Papa Francesco ha ricordato l'ordine naturale che compone l'armonia della creazione. Il Papa ha così ricordato alcune verità fondamentali sull'uomo e la famiglia.

La bellezza della famiglia nell’armonia della creazione




L’anti-realismo della modernità filosofica trova, oggi, la propria espressione più volgare nell’ideologia gender, quasi una sintesi delle varie scuole della post-modernità applicata alla identità sessuale delle persone umane. La più evidente e basilare diversità/complementarietà, quella tra maschi e femmine, è negata assieme al concetto stesso di natura (tanto più nel suo aspetto normativo), tutto è cultura a sua volta intesa come mera convenzione frutto di volontà (umana) del singolo e/o  della collettività.

Questo estremo anti-realismo antropologico, mentre nega l’ordine naturale, afferma l’incondizionato esercizio della libertà liberale, ovvero di una autodeterminazione coerentemente (benché assurdamente) spinta sino a concepire l’uomo sartrianamente senza una natura.  Follemente coerente con se stessa e con i postulati del radicalismo liberale, l’ideologia gender afferma il diritto di ciascuno a scegliere liberamente la propria identità sessuale, non più dato fattuale ricevuto ma oggetto di autodeterminazione.

Una simile ideologia, purtroppo non estranea agli stessi ambienti cattolici più secolarizzati, porta alla negazione della  naturale connotazione sponsale dell’atto sessuale (complementarietà e fecondità) , dunque alla equiparazione morale degli atti coniugali con tutti gli altri atti sessuali (etero ed omosessuali), alla rivendicazione del “matrimonio gay”, al preteso riconoscimento pubblico delle più varie opzioni di genere, etc.

A ciò si aggiunga che quella stessa cultura liberale, giunta alla sua fase radicale, ponendo a valore supremo e totalitario la libertà negativa, ovvero la libertà senza alcun limite o criterio che non sia la libertà stessa, non può che negare ogni oggettività normativa, sia essa la legge naturale o la legge divina insegnata dalla Chiesa. Così tanto i vincoli morali quanto quelli giuridici saranno accettati nelle misura del loro essere convenzionali e provvisori, istituiti dalla volontà e dalla volontà liberamente ricusabili. Nulla di permanente e di immutabile, di oggettivamente valido sarà accettato.

L’uomo contemporaneo, figlio della dissoluzione dell’Io, non è più neppure nietzschianamente capace di porsi come Io titanico, in quanto è l’Io stesso ed essere evaporato, dissolto nella pluralità delle “personalità” che ognuno può via via riconosce di essere. Non più persona come sostanza di natura spirituale capace di atti liberi, dunque responsabili e vincolanti il soggetto stesso ma caleidoscopio di “personalità” cangianti nel tempo e nelle diverse situazioni, se non addirittura mero fascio di emozioni-sensazioni-desideri senza centro d’unità personale permanente. È il trionfo del relativo e del provvisorio, a partire dall’identità e dalle relazioni fondamentali (sessuali/familiari).

Alla luce di simile quadro cultural-ideologico, il Colloquio internazionale organizzato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede sul tema della complementarietà tra uomo e donna emerge per significatività, urgenza e valore.

Significatività, urgenza e valore che papa Francesco ha riconosciuto apertamente rivolgendo ai partecipanti al Colloquio un discorso tutt’altro che di maniera, forte e chiaro! Discorso che Vita Nuova ha pubblicato integralmente.

Dopo aver ringraziato il cardinale Muller, prefetto della Congregazione, il Santo Padre ha offerto tre punti alla meditazione dei partecipanti e di tutti i fedeli. Nel primo ha ricondotto la complementarietà all’ordine della Creazione, di cui è “centro”. Complementarietà come condizione per l’armonia, dunque per il bene e la bellezza. La complementarietà tra uomo e donna “sta alla base del matrimonio e della famiglia”.  Con poche ma significative parole papa Francesco ha ribadito due grandi verità: che esiste un ordine naturale della Creazione al quale l’uomo è chiamato a conformarsi per realizzare il bene, la bellezza e l’armonia; che la complementarietà uomo/donna finalizzata all’unione coniugale fondamento della famiglia è parte essenziale di tale ordine della Creazione.

Nel secondo punto il Papa ha denunciato la crisi del matrimonio e della famiglia a causa di una “cultura del provvisorio” e di una libertà ideologicamente definita in contrasto con la norma morale. Ha parlato della “bandiera della libertà” sventolata a giustificare la “rivoluzione nei costumi e nella morale”, rivoluzione che, dice il Papa, “ha portato devastazione spirituale e materiale”.

“Il declino della cultura del matrimonio è associato a un aumento di povertà e a una serie di numerosi altri problemi sociali” ricorda papa Francesco con realismo.

La crisi della famiglia è compresa nel quadro di una generale “crisi di ecologia umana” caratterizzata dalla incapacità/non volontà, propria della polis odierna, di proteggere “gli ambienti sociali” necessari all’uomo (come la famiglia). Purtroppo, ci ricorda il Santo Padre, tale distorsione è presente “anche nella nostra cultura cattolica”.

Papa Francesco conclude il proprio discorso ricordando l’appuntamento del 2015 a Philadelphia per l’ottavo Incontro mondiale delle famiglie organizzato dall’arcivescovo della metropoli USA Charles Caput. Non prima però di aver ribadito che “la famiglia rimane al fondamento della convivenza e la garanzia contro lo sfaldamento sociale” , pilastro fondamentale di ogni nazione.  Il riferimento al primato del bene comune è evidente contro ogni individualismo libertario: “occorre insistere sui pilastri fondamentali che reggono una nazione” dice il Papa. Ecco perché il matrimonio è “indispensabile” alla società.

Matrimonio come “impegno definitivo” che “supera il livello dell’emotività e delle necessità contingenti della coppia”. A questo il Papa chiama i giovani, ad essere “rivoluzionari per il coraggio di cercare un amore forte e duraturo” che si dà nella “unione dell’uomo e della donna nel matrimonio come bene unico, naturale, fondamentale e bello per le persone, le famiglie, le comunità e le società”.

“La famiglia è famiglia” è “un fatto antropologico” dunque legato indissolubilmente alla natura stessa dell’uomo. Non c’è cultura o ideologia o volontà arbitraria che possa mutare ciò che la famiglia è e deve essere: l’unione matrimoniale di un uomo e una donna aperta alla vita. E solo la famiglia è la realtà veramente umana dove nascere e crescere perché “i bambini hanno il diritto di crescere in una famiglia, con un papà e una mamma”.

Con queste poche ma forti parole, papa Francesco ha squarciato il velo di ipocrisia che impedisce all’Occidente decadente di chiamare la propria patologia con onestà e verità e ha indicato l’orizzonte di armonia e bellezza da instaurare/restaurare perché la crisi lasci il posto ad una sana ecologia umana.

Ai cristiani e a tutti gli uomini di buona volontà l’onere di saper fare tesoro di queste parole dedicando ogni sforzo possibile al bene comune di cui la famiglia è parte costitutiva e fondamentale.

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