Riproponiamo un articolo su Gilbert K. Chesterton pubblicato su Vita Nuova nell'estate 2010 a firma di Fabio Trevisan che, alla recente Festa di Vita Nuova, ha presentato "Don Camillo e Padre Brown si incontrano a Trieste".

Due grandi penne cattoliche: Chesterton




Fabio Trevisan, veronese di San Benedetto di Lugana sul lago di Garda, sposato con Laura e papà di quattro ragazze, è un grande esperto di Chesterton e di Guareschi. E’ il fondatore dei “Circoli chestertoniani” e conferenziere molto apprezzato. Ha scritto: ”Uomo vivo con due gambe”, “Il pazzo e il re” e “Uomini d’allevamento”, adattamenti teatrali delle rispettive opere di Chesterton: “Uomovivo”, “Il Napoleone di Notting Hill”, “Eugenetica e altri mali” e: “Bentornato Don Camillo”, ispirato dal “Mondo piccolo” di Giovannino Guareschi.

Trevisan è collaboratore di Vita Nuova. Per noi ha scritto numerosi Approfondimenti su Guareschi e Chesterton, oltre ad altri temi. Cura quindicinalmente la rubrica “Ridendo s’impara” nella pagina di Divagazioni di Vita Nuova. Per Vita Nuova on line cura una curiosa rubrica dal titolo “Cantando si impara” nella quale riconsidera la storia della canzone italiana con occhi nuovi.

In occasione della Festa di Vita Nuova, venerdì 27 settembre, Trevisan ha presentato lo spettacolo “Don Camillo e Padre Brown si incontrano a Trieste”, una performance di parole, spezzoni di film, immagini e piccole drammatizzazioni incentrate sui due famosi personaggi, preti ambedue: il parroco di Brescello e il prete investigatore. 

Pubblichiamo qui un articolo scritto da Fabio Trevisan su Vita Nuova nell’estate del 2010.

CHESTERTON, CONVERTITO E APOLOGETA

Gilbert Keith Chesterton (1874-1936) è stato uno dei più grandi scrittori del Novecento. Giornalista, pittore, romanziere, saggista, commediografo, poeta, è stato autore di un centinaio di opere (delle quali meno di una trentina tradotte in italiano) su svariati argomenti, ancora di scottante attualità: dal divorzio all’eugenetica, dalla perdita delle radici cristiane al nichilismo, dall’aborto alla globalizzazione.

Ha unito, con un impareggiabile ed inconfondibile stile, un sano umorismo cristiano a delle analisi lucidissime e penetranti. Sostenitore convinto dell’esigenza metafisica in una visione del mondo (Weltanschaung), si è convertito al cattolicesimo nel 1922 assieme alla moglie Frances Blogg.

La conversione fu dovuta anche all’incontro con un sacerdote cattolico irlandese, Padre John O’Connor, che gli ispirò la celeberrima figura di Padre Brown, trasposta televisivamente sui nostri schermi da Renato Rascel. Proprio la figura trasandata ed assai poco interessante esteriormente di Padre Brown rappresenta la peculiarità del paradosso in Chesterton; questa insignificanza apparente del prete-detective cozza contro l’insospettabile acume e ci rivela la profonda umanità e l’ortodossia cattolica di questo invisibile pretino cattolico romano. La benemerita Morganti Editori ha inaugurato la collana “Chestertoniana”, nella quale potete trovare le opere con Padre Brown, ovvero: “Il candore”, “La saggezza”, “Il segreto”, “Lo scandalo”, “L’incredulità” tradotte in italiano dallo stesso direttore, Paolo Morganti, che ha avuto pure il pregio di tradurre in modo corretto il romanzo più conosciuto di Chesterton: “Uomo Vivo” e non “Le avventure di un uomo vivo” come precedentemente ed erroneamente era stato tradotto.
Altre piccole e nobili case editrici stanno traducendo le opere del grande scrittore inglese, come ad esempio Raffaelli Editori che con “La ballata del cavallo bianco”, poema epico che narra in versi la storia dello scontro di Re Alfred (IX secolo), Re cattolico inglese, con l’invasore pagano danese, ci testimonia l’incontro dell’Inghilterra con il fatto cristiano. Opera imperdibile, giudicata da molti un autentico capolavoro, è impreziosita da una preziosa e scrupolosa traduzione di Annalisa Teggi, alla quale è dovuta una particolare menzione. Anche Rubbettino ha stampato uno dei saggi più importanti dello scrittore londinese: “L’Uomo eterno”, così come Lindau ha edito l’importante “La Chiesa viva” con prefazione di Marco Sermarini, Presidente della Società Chestertoniana Italiana nonché organizzatore del cosiddetto “Chesterton Day” che si terrà a Grottammare (AP) la sera del prossimo 2 luglio. Per saperne di più di questo simpatico ed importante evento cliccare: www.uomovivo.blogspot.com

La Cantagalli Editori ha pubblicato l’incredibile ed attualissimo saggio: “Eugenetica e altri malanni”, così come Excelsior 1881 ha stampato “L’utopia degli usurai”. Un’altra piccola e preziosa casa editrice, Fede&Cultura, si occupa di Chesterton da lungo corso, avendo trasposto teatralmente alcune opere di Chesterton (vedere il sito www.fedecultura.com). Dopo aver realizzato un dvd con libro dedicato a Chesterton, dal titolo: “Uomini d’allevamento”, ultimamente ha stampato un volume prezioso di preghiere e riflessioni chestertoniane (“Le preghiere dell’Uomo Vivo”) con allegata preghiera di intercessione delle grazie, proprio perché è in corso la raccolta della documentazione necessaria per l’inizio della causa di beatificazione.

