Saverio Galluccio, candidato grillino alla presidenza della Regione Friuli Venezia Giulia, non vuole chiudere le scuole materne cattoliche come i suoi commilitoni di Bologna ma dice di volerci pensare.

I Grillini a Bologna e a Cervignano




A Bologna, il Movimento 5 Stelle ha promosso un referendum presentato dal  comitato “Articolo 33” per chiedere al Comune di non versare più i contributi previsti dalla legge alle scuole cattoliche, ma di adoperarli per quelle comunali. Hanno aderito Sel, Italia dei Valori, la Fiom-Cgil e Cgil-Scuola, oltre ad altre varie associazioni di stampo laicista. Il Partito democratico, dopo aver vinto alcune resistenze interne, ha detto di no al referendum, sia nel metodo che nel merito, e il Sindaco ha detto che andrà a spiegare quartiere per quartiere i motivi del no. In Puglia, dove governa Vendola, il sistema scolastico integrato è vivo e vegeto mentre a Bologna Sel, il partito di Vendola, vuole questo referendum. Anche a Parma, dove governano i Grillini, il sistema è stato garantito, ma a Bologna i Cinque stelle vogliono il referendum. Questo rende evidente il carattere pretestuoso e ideologico dell’iniziativa bolognese. E ti credo che il Sindaco è contrario: si troverebbe a dover provvedere direttamente a 1700 bambini delle materne cattoliche!

Veniamo ora in Friuli Venezia Giulia. Qui i Grillini hanno candidato alla Presidenza della regione Saverio Galluccio, 41 anni, di Cervignano del Friuli. Galluccio sulle scuole materne la pensa in modo più moderato dei suoi confratelli emiliani, però dimostra lo stesso di non avere le idee chiare, nonostante, a suo dire, abbia frequentato una scuola cattolica e vi abbia mandato anche i suoi figli. Per lui la scuola cattolica è una realtà che ha sempre “sopperito” alla mancanza di scuole pubbliche. «Non è nostra intenzione togliere questo servizio da un giorno all’altro mettendo in difficoltà le famiglie, ma vogliamo capire se c’è la possibilità che queste realtà possano diventare pubbliche, lasciando la possibilità alla Chiesa di gestire le proprie risorse in altri campi, come tra l’altro già sta facendo».

Come si vede, Galluccio è più prudente dei co-militanti emiliani, non vuole eliminare le scuole cattoliche “da un giorno all’altro”, ma prima vuole “capire”. Nel suo ragionamento, però, mancano criteri fondamentali per capire. Ne sottolineiamo alcuni.

Le scuole cattoliche non sono giustificate dal fatto di “sopperire” alla mancanza di scuole pubbliche. Perché altrimenti, se le scuole pubbliche non fossero mancanti non ci sarebbe ragione che le scuole cattoliche esistessero. Non c’è dubbio che di fatto c’è anche questo aspetto e soprattutto c’è stato in passato. Ma il fatto vero è che la scuola cattolica ha un diritto originario di esserci e da un punto di vista religioso e da un punto di vista sociale. Da un punto di vista religioso perché la Chiesa – a meno di un impazzimento collettivo – non rinuncerà mai ad educare, perché è la sua missione. Senza scuole cattoliche non ci sarebbe libertà di religione. Da un punto di vista sociale perché il principio di sussidiarietà assegna non allo Stato ma alle famiglia e alla società civile il compito primario dell’educazione. La scuola cattolica non c’è per fare da supplente, anche se spesso le tocca farlo. Ragionando in questo modo, Galluccio mostra di avere una impostazione statalistica assolutamente vecchia e superata.

Seconda osservazione. Le scuole cattoliche sono già “pubbliche”, infatti esse svolgono un compito pubblico e non privato: non hanno scopo di lucro, accettano tutti coloro che si vogliono iscrivere, rispettano la  legge, educano i cittadini di domani, fanno un servizio alle famiglie … più pubblico di così! Il fatto è che Galluccio fa coincidere “pubblico” con “Statale”, oppure con “regionale”. Ma per fortuna nostra così non è.

Terza osservazione: non può essere lo Stato, o la Regione, a decidere dove la Chiesa vuole indirizzare le proprie risorse. Ci mancherebbe solo un nuovo “giuseppinismo”. Quale sia il bene della Chiesa lasciamolo decidere alla chiesa. La regione, ora, vuole intervenire anche su questo? Come c’è una legge sulla parità scolastica, così c’è l’articolo 7 della Costituzione e un Concordato tra Stato e Chiesa. Non dovrei essere io a ricordarlo.

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