Il desiderio del sole di Al Bano




“Quante volte ho chiesto verità, quanti volti nell’oscurità: vita che non sempre è poesia”

Albano Carrisi (in arte Al Bano) ha evocato, in alcune sue canzoni, il desiderio del sole fin dai titoli stessi. Il brano che lo ha reso famoso, “Nel sole” del 1967, che ha venduto oltre 1.500.000 copie di dischi e che lo ha portato a girare addirittura un film omonimo con la sua futura moglie, Romina Power, si è ispirato al fremito d’amore provato lungo una notte: «Ma perché questa notte ha le ore più lunghe che non passano mai? Perché ogni minuto dura un’eternità? Quando il sole tornerà e nel sole io verrò da te, un altro uomo troverai in me e che non può più fare a meno di te».
Poco prima della separazione da Romina, Al Bano presentava al Festival di Sanremo del 1997 “Verso il sole” , dove il cantante pugliese alludeva al sole quale metafora dell’amore: «Per amore devi andare verso il sole che c’è in te». Al Bano e Romina Power hanno rappresentato, nell’immaginario collettivo, l’icona dell’innamoramento perenne e gioioso tra gli sposi, basti pensare al brano: “Felicità” arrivato al secondo posto al Festival di Sanremo del 1981: «Felicità è tenersi per mano, andare lontano. Felicità è il tuo sguardo innocente in mezzo alla gente, è restare vicini come bambini (…). Senti nell’aria c’è già la nostra canzone d’amore che va, come un pensiero che sa di felicità». Con la canzone “Ci sarà”, vittoriosa al Festival di Sanremo del 1984, il duo canoro (legato pure nella vita familiare) aveva proseguito a proclamare l’amore di coppia anche dinanzi al male presente nel mondo: «Dopo tutto il male che c’è nel mondo intorno a te, com’è bello ritrovarti accanto a me (…). Devi crederci, ci sarà una storia d’amore e un mondo migliore, un azzurro più intenso e un cielo più immenso». Il pubblico televisivo li aveva poi guardati in TV nei panni di Renzo e Lucia, in quella parodia dei “Promessi Sposi” nel 1985, con il Quartetto Cetra.
Quando si alludeva all’amore e alla felicità sponsale, il pensiero immediatamente si collegava ad Al Bano e Romina Power, frequentemente partecipi al Festival di Sanremo, come con la canzone “Nostalgia canaglia” del 1987: «Ma che cos’è quel nodo in gola che mi assale. Sei qui con me e questa assurda solitudine perché (…). Nostalgia canaglia, che ti prende proprio quando non vuoi. Ti ritrovi con un cuore di paglia e un incendio che non si spegne mai», oppure con la più diretta e inequivocabile: “Oggi sposi” del 1991, dove si alternavano al canto con limpide strofe amorose: «Prima o poi tornerai lungo la strada che attraversa la mia vita, curerò con le carezze la tua anima ferita (…). Ritrovarsi è stato bello ed ora mentre ti riposi salgo in cielo e col pennello per te scrivo: Oggi sposi».
Questa storia dei due innamorati, sposatisi nel 1970, aveva portato lo stesso cantante di Cellino San Marco a misurarsi con il repertorio lirico, interpretando l’“Ave Maria” di Schubert o la “Mattinata” di Ruggero Leoncavallo. Dotato di una voce tenorile molto estesa, Al Bano ha saputo cantare anche l’amarezza della vita, dovuta alla triste perdita della figlia primogenita Ylenia e la successiva separazione dalla moglie Romina. Di questi fatti drammatici, condensati pure in un libro autobiografico, Al Bano ha saputo cantare e trarne ispirazione, come nel brano “È la mia vita” portato a Sanremo nel 1996: «Mi alzo e fuori è ancora luna piena, esco per toccare la mia terra, è un’altra notte da scordare, niente che ti fa capire questa vita poi che senso ha. In un silenzio fatto per pregare, forte un dolore sale a farmi male (…). E va, il mio pensiero se ne va, seguendo un volo che già sa in quale cuore andare (…). E va, è la mia età che se ne va e quanto amore via con lei, è questa vita che passa e dove andrà».
Cantando si impara con Al Bano, parafrasando una sua canzone (“Di rose e di spine”) che non c’è rosa senza spine e che l’amore ha l’impronta dell’eterno: «Esisti tu nei miei pensieri, un sole eterno che mai più tramonterà (…) un’altra vita non mi basterà per dirti tutto ciò che sento dentro me e brucerà questo mio fuoco che nessuno spegnerà».

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