Dalla conferenza Stato-Regioni arriva la parola "fine" (per il momento) al contenzioso tra la Regione che vuole una Camera unica e l'Unioncamere che prima vuole arrivare ad unificare Gorizia e Trieste (già fatto) e Udine e Pordenone (ancora in forse).

La Regione voleva una Camera di commercio unica FVG, ma per ora niente da fare




Verrebbe da dire, come recitano i migliori proverbi: «Tra i due litiganti il terzo gode». Anche se, in questo caso, un vero e proprio vincitore che tragga vantaggio dalla questione non c’é. Si é¨ risolto con un momentaneo pareggio, insomma, il braccio di ferro sorto in queste settimane tra Regione e Camera di Commercio del Friuli Venezia Giulia sul tema della Camera Unica. Entrambe la volevano e nessuna (almeno per ora) l’ha avuta.

Una questione per la quale i rappresentanti degli imprenditori di Trieste e dell’Isontino si sono datti da fare per perseguire questo scopo, pur cercando di far sentire la propria voce, a tutela delle proprie imprese, del Fondo Gorizia e delle caratteristiche del territorio per cui operano. «Non siamo contrari a una Camera Unica – hanno volte ribadito il presidente della Camera di Commercio della Venezia Giulia Antonio Paoletti e il vicepresidente Gianluca Madriz –  ma chiediamo alla Regione di non intromettersi in un tema di non sua competenza e di rispettare il protocollo di intesa, sottoscritto nel luglio del 2015, in cui i quattro enti camerali si impegnavano a fondersi prima in due Camere (Trieste con Gorizia e Udine con Pordenone) e solo poi, successivamente, in un’unica Camera regionale, proprio come nei desideri della Regione». Un processo che avrebbe richiesto almeno altri cinque anni per individuare le strategie organizzative e gestionali, nonché per superare le complessità  implicite alla fusione, mentre non si é capita la fretta imposta dall’amministrazione regionale per convincere la Conferenza Stato-Regioni di giovedì 3 agosto nel procedere direttamente alla Camera unificata, imponendo così un’accelerazione al processo, con le prevedibili. a detta dei contrari, disastrose conseguenze. Obiezione a cui nessuno degli interlocutori ha veramente risposto, se non ribadendo come la Camera unificata abbia «valenza strategica in linea con la politica di aggregazione territoriale e funzionale sin qui perseguita dalla Regione». Queste le parole ribadite dall’assessore alla Cultura Gianni Torrenti presente a Roma per la Conferenza in rappresentanza della giunta.

La parola “fine” alla contesa, durante la quale non è mancata una frecciata alla Camera di Commercio pordenonese che sembra nicchiare sul tema della fusione con Udine, è dunque dovuta giungere dalla capitale, dove si é tornati al piano iniziale proposto da Unioncamere, con due Camere di Commercio per il Friuli Venezia Giulia: quella già esistente della Venezia Giulia e quella Udine-Pordenone, non ancora realizzata. Solo allora si potrà  cominciare a pensare alla Camera unica. «Per questioni tecniche», è stata la spiegazione del governo. E ora il futuro è tutto da scrivere.

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