Giovani fumettisti a Trieste




Molti credono che il fumetto non sia arte. La cultura gli rivolge scarsa attenzione, per lo più lo considera un divertimento per bambini e ragazzi o un facile svago per gli adulti nei rari momenti di libertà dagli impegni. Parlando con i ragazzi fumettisti che nel 2013 hanno fondato l’associazione Fulgoris Umbra, scopriamo davvero un universo sconosciuto, affascinante, profondo, degno di entrare a pieno titolo nel mondo dell’arte e della vera cultura.

Gianluca Chicconi, eclettico e brillante ideatore del gruppo, Alessandro Carboni, illustratore e fumettista dall’intelligenza ispirata, fantasiosa e profonda e Rita Marizza, artista versatile e appassionata, pittrice, illustratrice, insegnante, arteterapeuta e presidente dell’atelier WorkingArt che ospita la Fulgoris Umbra: sono stati loro ad accoglierci con simpatia e semplicità nel loro prezioso scrigno delle meraviglie. Una piccola gemma, incastonata in una delle zone più suggestive di Trieste, all’incrocio di quell’ordito intricato di vie e viuzze che si intesse intorno all’Arco di Riccardo.

Come ci racconta Gianluca, l’associazione è nata dalla sua passione per il fumetto condivisa già sui banchi di scuola con alcuni suoi compagni di classe all’Istituto d’Arte “Enrico e Umberto Nordio”. Il nome Fulgoris Umbra associa i due diversi stili dei fondatori: la predilezione per il colore di Julio Reyna e la tecnica del chiaro scuro di Gianluca. La frequentazione delle più diverse Fiere di fumetti ha alimentato e affinato nel tempo questa passione, ispirando ai ragazzi l’idea di dare vita ad un’associazione interamente centrata sulla realizzazione e promozione del fumetto, scritto e illustrato da loro. Siamo nel gennaio del 2013 quando questa idea, arricchita dall’incontro con Alessandro e con Elisa Lenaz impegnati nei corsi di illustrazione e fumetto della WorkingArt, prende forma e corpo nell’associazione no-profit Fulgoris Umbra. A questo punto il percorso dei nostri amici trova la sua direzione e il suo senso: escono tre numeri del loro giornalino a fumetti e vengono organizzate due mostre.

Attualmente del gruppo fanno parte, oltre ad Alessandro, Gianluca ed Elisa, altri sette giovanissimi artisti, ciascuno con un suo stile e una sua concezione del disegno: Julio Reyna, amante della sperimentazione e di uno stile realistico, Lantern (nome d’arte) dal piglio dinamico e vivacissimo, Valeria Kasyanova che si ispira ai cartoni animati russi, Elisabetta Steffé con il ruolo di tecnico grafico, Elisa Lenaz che realizza le illustrazioni a colori di tutti i fumetti, Stefano Orso fautore di uno stile elegante e prossimamente impegnato a realizzare una storia dai toni insolitamente cupi e profondi, Orpheo, sperimentatore vivace sempre con la matita alla mano e innamorato dei fumetti nipponici, Lorenzo Carbone, curatore della parte grafica del secondo numero del  fumetto, Silvia Brieger che si occupa di tutta la parte burocratica.

Tanti stili, tante tecniche, tante idee, tante fonti di ispirazione. Un ventaglio ricchissimo e variegato, ma con un perno solido e ben delineato che sostiene e dispiega tanta vastità di intenti e di ideali: restituire il fumetto alla sua dignità artistica e culturale, alla sua statura di linguaggio comunicativo che associa l’impatto visivo del film e la narrazione del libro, con quel tocco in più che è la sospensione, la pausa, la possibilità di trattenere le emozioni e i pensieri che un fumetto consente rispetto alle altre due forme d’arte. Le immagini dei film scivolano via veloci, le parole dei libri si accavallano spesso come ondate il cui fragore tende a coprire i silenzi, le pause, i vuoti in cui possiamo ascoltare la tacita voce degli eventi. «Il fumetto riesce ad unire immaginazione e impatto visivo», sintetizza bene Gianluca. «L’accostamento di parole, magari anche poche parole ed immagini può scavare di più nel mondo interiore dei personaggi, far emergere qualche percezione particolare che solo il fumetto riesce a rendere con potenza», ci suggerisce Alessandro. «Il fumetto è vittima di tanti stereotipi culturali — precisa Rita —. Le graphic novel possono essere degli autentici capolavori, invece. Dietro c’è tanta cultura, tanta forza di introspezione, di lettura dell’anima. Alcune sono dei veri trattati di psicoanalisi. Altro che puro svago per ragazzi!».

Comune a tutti i nostri giovani artisti è la passione, la voglia di continuare a imparare sempre nuove tecniche e stili, oltre che il sogno di catturare l’attenzione degli editori partecipando alle fiere del fumetto. E, perché no, anche la prospettiva di poter vivere di questa passione e migliorare sempre, evolversi, perfezionarsi.

L’altro grande elemento che accomuna il gruppo è la passione per il mondo del manga, il fumetto giapponese, contrassegnato da un disegno che punta molto sulla rielaborazione dell’anatomia delle figure, rendendola più delicata e magari alterandola con leggerezza così da renderla fisicamente più bella. Questa caratteristica ha un’origine curiosa: vista la velocità richiesta dai ritmi produttivi del concitato mondo nipponico, anche i fumetti devono essere realizzati in tempi fulminei. Ma l’arte è grande e meravigliosa e in tutto, anche nelle circostanze che sembrano sfavorevoli, riesce a fare di necessità virtù.

Per congedarci da questo universo così inaspettatamente affascinante e bello, in primis ringraziamo tutto il gruppo di Fulgoris Umbra e l’artista Rita Marizza, che con ardore e pazienza promuove attraverso le molteplici attività di WorkingArt la forza creatrice e illuminante, specie sui giovani, dell’arte e della cultura nelle più diverse forme. E a coronamento ideale dell’impegno, degli obiettivi e della creatività di ognuno di loro citiamo la frase di Confucio scelta dalla WorkingArt come suo motto programmatico: «Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco»

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