L’Università Cattolica di Lovanio solidarizza con le vittime di Bruxelles con “Imagine” di John Lennon, canzone notoriamente anticristiana. «Il mondo avanza, ma ci saranno sempre un sapere che balbetta, e un sapere che farnetica».

Lacrime di coccodrillo e puntini di sospensione




Adesso piangono tutti. Piange persino il Tintin di Hergé che, leggendo sul giornale dell’attentato a Bruxelles, esclama “mio Dio!”, seguito da tre puntini di sospensione. Quei puntini riassumono una tragedia. Quando l’ideologo vede franare le sue tesi contro la realtà, non sa più che dire.

I puntini di sospensione si mettono, appunto, per sospendere il giudizio su qualcosa. Sono usati dal saggio, quando vuol fare l’ironico e quando omette all’interlocutore le conclusioni, reputandolo del tutto capace di trarle da solo. O sono usati dal mediocre, quando è sgambettato dall’evidenza, che lo rende muto e imbarazzato.

L’europeo comunitario ora balbetta, dopo che per lunghi mesi ha cercato, petulante, di esportare le proprie convinzioni libertarie. Alla fine si scopre paralizzato e non sa più come contenere l’immigrazione degli sfollati, che non sembrano assai collaboranti, o le richieste dei propri figli che, sempre più numerosi, chiedono il cambio di sesso, o le grida dei connazionali, vittime dei furti fiscali quotidiani.

I Pontefici e alcuni autori ebbero un bel dire sulle radici cristiane, o giudeo-cristiane, o giudeo-cristiane-greco-romane dell’Europa, quando però gl’interlocutori erano sordi ed erano già impegnati in un altro progetto: tagliare le radici e far seccare la pianta. Emanuele Ricucci, per Il Giornale, parla di «generazione al cloroformio», parla degli europei «ostaggi del moderatismo spinto», del «dichiarazionismo» intellettualoide, di una regione del mondo che dorme.

C’è anche qualcosa di più grave. L’Università Cattolica di Lovanio, solidarizzando a modo suo con le vittime di Bruxelles, ha intonato “Imagine” di John Lennon, a suon di campane. La canzone dell’ex beatle è notoriamente anticristiana: «immagina che non ci sia alcun paradiso, nessuna religione, nessun inferno» e, proprio per questo, «che la gente viva in pace». Ma se si vuole rinunciare all’annuncio di Cristo nostra pace, perché non dirlo chiaramente?

È dunque il balbettio a dar fastidio. Il tartaglione moderno è per lo più al comando, nei parlamenti e nelle università. Eppure, come disse Niccolò Tommaseo, «il mondo avanza, ma ci saranno sempre un sapere che balbetta, e un sapere che farnetica».

Una risposta a “Lacrime di coccodrillo e puntini di sospensione”

  1. Arnaldo Dovigo ha detto:

    “Mio Dio” è ormai un’esclamazione inflazionata (come la veneta “Maria Vergine”), tanto che il Webmister Dictionary ne ha codificato la sigla OMG (Oh My God, in inglese), basta guardare un film americano per rendersene conto.

    Quanto a John Lennon e “Imagine”. A parte il fatto che sarebbe una dichiarazione di ateismo assoluto e non solo anticristiana, “and no religion too” va intesa nel contesto storico in cui fu scritta, all’epoca degli attentati tra cattolici e protestanti in Irlanda del Nord, quando le religioni erano usate come scusa di rivedicazioni nazionalistiche. Un altro esempio di cattiva interpretazione è stata quella del testo della canzone dei Nomadi “Dio è morto”, che fu censurata dalla Rai ma trasmessa da Radio Vaticana che probabilmente in quell’occasione non si fermò al titolo ma l’ascoltò fino alla fine.

    Se esprimeste pensieri positivi senza criticare sempre e comunque gli altri sareste più credibili.

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