Papa Franceso tratteggia il tipo di cattolici indolenti come «cristiani part-time», «cristiani inamidati», «con la puzza al naso». Alla XXVIII Giornata mondiale della Gioventù il Pontefice ha ribadito le parole di Gesù: «Andate e fate discepoli tutti i popoli»!

I «cristiani part-time»




Da qualche anno Vita Nuova ha sposato con entusiasmo l’intenzione del nostro Arcivescovo di promuovere la «nuova evangelizzazione» e, in particolare, di risvegliare l’amore per lo zelo apostolico tanto nei singoli quanto nelle comunità.

Mons. Giampaolo Crepaldi ha evidenziato spesso e con premura l’inconsistenza e l’inefficacia della fede priva di una testimonianza concreta. Nel suo primo pronunciamento – “Messaggio per l’Avvento” (26/11/2009) – nel trattare della fede, egli precisa che «riceviamo la fede da altri e la trasmettiamo ad altri», giacché «il cristianesimo, nel suo riferimento a Dio, ha a che fare con la testimonianza di altri credenti» (n. 5). Successivamente elogia quei religiosi che si propongono come «segno profetico» scaturito «dall’annuncio e dalla testimonianza del disegno di amore che il Padre celeste ha realizzato nel Figlio» (“Vita consacrata: segno profetico”, 25/01/2010, n. 5). Ne “Il dono del sacerdozio cattolico” (13/06/2010) sprona i sacerdoti ad essere testimoni della santità e della paternità di Dio (n. 4), mediante la «spiritualità oblativa».

In modo speciale, l’Arcivescovo desidera l’impegno dei laici: «le realtà della cultura, della promozione sociale e dell’impegno politico chiedono la vostra partecipazione attiva» (“Cammini di santità laicale nel quotidiano”, 06/01/2012, n. 10). Con “Il Sinodo della fede” (15/04/2012), poi, auspica lo scaturire, nella nostra Diocesi, di «una comunione di evangelizzati e di nuovi evangelizzatori, sempre pronti a portare il Vangelo a tutte le persone, perché incontrino Gesù il Cristo» (n. 10).

Mons. Crepaldi esorta insomma il cristiano ad essere testimone credibile della fede in ogni ambito della vita ecclesiale e sociale, schiettamente, senza vergogna circa la propria identità (cfr “Essere lettera di Cristo a Trieste”, 2012). Anche su Vita Nuova s’è scritto molto nel merito: l’ultimo editoriale del direttore Stefano Fontana, ad esempio, parla dei cattolici «á la carte», di una «religione fai-da-te, una specie di bricolage fatto in casa». Si tratta di quei cattolici per i quali la verità è un optional, una scelta soggettiva da esercitare a capriccio.

Nel suo recente Viaggio apostolico in Brasile, Papa Franceso tratteggia questo tipo di cattolici indolenti con epiteti assai significativi: «cristiani part-time», «cristiani inamidati», «con la puzza al naso» (Veglia di Capocabana, 27/07/2013). La XXVIII Giornata mondiale della Gioventù è stata, per il Pontefice, un ribadire con estrema energia le parole di Gesù: «Andate e fate discepoli tutti i popoli»! (cfr Mt 28, 19).

Il Santo Padre ha più volte esortato, giovani e non, ad essere missionari, poiché ogni cristiano è il «campo della fede in Dio» (Veglia di Capocabana). Certamente c’è un tempo per l’accoglimento della fede e un tempo per l’«allenamento» (la preghiera). Poi, però, la Chiesa sollecita a non restare in «coda alla storia»: «siate protagonisti»! – dice il Papa ai giovani di Capocabana – «giocate in attacco»! Non guardate la vita «dal balcone», ma «immergetevi in essa come ha fatto Gesù», perché «siete gli atleti di Cristo» (ibidem)!

Ai Vescovi del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam), Papa Franceso ha prospettato (28/07/2013) una sostanziale «conversione pastorale», per contrastare una serie di errori che, nel tempo, hanno portato molti cattolici brasiliani all’abbandono della Chiesa cattolica per abbracciare credenze di altre confessioni. Citando il “Documento di Aparecida”, stilato nel 2007 a seguito della Quinta Conferenza generale dell’Episcopato latinoamericano e dei Caraibi (promossa da Benedetto XVI), il Santo Padre ha elencato le «attitudini» sbagliate che hanno, di fatto, frenato e «fatto fallire» il «processo di conversione pastorale».

Vi sono, in Brasile, – ma il discorso è universale – procedure di potere fine a se stesso («clericalismo»), di iperattività funzionale («funzionalismo»), di affidamento esclusivo alla disciplina («proposta pelagiana»), di prepotenze liberiste e conseguenti derive popolari marxiste («riduzionismo socializzante»), di percorsi spirituali troppo individualistici e autoreferenziali («ideologizzazione psicologica») e di cristianesimo d’elite («proposta gnostica»).

Nel precedente Incontro con i Vescovi (27/07/2013), per correggere appunto tali derive della pastorale, il Pontefice aveva dichiarato la necessità di «promuovere una formazione qualificata» per tutti (vescovi, sacerdoti, religiosi, laici), in quanto «serve una solidità umana, culturale, affettiva, spirituale, dottrinale». Il compito della «formazione qualificata a tutti i livelli» è appannaggio «fondamentale» dei Vescovi.

Papa Francesco, dunque, auspica una Chiesa che non appaia più irrilevante e debole, citando il beato John Henry Newman: «Il mondo cristiano sta gradualmente diventando sterile […] Abbiamo lavorato molto e, a volte, […] abbiamo il sentimento di chi deve fare il bilancio di una stagione ormai persa, guardando a coloro che ci lasciano o non ci ritengono più credibili, rilevanti» (ibidem).

I viaggi di un Papa sono sempre apostolici, per via del ministero petrino, che è un ufficio eminentemente apostolico. E questo lo è stato in modo particolare, a cominciare dalle succitate parole di Gesù, scelte come tema e come proposta per questa Giornata mondiale della Gioventù: «Andate e fate discepoli tutti i popoli»! (cfr Mt 28, 19). L’opera di apostolato è, infatti, richiesta da Gesù a tutti i battezzati, tanto ai chierici (Pontefice, vescovi, diaconi e sacerdoti) quanto ai laici (religiosi e non), ciascuno nel proprio ambito, nel ruolo assegnatogli dalla sublime e provvidente vocazione personale.

Papa Francesco si è dunque recato in Brasile per incontrare i giovani da tutto il mondo e comunicare loro l’importanza di una vita spesa nell’amore verso Gesù e, di conseguenza, verso ogni persona povera materialmente e spiritualmente.

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