Sabato prossimo 15 novembre ci sarà a Roma il Family Act. Indetto dal partito del NCD sarà uno spazio aperto a tutte le associazioni pro-life e pro-family. E' utile che le associazioni vi partecipino?

Il 15 novembre a Roma il Family Act: esserci o non esserci?




In piazza Farnese a Roma, sabato 15 novembre, ci sarà il Family Act, organizzato dal partito del Nuovo Centro Destra. Pur essendo organizzata da un partito, l’iniziativa è qualcosa di più e di diverso. Infatti sarà uno spazio aperto alle associazioni che nella società si danno da fare per la vita, la famiglia e contro l’ideologia del gender.

Il momento è difficilissimo su questo fronte. Il divorzio breve è appena stato approvato, l’ideologia del gender continua ad essere insegnata nelle scuole nonostante il ritiro dei famigerati libretti UNAR, il governo Renzi si prepara ad approvare la legge sulle unioni civili anche delle coppie omosessuali, mentre pende su tutti noi la fecondazione eterologa, resa possibile dalla famosa sentenza della Corte Costituzionale e su cui il governo tace (ed è già qualcosa che taccia, secondo alcuni, dato che potrebbe fare di peggio).

Nel partito del Nuovo Centro Destra c’è un discreto gruppo di parlamentari rimasti dell’idea che la vita e la famiglia naturale vadano difese ad oltranza. Si tratta di Roccella, Pagano, Sacconi, Quagliariello ed altri. Nel partito però ci sono anche altri esponenti che sono su posizioni molto più liberal.

Inoltre i partiti tendono comunque a rimanere a galla, senza rompere, accontentandosi di “ridurre i danni”. Per il NCD è accaduto così anche per il cosiddetto divorzio breve. La loro azione – ha detto Sacconi – ha evitato una legge ancora peggiore. Però un partito non può sempre ragionare in questo modo. Ci saranno pure dei limiti invalicabili. Altrimenti si finisce per portare sempre acqua alle cause altrui, consolandosi di aver ridotto i danni e pagando il prezzo che, comunque, quella legge viene attribuita anche a loro: la legge sul divorzio breve sarà anche la legge di Sacconi.

Molte associazioni hanno fatto simili ragionamenti quando hanno letto la proposta di partecipare al Family Act. D’altro canto, però, la loro partecipazione potrebbe rafforzare il gruppo di parlamentari che l’hanno coraggiosamente voluta all’interno del partito, contribuire a che questo partito (ma anche altri) in futuro si spenda con maggiore coerenza su questi temi, far sentire che una piazza disposta a battersi c’è.

Le iniziative di questo genere, di fronte allo sfascio generale in atto, sono talmente sparute che quelle poche che si propongono meriterebbero di essere accolte e valorizzate. Ad un patto: che il partito che le propone indichi con chiarezza quale sia la linea del Piave su cui si attesterà per resistere. Se il governo Renzi, con il quale il NCD è alleato di governo, dovesse approvare la legge sulle unioni civili, cosa farebbe il Nuovo Centro Destra? Una parola chiara su questo punto faciliterebbe la partecipazione al Family Act.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *