Una fotografia del risiko cattolico nella battaglia elettorale

Le divisioni cattoliche sul campo di battaglia elettorale




L’appuntamento elettorale del prossimo 4 marzo non solo vede ancora i cattolici divisi, ma è molto probabile che produca nuove divisioni.

Come è noto ci sono i cattolici che voteranno a sinistra o per il Movimento 5 Stelle oppure per Emma Bonino. Costoro sono già venuti a patti nella loro coscienza con tutte le negazioni dei principi non negoziabili che il governo uscente ha trasformato in legge. Si può anche dire che costoro siano pronti ad approvare ulteriori leggi contrarie alla vita e alla famiglia. Avremo così dopo la legge Cirinnà e le Dat, una nuova legge Scalfarotto, i matrimoni gay con relativa adozione, l’eutanasia attiva, la liberalizzazione delle droghe, il gender pienamente affermato e chissà cosa ancora…

Ci sono poi i cattolici che voteranno per i partiti del centro-destra, con maggiore o minore convinzione a seconda dei casi, in generale però per tentare di ostacolare la deriva sui valori e impedire una completa trasformazione secondo l’agenda radicale della nostra legislazione. Questi cattolici sanno che nei partiti di centro-destra c’è un po’ di tutto e che nessuno soddisfa pienamente le loro esigenze. Pensano però due cose: la prima è che se vince la sinistra è ancora peggio e la distruzione continuerà; la seconda è che cercheranno di scegliere alcuni candidati affidabili. La cosa non è facile, stante la nuova legge elettorale, ma essi pensano di riuscire a far entrare in Parlamento qualche cattolico affidabile.

Ci sono quindi i cattolici che voteranno per il Popolo della Famiglia. Costoro pensano che la strategia ora vista sia già stata sconfitta in passato, quando i deputati cattolici presenti nei vari partiti non hanno voluto convergere contro le leggi inique ma hanno finito per approvarle. Dopo i molteplici tradimenti, il Popolo della Famiglia intende riprendere direttamente in mano dal basso l’iniziativa politica per dare garanzia agli elettori che principi e valori della vita e della famiglia saranno salvaguardati e posti al centro della politica.

Questa è la collocazione delle truppe sul campo di battaglia. Tra i primi da un lato e i secondi e i terzi dall’altro c’è ormai una incomprensione quasi totale, che ha anche dimensioni teologiche e non solo politiche. E’ una divisione ormai pluridecennale che configura due visioni molto diverse del rapporto tra la Chiesa e il Mondo, in cui pure le prossime elezioni, nel loro piccolo, rientrano. Non è il caso qui di parlarne, almeno nel senso che parlarne vorrebbe dire mettersi a scrivere dei volumi tanto il solco è pronunciato.

Tra i secondi e i terzi non ci sono invece grandi opposizioni di fondo, quanto piuttosto incomprensioni e screzi contingenti legati al momento elettorale. I primi accusano il Popolo della Famiglia di chiedere un voto inutile (nel caso non raggiungessero il 3 percento), di ergersi ad unici interpreti autentici del voto cattolico, di aver messo in piedi candidature improvvisate, di voler lucrare gli eventi del Circo Massimo chiudendoli in un fatto politico. I secondi accusano i primi di essere solo delle lobby elettorali senza base popolare, di perseguire una strada già sconfessata dalla storia recente, di dare il proprio voto a partiti che contengono anche programmi e visioni molto lontane dalla sensibilità cattolica, di scegliere ancora per il male minore.

2 risposte a “Le divisioni cattoliche sul campo di battaglia elettorale”

  1. FRANCO FRAGIACOMO ha detto:

    E’ molto sconfortante vedere l’elettorato cattolico, già così minoritario, tanto diviso!!
    Credo che molti cattolici sentano come me il forte desiderio e bisogno di un più chiaro intervento della Chiesa, teso a far superare tali divisioni e a compattare il voto cattolico su chi si impegna con credibilità e autorevolezza a difendere il rispetto dei fondamentali principi cristiani, che costituiscono la Dottrina Sociale della Chiesa.

  2. Alessandro Cocco ha detto:

    La chiesa come gerarchia ha dato indicazione.
    Non si possono votare partiti che sono per prostituzione legale, aborto, unioni civili,pro gender ecc.
    Poi ognuno in coscienza sceglierà.
    Io penso che se tutti quelli che voterebbero il popolo della famiglia non fossero frenati dalla paura del quorum, questo sarebbe facilmente superato.Io do il mio voto al popolo della famiglia.Il 5 marzo poi si vedrà…….

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