La maggioranza dei fedeli prende la Comunione in mano e non sulla lingua. Questo può far pensare che la norma sia la Comunione in mano e l'eccezione la Comunione in bocca. Invece è il contrario.

Eccezionale la Comunione in mano




La grande maggioranza dei fedeli prende la Comunione nelle mani. Solo una stretta minoranza continua a prendere l’Ostia consacrata sulla lingua. Questo può far pensare che prenderla nella mano sia la norma e  prenderla in bocca sia l’eccezione. Invece, dal punto di vista delle regole canoniche, è  il contrario. Vale la pena, per informazione corretta, vendere perché.

Tutto comincia con l’Istruzione Memoriale Domini della Congregazione per il Culto Divino del  29 maggio 1969. Di fronte ad alcune richieste di  ripristinare il rito antico di prendere la Comunione nelle mani, Paolo VI, dopo aver consultato tutti i Vescovi, la cui  stragrande maggioranza diede parere negativo, vietò la distribuzione dell’Eucarestia nelle mani e stabilì che la Santa Sede avrebbe attentamente valutato richieste di indulto da parte delle Conferenze episcopali.

Il 21 giugno 1973 la Congregazione per il Culto Divino emanò  il Decreto Eucharistiae Sacramentum nel quale,  al numero 21, si dispone di conservare l’uso della Comunione sulla lingua e si ribadisce la possibilità di chiedere alla Santa Sede il permesso per la Comunione nelle mani.Viene quindi confermata l’Istruzione precedente.

Il 3 aprile 1985 la Congregazione per il Culto Divino emanò la Nota Le Saint-Siége dedicata espressamente alla “facoltà di distribuire la Comunione deponendo l’Ostia nella mano dei fedeli”, ribadendo le precedenti disposizioni. Nessuna novità quanto a disposizioni canoniche in altri importanti documenti successivi: la Lettera Apostolica Dominicae cenae (1980) di Giovanni Paolo II, la Lettera Apostolica Apostolos Suos (1998) sempre di Giovanni Paolo II  e l’Istruzione Redemptoris Sacramentum (2004) .

Il fatto che la Comunione in mano sia oggi una prassi universale non cambia nulla dal punto di vista canonico: la Comunione in bocca resta la regola universale, tanto è vero che per derogare bisogna chiedere e ottenere l’indulto, ossia il permesso. La Conferenza episcopale italiana ha approvato l’uso della Comunione nella mano  il 19 luglio 1989, dopo aver chiesto e ottenuto l’indulto dalla Santa Sede.

Una questione interessante è se un Vescovo possa vietare nella sua diocesi la Comunione nella mano. Non può vietare la Comunione in bocca, naturalmente, ma quella nella mano sì. Questo è  il parere di Mauro Gagliardi che tratta l’argomento nell’ultimo numero della rivista “Alfa e Omega” del Pontificio Ateneo Regina Apostolorum.

A parte che ci sono stati dei casi di questo tipo, il Decreto di una Conferenza episcopale non può obbligare i singoli Vescovi ad ammettere la Comunione nella mano, in quanto questa è un’eccezione alla norma generale della Comunione sulla lingua. Per questo ogni Vescovo rimane libero di aderire o meno.

 

 

2 risposte a “Eccezionale la Comunione in mano”

  1. sara ha detto:

    Questo articolo ci voleva,mi è capitato di dover insistere per ricevere l’Ostia in bocca, mi è stato detto che voglio fare la speciale. Invece non è così. Mi ero allontanata dalla chiesa da adolescente e ci sono rientrata da adulta e preferisco il modo “tradizionale”per accostarmi a l’Eucarestia e lo insegno anche ai miei figli. La Comunione sulla mano la Chiesa la permette ma non lo raccomanda come fa invece per il sacramento della Confessione. Grazie!

  2. serena ha detto:

    Grazie per questo articolo, purtroppo sto notando sempre un maggior fastidio proprio nell’atto di dare la Comunione in bocca. Insomma io lo avverto, lo percepisco da parte di qualche sacerdote e mi mette a disagio.
    Grazie.

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