Negli Stati Uniti d’America si pubblica ormai da tempo la “Chesterton Review”, una rivista periodica dedicata allo studio delle opere di Gilbert Keith Chesterton, soprattutto grazie all’approfondimento di un Padre Basiliano, Jan Boyd, che abbiamo avuto modo di conoscere, apprezzare  ed ospitare in Italia, durante il tour organizzato dalla Società Chestertoniana Italiana e dai Gruppi Chestertoniani Veronesi che ha toccato le città di Roma, Milano e Verona.

I Gruppi Chestertoniani Veronesi non rappresentano un’élite gelosa di custodire il patrimonio del grande scrittore di Beaconsfield, ma vogliono essere un’occasione libera e popolare di avvicinare questo grande maestro del pensiero cristiano nel modo, si crede, a lui più conveniente e cioè dinanzi ad una tavola con del buon vino e delle buone pietanze e con gli immancabili suoi libri. In questo modo è assicurata una piacevole serata in compagnia dei suoi penetranti paradossi e delle sue gustose argomentazioni.

Altre città italiane hanno iniziato ad accostare in questo modo Chesterton; ne cito una che vale per le altre: Pisa dell’amico Andrea Bartelloni, al quale non ho potuto negare qualche suggerimento per un menu in salsa chestertoniana.

Perché leggere Chesterton, un autore morto più di settant’anni fa? Sentite un po’ alcuni suoi incredibili paradossi e poi dimostratemi il contrario. “Il pazzo non è colui che ha perso la ragione, ma colui che ha perso tutto tranne la ragione”. “Tutte le strade portano a Roma, per questo molta gente non c’è mai andata”. “Si arriva sempre tardi perché si va troppo di fretta”. “Molti si lamentano della nostra epoca tumultuosa, dinamica; in realtà questo apparente dinamismo cela l’effettiva pigrizia: la pigrizia del pensare”. Come non vedere in quest’ultimo paradosso l’urgente monito di papa Benedetto XVI nell’ultima Enciclica “Caritas in veritate” laddove si legge che “… l’attuale società è incapace di riflessione profonda”.

Ancora Chesterton: “Il mondo è pieno di antiche virtù cristiane impazzite, così che si coltiva la verità senza la carità e la carità senza la verità”. Incredibile, vero? Chesterton le scriveva nel 1908. Non è ancora il tema dell’ultima enciclica del Santo Padre?

Assieme all’amico Hilaire Belloc (1870-1953), Chesterton fu un acuto osservatore dei fatti storici, tanto da proporre una rilettura della Dottrina sociale della chiesa, soprattutto dopo l’uscita dell’enciclica “Rerum novarum” di Leone XIII del 1891. Fu favorevole alla distribuzione della piccola proprietà (il Distributismo) per mantenere quei legami naturali ed organici, in primis per preservare la famiglia, dagli attacchi ignominiosi che avrebbe ricevuto nei decenni successivi. Ripensando al sistema corporativo medievale delle “Arti e mestieri” volle tutelare l’indipendenza economica e morale del mondo del lavoro dalle spinte ideologiche liberiste e socialiste che avrebbero scatenato le ideologie e le guerre nel mondo.

Paladino autentico della libertà nella verità, volle difendere le piccole terre dal latifondismo, l’amata terra dei padri dal cosmopolitismo (soprattutto nelle opere: “L’Osteria volante” e: “Il Napoleone di Notting Hill”).

Volle non prendersi troppo sul serio, per scrollarsi di dosso quel connotato austero e severo della sua epoca. Per questo suo carattere mite e profondo, incline al sorriso, non fu compreso, come riporta in un altro importante saggio “Eretici”, laddove sostiene che “… il contrario di divertente non è serio, ma non-divertente”. “Gli angeli volano perché sanno prendersi alla leggera” ribadirà per significare come si sarebbe dovuto unire l’impegno culturale con la possibilità di far divertire le persone.

In quest’ultima frase — “La gioia, apparenza per il pagano, è il vero segreto del cristiano” — si condensa la filosofia di vita di quest’uomo vivo e la sua sfida che affascina tutti noi ancor oggi.

Una sfida “per salvare l’anima e la ragione” — che è il sottotitolo significativo alle “Preghiere dell’Uomo Vivo”— alla quale ciascuno non dovrebbe sottrarsi.

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