Un’insegnante di musica alle medie racconta i corsi durati due giorni: «Zelo ideologico», «ossessione per l’uguaglianza» ma soprattutto «una gran perdita di tempo»

Francia. Ai corsi di formazione obbligatori per i professori si insegna a «inculcare la teoria del gender»




«Zelo ideologico», «ossessione» ma soprattutto «una gran perdita di tempo». Così un’insegnante di musica alle medie, dipartimento Val d’Oise (Île-de-France), ha riassunto in estrema sintesi il contenuto dei corsi obbligatori sull’égalité tra bambini e bambine che, per direttiva del ministero, tutti i professori d’ora in poi dovranno seguire per insegnare nelle scuole francesi.

Certificato il fallimento dell’esperimento ABCD dell’uguaglianza, che ha riguardato nel 2013 circa 600 classi, nel luglio 2014 il ministro dell’Educazione nazionale Benoit Hamon ha introdotto la formazione obbligatoria per tutti gli insegnanti. Il nome del programma è stato modificato perché “ABCD dell’uguaglianza” era ormai associato dai genitori francesi ai peggiori tipi di indottrinamento sessuale dei loro figli. Questo nuovo programma si applica a partire da quest’anno «a tutte le scuole, tutti gli insegnanti e tutti gli allievi».

La docente, intervistata dal portale Enseignants pour l’enfance, ha preferito restare anonima. «Il primo giorno è stato consacrato alla riflessione sul tema “l’uguaglianza tra bambini e bambine è”, seguito da 21 affermazioni, tra le quali: “Decostruire i pregiudizi e gli stereotipi”, “educare separatamente i bambini e le bambine”, “includere il genere in modo trasversale nei programmi scolastici”, “inculcare la teoria del gender”, “mostrarsi femministi”». L’affermazione “spiegare che bambini e bambine sono complementari” è stata subito seguita da questa precisazione: «Ci hanno detto di fare attenzione alla nozione di “complementarietà” perché può riferirsi a certe “ideologie religiose”, che sono subito state screditate senza neanche essere spiegate».

Che il contenuto della nuova formazione obbligatoria di tutti gli insegnanti in Francia sia questo, non è cosa di poco conto. Il governo francese infatti ha sempre negato pubblicamente di voler «inculcare», attraverso l’«égalité», la teoria del gender. Ma che cos’è questa “uguaglianza” che tutti i professori francesi dovranno insegnare? «È difficile affermare su quale concezione di uguaglianza si basino i formatori, perché su questo non hanno detto nulla. Penso che non sappiano neanche loro quello che vogliono. È tutto ambiguo», continua l’insegnante di musica.

Anche per quanto riguarda «inculcare la teoria del gender», tutto resta «ambiguo». «Non ci hanno parlato delle basi antropologiche e filosofiche di questa teoria», continua. La teoria di fondo è però «che tutto è dovuto a una costruzione sociale, niente alla nascita». Bambini e bambine dunque «sono interscambiabili». Si può dire che «ci sia una volontà violenta di cambiare la società attraverso una politica di “decostruzione degli stereotipi”, una volontà di “rieducare” bambini e bambine per liberarli dal “posto che gli è stato assegnato”» dalla società.

L’obiettivo del governo, secondo quanto si può leggere negli opuscoli distribuiti alla fine del corso, è questo: «Raggiungere l’égalité significa raggiungere una divisione 50/50 [tra uomini e donne] in tutte le sfere della vita sociale, eliminando ogni idea di inclinazione naturale che uomini o donne possano avere». Per l’insegnante di musica, questa «ossessione», questo «zelo ideologico» non potranno però «avere ragione della resistenza passiva della realtà quotidiana», che è diversa da questa «teoria». Bilancio finale dei due giorni? «Una gran perdita di tempo».

di Leone Grotti

Fonte: http://www.tempi.it

 

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