E il futuro? Nel suo cuore ci sarà un uomo o una donna? Per carità, sono domande senza senso per lui e per la sua generazione.

La rivoluzione è un pranzo di gala. La rieducazione della stellina Michele Bravi




Michele Bravi, neostellina della canzone italiana, non si contiene più. Deve farlo sapere. «Alla fine della mia storia d’amore» – dice al Corriere della Sera – «mi hanno chiesto chi era la ragazza per cui soffrivo e ho solo risposto: veramente è un ragazzo».
Ma non è questo il punto. Specifichiamo. Bravi è un “non binario”, cioè non si pone il problema di dover dichiarare il proprio omoerotismo, poiché non ritiene che le categorie “maschio” e “femmina” abbiano ancora un qualche significato semantico. Lui non si sogna neppure di fare l’esamino pubblico del coming out: «Questa necessità di dire “tu stai da una parte o dall’altra” – dichiara – per me non c’è, e credo sia lo stesso per molti della mia generazione».

Ecco, qua sta il nocciolo della questione. A Bravi non interessa discutere su un fatto personale, ma intende creare una nuova categoria di massa – diciamo pure uno stereotipo – per cui la vita va rivoltata come un calzino e ridefinita secondo nuovi canoni fissi. I canoni fissi precedenti, infatti, per lui non hanno più valore.
Sbaglierebbe chi pensasse a dichiarazioni spontanee, impulsive. La neostellina ha una vocazione educativa e la usa in modo preordinato: «So di avere», afferma deciso, «un minimo d’influenza». Non proprio un minimo, sembra, almeno a giudicare dal vasto pubblico che lo segue e che segue trasmissioni del tipo Amici o X Factor.

Non è lui ad avere un problema. Semplicemente il problema dell’omoerotismo e della distruzione della famiglia non esiste, perché «in amore la necessità di dire se stai da una parte o dall’altra per la mia generazione non c’è». Bravi parla per tutti, in modo da inculcare meglio il suo modo di pensare, così che un’opinione personale divenga prima uno stile, poi una moda e, infine, la quintessenza della realtà medesima.
Per risultare credibile, non bisogna tralasciare di aggiungere al discorso un po’ di sano vittimismo, che non fa mai male: «Mi sento perseguitato dal mondo, sono paranoico. E mi piace essere sfacciato». Un tantino di James Dean di qua e di Kurt Cobain di là; e siamo a posto. Il teenager che ascolta la sua musica è pronto per l’indottrinamento al gender.

E il futuro? Nel suo cuore ci sarà un uomo o una donna? Per carità, sono domande senza senso per lui e per la sua generazione: «Mi auguro solo di innamorarmi, di chi non conta». Nonostante la dissimulazione, è ben riconoscibile la vecchia morale anarcoide dell’indifferenza, che ha le radici nella sovversione.
Su una cosa certamente, però, si sono sbagliati Marx e Mao, padri di tutti i confusionari. Non è vero che la rivoluzione sia pura violenza. Non è vero che la rivoluzione non sia un pranzo di gala. No, si tratta proprio di un pranzo di gala, come conferma Bravi. Le cose non vanno cambiate con strepito e rumore. Non bisogna sollevarsi con le armi. Le cose si cambiano con il sorriso sulle labbra, con la dolcezza: «Le cose si cambiano solo vivendole con naturalezza» – dice il cantante assieme a tutta la sua generazione.

Vedi anche qui: Questi poveri “binari”, retrogradi e ritardati

Una risposta a “La rivoluzione è un pranzo di gala. La rieducazione della stellina Michele Bravi”

  1. Anna ha detto:

    Un po’ penoso…non saper da che parte stare,….se sei un uomo devi innamorarti di una donna,….la cosa più naturale del mondo…

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