In quell’Uomo crocefisso, ogni uomo può riconoscere se stesso, trovare conforto, comprendersi e comprendere gli altri, evitare di crocefiggersi e di crocefiggere gli altri, consolare e perdonare.

Patrimonio dell’umanità




Un crocefisso su un muro, alla fine, cos’è mai? Cosa cambia se lo togliamo? Cosa cambia se, staccatolo per ritinteggiare le pareti, ci dimentichiamo poi di rimetterlo al suo posto? I crocefissi stanno bene al loro posto, si dice: nelle chiese o nei musei, non sulle pareti delle scuole o degli ospedali.

Eppure quelle due assi incrociate e quell’Uomo appeso e indicibilmente sofferente, su quel muro, dicono una infinità di cose, trasmettono una infinità di significati, ricordano una infinità di valori.

Al crocefisso hanno parlato i santi e i martiri, davanti ad esso si sono inginocchiate tante persone semplici e ricche, a quel crocefisso hanno rivolto lo sguardo pieno della beata speranza tanti morenti, tante mamme gli hanno affidato i propri bimbi, tanti uomini gli hanno donato le proprie sofferenze, tanti fedeli ogni giorno lo toccano recitando il rosario, tanti condannati lo hanno baciato prima di essere giustiziati, tanti sacerdoti gli rivolgono la preghiera eucaristica, tanti oppressi si sono riconosciuti in quell’Oppresso, tanti poveri hanno visto in quel Povero la loro consolazione, tanti giusti, guardando a lui, hanno invocato giustizia, tanti misericordiosi, ispirandosi al crocefisso, hanno concesso perdono, tanti artisti hanno disegnato, dipinto, scolpito, quel volto irrigato dal sangue, tanti poeti e scrittori hanno parlato, affascinati, di quell’immagine.

Il crocefisso è la nostra vita, la nostra civiltà, il nostro passato e il nostro futuro. Giustizia, fratellanza, misericordia, amore, dono di sé, pietà, speranza, fede, bontà, docilità, fedeltà, purezza, fortezza, povertà, amicizia, sacrificio, perdono, riconciliazione … tutto ciò è contenuto nel linguaggio del crocefisso, tutto ciò di cui non possiamo fare a meno per vivere. Non sono che due assicelle incrociate, ma rappresentano un poema.

Quando vediamo le cose con un cannocchiale rovesciato le vediamo piccole. Quando vediamo tutti i nostri problemi ponendoci dal punto di vista della nostra morte li vediamo piccoli. Quando consideriamo le cose umane dal punto di vista del crocefisso le vediamo piccole. Il crocefisso rimette le cose a posto, assegna le dovute priorità, ci fa capire che le cose urgenti non sono sempre le più importanti. Mette in ordine la vita e ci fa respirare.

Il crocefisso è una sapienza, una saggezza di vita, una civiltà, un’educazione. Ha un significato pubblico, rappresenta le nostre radici, ci tiene insieme con i valori che tramanda e con i richiami alla coscienza collettiva che contiene. Cristo Crocefisso è Maestro di umanità, più degli insegnanti, anche per gli insegnanti. E’ patrimonio dell’umanità intera, più del Colosseo o delle Dolomiti, anche se l’Unesco non lo ha ancora dichiarato tale. In quell’Uomo crocefisso, ogni uomo può riconoscere se stesso, trovare conforto, comprendersi e comprendere gli altri, evitare di crocefiggersi e di crocefiggere gli altri, consolare e perdonare.

Togliere il crocefisso da una parete è un semplice atto. Ci vuole poco. La collocazione di quel crocefisso su quella parete ha richiesto invece due millenni, fatiche e speranze, sofferenze e impegno. Sono state versate lacrime e dette preghiere, intere generazioni hanno condensato lì tutta la loro umanità.

Una risposta a “Patrimonio dell’umanità”

  1. Elena Maffei ha detto:

    Il crocefisso ci rende liberi e spiritualmente saldi. Ci permette di scegliere consapevolmente anche la sofferenza, se questo serve alla Verità. Se posso permettermi, è la grande lezione che come fedele sto ricevendo dal nostro Vescovo. Oggi preghero’ in modo speciale per il dolore che sta mettendo alla prova la nostra diocesi e il suo pastore. Buona e santa domenica a tutti.

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