I cristiani in Egitto stanno vivendo uno dei periodi più bui della loro storia. Perseguitati, oppressi, discriminati, i cristiani egiziani stanno subendo delle discriminazioni senza precedenti nella loro millenaria presenza in Egitto. Lo scorso anno, 128 fedeli hanno perso la vita mentre altri 200 sono stati cacciati dai loro villaggi, denuncia il report dell’associazione cristiana Open Doors. Nel 2017 le chiese hanno dovuto affrontare un periodo di sospensione delle funzioni religiose per ragioni di sicurezza. Troppe le minacce e le bombe che sono scoppiate nei luoghi di culto cristiani uccidendo decine di fedeli che stavano pregando inermi durante le celebrazioni del Santo Natale e della Pasqua.

I Cristiani in Egitto




I cristiani in Egitto stanno vivendo uno dei periodi più bui della loro storia. Perseguitati, oppressi, discriminati, i cristiani egiziani stanno subendo delle discriminazioni senza precedenti nella loro millenaria presenza in Egitto.

Lo scorso anno, 128 fedeli hanno perso la vita mentre altri 200 sono stati cacciati dai loro villaggi, denuncia il report dell’associazione cristiana Open Doors. Nel 2017 le chiese hanno dovuto affrontare un periodo di sospensione delle funzioni religiose per ragioni di sicurezza. Troppe le minacce e le bombe che sono scoppiate nei luoghi di culto cristiani uccidendo decine di fedeli che stavano pregando inermi durante le celebrazioni del Santo Natale e della Pasqua.

Non solo le chiese, i cristiani sono minacciati anche nella loro vita quotidiana: i fondamentalisti islamici hanno aperto il fuoco su un bus che stava trasportando un gruppo di pellegrini ad un monastero uccidendone 26, due cristiani sono stati arsi vivi nel maggio 2017, nel gennaio di quest’anno un cristiano è stato freddato da due attentatori nella penisola del Sinai. Sempre dal Sinai quasi 200 famiglie sono dovute scappare nel febbraio del 2017 minacciate dalle milizie jihadiste presenti nella regione, affiliate al sedicente Stato islamico. Proprio quel Sinai, terra così cara alla fede cristiana e da un alto valore simbolico, dove sorgono numerose chiese e, soprattutto, a sud si trova il monastero di Santa Caterina, il più antico monastero cristiano ancora esistente, fatto erigere dall’imperatore Giustiniano nel 527 nel luogo dove Mosè ricevette i dieci comandamenti.

Nel famigerato video di propaganda del Isis del 2015, i miliziani del Califfato tagliavano la gola in una spiaggia libica proprio a una dozzina di cristiani copti egiziani che erano stati presi prigionieri. Numerosi i report che denunciano il rapimento di decine di bambine cristiane per convertirle all’Islam e obbligarle a sposare dei mussulmani. Innumerevoli chiese e case di cristiani sono state bruciate in un’ondata di violenza anti cristiana e i fedeli vengono quotidianamente oppressi e intimoriti per evitare che preghino Gesù Cristo.

I cristiani in Egitto contano il 10% della popolazione che è per il restante 90% mussulmana. I copti sono di gran lunga il gruppo più numeroso contando circa 10 milioni di fedeli anche se alcuni leader religiosi dichiarano più di 12 milioni.

I cristiani sono sotto rappresentati al Parlamento nazionale. Vi sono solo 36 deputati cristiani su 596 di cui 24 eletti nelle quote riservate alle minoranze religiose. Dal 2014, il diritto “assoluto” alla libertà religiosa è stato inserito nella Costituzione ma allo stesso tempo l’Islam è riconosciuto ufficialmente come religione di stato e vi è il divieto di conversione ad un’altra religione che non sia quella islamica.

Il governo di Al-Sisi ha promesso maggiori controlli per garantire la sicurezza ai cristiani e il pugno di ferro contro chi perpetra violenza contro di loro. In una recente sentenza della corte militare egiziana 17 persone sono state condannare a morte e altre 19 all’ergastolo per il loro coinvolgimento negli attentati contro le chiese nel 2016 e nel 2017.

L’attenzione sulla persecuzione dei cristiani egiziani deve rimanere alta. La comunità internazionale non deve chiudere un occhio o voltarsi da un’altra parte per meri interessi economici ma deve deve rimanere vigile e costantemente monitorare il rispetto dei diritti dei nostri fratelli cristiani in Egitto se non vuole perdere tutta la credibilità in quanto a leadership nella difesa dei diritti umani.
Marco Gombacci

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