A Trieste, sabato scorso, due piazze e due mondi. In piazza Unità l’Arci Gay, a sant’Antonio le Sentinelle. Concomitanza non voluta, ma altamente simbolica.

Due piazze, due mondi




A Trieste, sabato scorso è successo qualcosa di piccolo ma profondamente simbolico. Due piazze non “l’un contro l’altra armate” ma certamente contrapposte tra loro come ideale di vita e visione della società. Bisogna sapere che sabato scorso era la Giornata mondiale contro l’omofobia. Omofobia significa odio e violenza contro gli omosessuali. Però, ormai da molto tempo, come ben sappiamo, la parola ha  preso un altro significato ed essere omofobici sarebbe impedire agli omosessuali di sposarsi  e avere figli con l’inseminazione artificiale. C’è allora un primo significato dell’omofobia, secondo il quale gli omosessuali non devono essere fatti oggetto di violenza, ed un secondo significato per il quale l’omosessualità deve essere ritenuta normale a tutti i livelli: deve essere insegnata nelle scuole, deve essere celebrata in comune (e sull’altare), deve essere promossa nei luoghi di lavoro e su internet. Su questo si fa il gioco delle tre carte: si lotta contro l’omofobia nel primo senso ma in realtà si vuole la lotta all’omofobia nel secondo.

Le due piazze

Ora, torniamo alle due piazze. In piazza dell’Unità d’Italia c’è stata una manifestazione contro l’omofobia. Manifestazione “classica”, direi, e di regime, ormai. Infatti, sabato sera, il TG1 ha fatto il solito servizio ideologicamente corretto tutto incentrato sui “suicidi degli omosessuali”, senza approfondire e senza mostrare l’ambiguità del concetto di omofobia. In piazza Unità le bandiere e gli striscioni arcobaleno la facevano da padrone, assieme a manifestazioni piuttosto chiassose. I manifestanti non chiedevano solo che gli omosessuali non fossero offesi, ma che fossero loro riconosciuti dei diritti che non possono avere.

In piazza Sant’Antonio, davanti alla chiesa del Taumaturgo, c’erano invece le Sentinelle in Piedi, più di un centinaio. In silenzio, come è nello stile della loro manifestazione, e mentre leggevano un libro. Erano lì per dire di no alla legge Scalfarotto che, se approvata, impedirà in futuro di dire che gli omosessuali non hanno diritto di sposarsi e di avere dei figli tramite l’inseminazione artificiale. Impedirà di dirlo perché frasi simili verranno considerate fortemente discriminanti, da equipararsi, per esempio, a delle accuse razziste. Su questi temi verrà a mancare la libertà di parola, e per difendere la libertà di parola le Sentinelle manifestano in silenzio.

E gli altri?

Le due manifestazioni sono avvenute in contemporanea per caso. Non sono state organizzate l’una contro l’altra. Però, il fatto di essere state contemporanee ne ha aumentato il valore simbolico. Sono state espressione di due modi alternativi di vedere le cose: la sessualità, la procreazione, la famiglia … e quindi la persona e la società. Sono state anche espressione di due modi di vedere Trieste e il suo futuro. Chi si riconosce nella manifestazione di piazza Unità vuole una società di individui e di desideri senza limiti. Vuole che il potere politico dia riconoscimento pubblico a questi desideri individuali e vi provveda con il suo welfare. Vuole che la denatalità triestina venga supplita non da mariti e mogli nelle camere da letto ma da individui asessuati nei laboratori e nelle banche del seme. Vuole che nelle scuole si insegni ad usare il preservativo fin da giovanissimi e che non esiste differenza tra relazioni sessuali con uomini e con donne (si veda la pagina di Approfondimenti di questo numero di Vita Nuova).

Chi, invece, si riconosce nella manifestazione di piazza Sant’Antonio, pensa esattamente il contrario. Due piazze, due mondi.

Una risposta a “Due piazze, due mondi”

  1. sergio ha detto:

    Egregio sig. Direttore, grazie!! per l’impegno suo e del suo giornale a promuovere puntualmente i valori della famiglia e a sostenere le Sentinelle, i suoi articoli sono sempre molto chiari e ben strutturati che non hanno bisogno di alcun commento, la lotta contro il maligno si fa dura, preghiamo! e che Dio ci aiuti. GRAZIE

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