Grande slancio dei magistrati francesi contro l'oscuramento del porno su Facebook. Competenti sono i tribunali della California, ove ha sede FB, ma loro insistono lo stesso per la totale libertà di espressione nel web.

Magistrati francesi contro Facebook: basta oscurare il porno!




di Tacitus

Su queste colonne è già stata data notizia della decisione presa dalla Magistratura francese in merito all’intrusione delle Femen nella basilica di Notre Dame a Parigi. Intrusione dichiarata irrilevante, mentre sono stati sanzionati i commessi della basilica che hanno buttato fuori le discinte esagitate. Adesso ci giunge, sempre dalla Francia, un’altra mostruosità giuridica. In sostanza, la Magistratura d’oltralpe si propone quale organo di sostegno alla pornografia, e tutto questo a livello mondiale. La vicenda, che sfiora il ridicolo, presenta una certa rilevanza in quanto viene ad inserirsi in quell’intreccio di relazioni poco e male formalizzate che ruota intorno ai social media.

In sintesi (secondo quanto riportato sul sito dell’Ansa), nel 2010 un cittadino francese postò su facebook un’immagine chiaramente oscena – un pube femminile nudo – tratto da un quadro di Gustave Courbet (1866) successivamente smembrato, così da far credere che tale fosse il soggetto principale prescelto dall’autore. L’amministrazione del sito, come avviene solitamente quando si tratta di immagini e messaggi osceni, violenti o eversivi, ha oscurato l’immagine. Una prassi non solo legittima, ma anche doverosa, essendo gli amministratori giuridicamente responsabili a tutti gli effetti di quanto immesso in rete, alla stregua dei direttori delle testate giornalistiche.

Il “postatore” se l’è presa a male, e non riuscendo a far cambiare idea a facebook ha pensato bene di rivolgersi ai tribunali, francesi per l’appunto. Tribunali che gli hanno dato ragione, in ben due sedi di giudizio, condannando facebook per violazione della libertà di espressione. La cosa divertente (o meglio tragicomica) è che chiunque operi in facebook accetta di sottoporsi alla giurisdizione esclusiva dei tribunali della California, dov’è la sede legale della società che offre gratuitamente il servizio. I magistrati in questione hanno quindi dovuto eccepire in primo luogo questa riserva di giurisdizione, e a tal fine hanno dichiarata illegittima la clausola con la quale i “navigatori del web” la accettavano. Con quale autorità, sinceramente non è dato di conoscere. La vicenda va peraltro inquadrata in una prassi alquanto aggressiva dei magistrati francesi, volta a proteggere il mercato interno dalle multinazionali americane del web.

Il legale del ricorrente ha sostenuto (apparentemente a ragione) una sorta di libertà illimitata di espressione sui social media, che diverrebbero, in questa ipotesi, di pubblico dominio. Nello specifico, sarebbe come se un lettore pretendesse di far pubblicare (gratuitamente) su Vita Nuova un ritratto delle sue pubenda, invocando la libertà di espressione artistica. Come si vede, abbiamo molto da imparare dai paesi più civili del nostro. O no?

Una risposta a “Magistrati francesi contro Facebook: basta oscurare il porno!”

  1. Vogelsang ha detto:

    Buongiorno. Sono francese. Potreste darmi i referimenti precisi della vicenda, qui sopra non indicate? Tante grazie in anticipo.
    Cordialmente. MV

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