specifica poi che «l’uomo e la donna sono, con una identica dignità, “a immagine di Dio”. Nel loro “essere-uomo” ed “essere-donna”, riflettono la sapienza e la bontà del Creatore».
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