Grazie alle donne che resistono e reagiscono a chi vuole trasformare la loro vocazione di madri e che collaborano così al piano del Creatore. Lo ha detto il Vescovo Giampaolo Crepaldi alla Messa in occasione della Festa della Donna

La Donna è l’avamposto della difesa dell’umano




Sabato scorso 7 marzo, il Vescovo Giampaolo Crepaldi ha presieduto una celebrazione eucaristica nella chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo promossa dal CIF (Centro Italiano Femminile) diocesano, in occasione della Festa internazionale della Donna, che ricorre l’8 marzo.

Nell’omelia, il Vescovo ha affermato che «dalla ri-creazione della donna promossa anni fa dai movimenti femministi, ora si sta passando alla ri-creazione dell’umano nel postumano, anche con interventi legislativi che vanno a toccare temi vitali come la vita, il generare, la morte, le relazioni tra uomo e donna…». Si va verso lidi – ha detto il Vescovo – in cui, tramite le nuove possibilità tecniche, la donna sarà espropriata di quello che ne ha sempre caratterizzato l’essere: generare i figli.

«Con gli uteri in affitto i figli diventano un prodotto fatto in laboratorio; e come ogni prodotto entrano a pieno titolo nel mercato dove chiunque può vendere e comprare con prezzi ben codificati secondo i portafogli. La cosa più fastidiosa è che questo mercantilismo capitalista del post umano viene spacciato dai progressisti come progresso. Si tratta, in realtà, di una sfida grave ed enorme, soprattutto per noi cristiani, chiamati a difendere l’umano per come Dio creatore nel suo disegno di amore lo ha voluto e ce lo ha consegnato».

La donna è così l’avamposto della difesa dell’umano da una società disumanizzante. Si tratta di resistere e di testimoniare. Il Vescovo ha sottolineato i molti casi di resistenza e di controtendenza di cui proprio le donne sono oggi protagoniste: «Mi riferisco alle donne che si oppongono ad essere adoperate come campo sperimentale di post umanità generativa, a quelle che rifiutano alcune tecniche di indagine prenatale perché aperte alla vita in qualsiasi forma si presenterà dopo il parto; alle donne che fanno obiezione di coscienza sul lavoro; alle donne che si organizzano in nuovi movimenti per contrastare nelle scuole la penetrazione dell’ideologia del gender, alle donne che continuano ad esprimere il lavoro di cura, cosi tipicamente espressione del genio femminile, in famiglia e nella società; alle donne dei Paesi poveri che reggono la famiglia e fanno da anima all’attività economica informale da cui la famiglia si alimenta; alle donne che nelle Corti di giustizia o negli Organismi internazionali difendono le leggi rispettose della femminilità; alle donne che continuano ad essere spose e madri fedeli…».

Queste donne, che sono tantissime, secondo il Vescovo sono la vera e grande risorsa per il presente e per il futuro della Chiesa e della società: «grande risorsa per continuare la creazione che in parte Dio ha anche affidato al genere umano e per opporsi alla ri-creazione dell’umano che i potenti hanno progettato e che stanno attuando. A queste donne che, con passione e amore, curano l’umano va il nostro grazie e il nostro sostegno e ad esse va la nostra preghiera che rivolgiamo fervorosamente alla Madonna, Madre di Dio e Madre della Chiesa».

 

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