I gioielli a uncinetto di Luisa De Santi




Tessere, cucire, ricamare, lavorare a maglia e a uncinetto: da sempre queste arti sono legate all’universo femminile, che da un’attività spesso eseguita per fini pratici di necessità, specie nei ceti meno ricchi, o per consuetudine nelle classi più elevate, è oggi sempre più una ragione di svago, rilassamento e di vera e propria creatività. Molte persone ne fanno un lavoro remunerativo e soddisfacente, che ben concilia utilità, bellezza, fantasia e gusto.

Sabato 13 giugno, presso il Bistrot vegano Welcome, gestito da Clara Zvitko, è stata inaugurata una mostra dei gioielli realizzati ad uncinetto da Luisa De Santi, una vera artista del genere. Il suo nome d’arte è Crochetdoll, dove crochet è parola francese traducibile in italiano con una ben nota parola evocatrice di tante estati al femminile trascorse a intrecciare centrini e tovagliette nel bel periodo delle vacanze: l’uncinetto.

Le possibilità di questo strumento così piccolo e semplice si vanno estendendo sempre più, come dimostrano le creazione della De Santi che ha alle spalle una lunga e feconda carriera come attrice, marionettista e artista dell’uncinetto. Attualmente sta frequentando la storica scuola di merletteria a fuselli di Gorizia. Con l’uncinetto si possono creare bambole, accessori vari e anche gioielli. Questi ultimi, nella proposta di Crochetdoll, sono dei veri gioielli di accuratezza e fantasia, che coniugano con gusto il colore e il disegno, in un incastro di elementi multicolori che vanno a formare, nei lavori più raffinati ed esigenti, delle pettorine da indossare con un tocco di regalità al posto di una semplice collana. Ci sono logicamente anche le collane, gli orecchini e altri accessori che garantiscono un tocco di vivacità in più ad un abbigliamento semplice, magari a tinta unita, così da esaltare al meglio la trama del gioiello e i suoi colori.

Come dicevamo all’inizio, tutti i lavori di tessitura, cucito e ricamo oggi non sono più, nell’opulenta civiltà occidentale che trova tutto pronto su misura nei negozi, una necessità primaria né il complemento di una buona educazione secondo l’etichetta delle famiglie agiate. Non essendo più incalzate dall’urgenza dell’immediato, le donne possono dilettarsi a creare e ad inventare cose sempre nuove e diverse sul filo di un ago o sulla punta ricurva di un uncinetto. Ma oltre a stimolare la creatività e a consentire perfino un guadagno qualora quest’arte divenga una professione, questi lavori muliebri hanno in sé, per il loro ritmo e per la concentrazione distesa che richiedono, un potenziale rilassante notevole.

Il movimento che si ripete, il filo che scorre e si assembla in figure che crescono e si precisano poco a poco, gli occhi concentrati a seguire la buona esecuzione di ogni punto, tutti questi piccoli gesti rilassano il corpo e la mente, riproducendo i movimenti di andata e ritorno delle maree e delle onde che si frangono sulla riva, notoriamente fonte di quiete e di sereno contemplare. Il fatto che da sempre queste arti siano legate al mondo femminile non è un caso: la pazienza, l’attenzione e la delicatezza che richiedono sono doti squisitamente muliebri, anche se oggi a praticare lavori a uncinetto e a maglia sono anche gli uomini, specie manager in cerca di rilassamento e che tra uno spostamento e l’altro in aereo ammazzano il tempo sferruzzando con dedizione implacabile. Anche le dive di Hollywood, perennemente in crisi di identità e di immagine, hanno ritrovato la pace interiore seguendo corsi di lavoro a maglia.

A parte le celie, che hanno comunque sempre un fondo di realtà, l’arte di tessere è arte di rivivere l’atto creativo che la natura ogni giorno compie rinnovandosi e ricreandosi. Tra le mani prende forma un piccolo mondo di bellezza fatto per adornare e impreziosire. Una gratuità che consente di assaporare al meglio tutte le risorse di questa attività ricreativa e creativa.

Sedersi all’ombra di un tiglio, magari in riva ad un lago, in questi giorni d’estate, con un uncinetto in mano e un’idea da realizzare può essere un’ottima sosta rinfrancante oltre che l’inizio, non si sa mai, di una vera passione oppure, nel casi più fortunati, di una professione appagante e tranquilla, come se ne trovano poche.

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