La carità abbatte i confini




Il volontariato e la carità abbattono i confini. Questa volta ci spostiamo nella Repubblica di Moldavia, stato dell’Europa Orientale situato fra Romania ed Ucraina che è anche uno dei Paesi con la più alta densità di popolazione.

In Moldavia, il PIL e l’indice di sviluppo umano sono fra i più bassi in Europa ed è proprio per questo che dall’Italia è partito il progetto “Mission Moldova”, ad opera dell’Associazione Mission Moldova Onlus: un movimento di persone, valori, idee e programmi nel rispetto dei principi evangelici e della dottrina sociale della Chiesa Cattolica, che vede Don Mario De Stefano come portavoce ufficiale nonché presidente.

Nella settimana passata, abbiamo avuto la possibilità di spostarci sul campo, superando barriere e confini: ci siamo recati in Moldavia per verificare l’avanzamento dei progetti, le condizioni dei bambini di strada e lo sviluppo di queste importantissime tematiche, in compagnia di una personalità della Diocesi di Trieste come il Vicario Generale Don Pier Emilio Salvadè.

Esperienza preziosa, documentata sia con immagini che con appunti e registrazioni, per far avvicinare più persone possibile ad una realtà importante e ad un progetto come “Mission Moldova”, che deve far riflettere sulle condizioni di chi è meno fortunato di noi.

Durante le giornate di permanenza in Moldavia è stato possibile vivere gli eventi ed i miglioramenti del progetto intrapreso dall’Associazione Mission Moldova Onlus da vicino: ore interessanti, dove fra l’altro è avvenuto l’incontro con i volontari della Fondazione Regina Pacis, che hanno illustrato le molteplici attività che vengono svolte sul territorio, in particolar modo a Chisinau.

In presenza di Don Mario De Stefano e del Vicario Generale della Diocesi di Trieste Mons. Pier Emilio Salvadè, la “trasferta” dei volontari è un momento di avvicinamento ad un popolo meno fortunato del nostro, come appunto sottolinea proprio Don Mario: “è bello far conoscere questo tipo di realtà ai nostri nuovi volontari, che hanno potuto incontrare sia le persone che lavorano per conto di Regina Pacis che i ragazzini della Moldavia, toccando con mano quella che è una situazione di estrema povertà ed emergenza. Vengono svolte visite presso luoghi significativi, ma è positivo anche il fatto che la nostra missione veda coinvolti dei professionisti che si prestano come volontari ai nostri intenti: abbiamo a disposizione una psicologa ed un assistente sociale per i ragazzi coinvolti. Quando una persona viene in Moldavia e prende coscienza della situazione, si rende conto dei progressi che stiamo facendo e del fatto che questa situazione sta diventando parte di un progetto che con il tempo diventerà ancora più grande”.

Don Mario, poi, sottolinea anche altri aspetti della questione: “la Moldavia è un paese estremamente povero, con la più alta percentuale di suicidi fra i bambini; non dimentichiamoci, poi, che ha tre milioni di abitanti e di questi un milione sta nella capitale. Dunque, non solo città ma anche villaggi: siamo impegnati anche in questi posti, dove non ci sono negozi e dove ci sono dei problemi come la disponibilità d’acqua e di energia elettrica, cose che per noi che veniamo dalla città sono davvero strane. Siamo stati alla mensa dei poveri di Papa Francesco, che viene gestita da Regina Pacis, ed abbiamo dato una mano con la distribuzione dei pasti. Direi che si sta facendo un grande lavoro collaborativo con la Fondazione Regina Pacis, alla quale ci appoggiamo per tutte le nostre attività”.

Anche il Vicario Generale della Diocesi di Trieste, Don Pier Emilio Salvadè, dà le sue impressioni relativamente al soggiorno in Moldavia: “devo dire che è stata una grande intuizione del nostro Arcivescovo, quella di spingere dei volontari triestini a diventare missionari del proprio territorio ma di portarli anche all’estero. La scelta della Chiesa di Trieste è stata quella di spingere sul versante dell’Est Europa, nella nazione più povera: ci siamo trovati di fronte ai missionari di Don Cesare, fondatore di Regina Pacis, che stanno facendo un grandissimo lavoro e, unito all’entusiasmo di Don Mario, tutto questo provoca un potenziamento dei nostri progetti, che certamente in futuro diventeranno ancora più importanti. In questi tre anni di attività, abbiamo messo radici importanti che poi andranno “curate” ed alimentate con il continuo apporto e lavoro quotidiano; qui c’è tanta povertà, ma al contempo grande dignità e soprattutto senso di rispetto, due caratteristiche insite nelle persone che abitano qui”.

Sono tantissimi i posti che richiedono assistenza, non solo nel “cuore” della Moldavia ma anche e soprattutto nelle zone periferiche. Nel weekend, i volontari impegnati assieme all’Associazione Mission Moldova Onlus si sono recati a Varvareuca, un villaggio distante 150 chilometri dalla capitale Chisinau.

Proprio qui, Don Mario De Stefano ed i suoi volontari stanno impiegando gran parte delle proprie forze per cercare di dare nuova propulsione al progetto Mission Moldova e stanno potenziando la struttura del villaggio: “verrà costruita una ludoteca – queste le parole di Don Mario – dove cercheremo creare una continuità con il progetto che coinvolge i bambini del villaggio. Anche durante il periodo invernale scolastico, ci sarà la possibilità di fare attività con una persona che tre volte alla settimana coinvolgerà gli assistiti con lezioni di disegno, giochi e quant’altro. Il tutto per tenere lontani i bambini dalla strada, senza poi dimenticare che proseguiranno pure le adozioni a distanza”.

Il progetto Mission Moldova è molto attivo nella zona di Varvareuca, come continua ad illustrare Don Mario: “oltre alla ludoteca, che sarà dotata di un videoproiettore ed una cassa acustica, stiamo investendo molte energie con le nostre risorse umane. Si può dire che stiamo donando parte del nostro cuore a questa gente e, già un anno fa, siamo riusciti a realizzare un parco giochi. Varvareuca è diventato il nostro principale obiettivo, dopo la capitale: il nostro target, in questo momento, sono i bambini che vivono in una condizione di estrema emergenza”.

La chiusura va al Vicario Generale della Diocesi di Trieste, Don Pier Emilio Salvadè: “come ho già avuto modo di sottolineare, si tratta di un’esperienza che evidenzia il volto compassionevole di Cristo, che in quest’ambiente diventa un supporto fondamentale per i poveri, gli sperduti e gli emarginati, gli oppressi ed i non amati. Per me è stata un’esperienza assolutamente positiva da vivere e devo dire che la presenza di Don Mario sul territorio è preziosissima, oltre che molto richiesta”.

Insomma, un gran lavoro che l’Associazione Mission Moldova Onlus sta svolgendo, per cercare di dare il proprio contributo ad una situazione che è veramente di assoluta emergenza: l’aiuto dei volontari è fondamentale e, come mostrato nei giorni passati, anche un piccolo viaggio di qualche giorno può rappresentare una grandissima mano per l’opera di Don Mario e dei suoi “adepti”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *